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Visioni successive/End of watch (scusate, non mi è venuto un titolo migliore)

end of watchForse i Maya hanno ragione. Siamo quasi alla fine del mondo. Tutto sembra una sbiadita copia di qualcosa visto o sentito in passato. Prendete il mondo del cinema, alla disperata ricerca di svolte e innovazioni… 3D, 48 fps, commistioni di generi e stili. Così, End of watch si candida a dire qualcosa di nuovo in uno dei generi più nobili, il poliziesco.
Tra i buddy cop abbiamo visto di tutto: il buono e il cattivo, il pazzo e il divertente, il comico e la vittima, il bianco e il nero, addirittura due neri, il geek e il palestrato e la lista è ancora molto lunga.
Il film scritto e diretto da David Ayer gioca su questa voglia di innovazione, dal punto di vista della scrittura e da quello dello stile.
Sotto il primo punto di vista, ciò che salta subito agli occhi è la chimica tra Mike e Brian, i due protagonisti: non solo solo colleghi o partner durante le lunghe giornate di pattugliamento delle strade di Los Angeles. Loro sono fratelli. Gyllenhaal e Pena sono bravissimi nel trasmettere la simbiosi che si instaura tra due uomini che ogni giorno affrontano la morte insieme, si muovono in quartieri ostili in mezzo a gente armata che vuole vederli morti. Una famiglia.  E così, essendo la famiglia portatrice di valori positivi, la polizia è il bene, il mondo là fuori è il male.  Lo dice chiaramente Brian Taylor/Jake Gyllenhaal, guardando dritto in camera.
Il secondo punto è il found footage: è un film di fiction, non un documentario, ma tutto è ripreso dalle telecamere di Taylor/Gyllenhaal che sta preparando una tesina per il corso di giurisprudenza. Sicuranente prenderà un voto molto alto visto il film che ne è venuto fuori. Così, lo specialista in polizieschi (Training Day e Harsh Times) Ayer ci porta dentro l’azione, negli inseguimenti, in mezzo alle strade, sempre dalla prospettiva dei due poliziotti.
Tirando questi fili ne esce uno dei migliori film dell’anno: dai dialoghi in macchina tra i due, pienissimi vita di tutti i giorni e di emozioni e di fucking fuck ripetuti in continuazione da chiunque sia inquadrato, fino all’adrenaliniche scene in mezzo alle strade di una Los Angeles lontanissima dal mondo patinato di Hollywood. La capitale di un mondo in decomposizione. Almeno in questo credo che i Maya abbiano indovinato.

forrst gump**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

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