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Visioni (di molto) successive – ‘Sto cazzo de Eric Bana, da evitare come la peste

C’è veramente poco da salvare nel film in cui la ragazza di Amabili resti impara a difendersi e spacca il culo al mondo. Saoirse Ronan diventerà probabilmente una grande gnocca ma al momento non può salvare un film con così tanti difetti da sola.
Difetti strutturali, di idee e di sceneggiatura. Tipo, come può la tua protagonista non avere idea di un’invenzione come l’elettricità e mezz’ora dopo fare ricerche su Google? Soprattutto, sapere coasa è un Google? Come si fa a istruire una ragazzina per 14 anni a un’unica missione: ammazzare tizio e poi non mostrargli una foto del tizio in questione per essere sicuro che non si sbagli? Come si fa a essere a Cordoba, in Spagna, vedere due secondi una chiatta che naviga placida e poi, all’improvviso, siamo a Berlino?
Ancor di più mi stupisco che uno script del genere azione venga messo in mano al regista di Atonement (sottogenere Film pallosi con Kiera), clamorosamente fuori luogo non solo nel produrre scene action un minimo interessanti (sempre tutto troppo confuso, con ovvie trovate da videoclip o pubblicità senza mai avere l’amore per far godere l’azione piena allo spettatore) ma addirittura nel cercare quel tono grottesco che alcune situazioni avrebbero favorito: la forte caratterizzazione on the road ha portato i personaggi quasi ai confini dei mondi più classici del genere. Il Marocco su un pulmino con una famiglia hippie, una figlia zoccola e un bambino quasi ritardato. I freak nelle stazioni della metropolitana. Il Parco delle fiabe di Berlino, ormai abbandonato; sono utte situazioni che potevano e dovevano essere sfruttate meglio per dare un tono, onirico, forse horror, sicuramente inusitato allo showdown conclusivo. Invece no, tutto buttato via senza rispetto per il proprio talento e per l’attenzione dello spettatore, con la romantica idea di raccontare l’adolescenza di una babykiller ma senza l’umiltà di dire “Faccio un cazzo di film su una babykiller che spacca i culi”. E a parte l’inconsistenza formale e strutturale, Hanna ti lascia dentro il fastidio per le sopracciglia albine di Soairse, una Blanchet che recupera dal suo museo degli orrori personali il cipiglio della cattiva dell’ultimo Indiana Jones, un Eric Bana che regolarmente troviamo dentro film demmerda, l’ansia di cancellare tutto da mysky per fare spazio a Novara-Padova e la curiosità per scoprire come riuscire ad affinare così tanto l’istituto di sopravvivenza di mia figlia da farle mollare una capocciata al primo maschio che prova a baciarla

* C’è qualcuno che parla la mia lingua? O almeno il greco antico?

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