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Visioni successive/ Liam Il Grigio – The grey

the greyEro un po’ preoccupato dalle premesse di The Grey. Preoccupato per la piega che sembra aver preso la carriera di Liam Neeson che una volta sembrava un attore vero e negli ultimi anni si è ritrovato nei panni dello Steven Seagal irlandese. Dopo aver sterminato bande di albanesi ora sembrava dovesse ripulire l’Alaska da tutti i lupi cacciatori di uomini che danno la caccia a lui e a un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo.
Invece, The Grey non è soltanto quello. È una riflessione sulla natura umana, su ciò che ci differenzia da un branco di lupi anche se anche l’Uomo rispetta delle regole che sono quelle del branco di lupi.

Partendo dal racconto breve Ghost Walker di Ian MacKenzie Jeffers (che ha collaborato alla sceneggiatura), Joe Carnahan (che ha iniziato la collaborazione con Neeson sul set di A-Team) costruisce un thriller cupo ma acuminato come il freddo, il ghiaccio e gli artigli dei lupi che i protagonisti devono affrontare. Ne esce fuori un Blair Witch Project dal pelo folto: del nemico si sentono gli ululati, gli occhi algidi, il vapore che esce dalle fauci, contribuendo a creare la tensione, lasciando i personaggi alle prese anche con i demoni interiori che il protagonista, John, conosce così bene.
Un film su dio, l’amore, lo spirito di sopravvivenza e su come Lian Neeson rimedi sempre della bella fica. Anche se un po’ l’irlandesone porta sfiga.

messafinita****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

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