Wall Street 2 – Gordon Gekko è vecchio (ed è orgoglioso di esserlo)
I grattacieli con i vetri a specchio che riflettono l’infinito di fronte a loro danno una perfetta percezione di tempo e spazio, e lasciano subito intendere fin dall’inizio che ci troviamo di fronte a una storia dell’Uomo, nel cuore della capitale della sua avidità, nel cuore di tenebra dell’impero, dove l’imperatore, i senatori e i patrizi si guardano l’ombelico. Capiamo subito che siamo in un mondo gretto e chiuso come l’ispirazione che sostiene questo Wall Street 2.
Dell’antico bagliore non c’è nulla: non ci sono i dialoghi brillanti e predatori, e non c’è il gusto dell’artista di cogliere un mal di pancia dell’umanità e le sue multiformi espressioni. Quando usci Wall Street 1, Stone intuì qualcosa che alcuni subodoravano ma non riuscivano del tutto a elaborare. Wall Street 2 arriva con due anni di ritardo rispetto alla grande crisi mondiale, e per dirci cosa? Che i potenti della Terra si stanno mangiando i sacrifici delle classi lavoratrici? Sembra un messaggio a cui neanche Stone sembra credere che possa avere un impatto o che, forse, lancia come un bigliettino in una bottiglia per non correre il rischio di farsi dare (un’altra volta) del socialista dal McCain di turno. L’impressione è di una gran voglia di chiudere tutto a tarallucci e vino, tanto per cercare di alzare qualche soldo recuperando Gordon Gekko ma Gordon Gekko è invecchiato e niente sarà più come prima. Stone ce la mette tutta per mettere in scena un’operazione nostalgia: recupera qualche vecchio attore del primo film (il momento con Bud Fox/Charlie Sheen è mitico ma in sala la citazione l’ho capita solo io), ingaggia David Byrne e gli fa scrivere la colonna sonora (tra l’altro apprezzabile, ma un po’ smielata), e cerca di ricreare il vecchio feeling come due vecchi amanti che sanno quali tasti toccare ma sfiorandoli non riescono più a ricevere le stesse emozioni di un tempo. Il personaggio di Josh Brolin come “villain” e come riedizione in chiave “titoli tossici del XXI secolo” di Gekko è semplicemente ridicolo, senza uno spessore, senza un momento “vero” e pesante dal punto di vista della scrittura. Allo stesso modo gli altri personaggi sono mosci, tra la Mulligan piagnona e un LaBeouf che in alcuni momenti suggerisce la domanda sul perchè stia a perdere tempo con i Transformers ma in altri ci dà una risposta sincera… senza contare che il buon Stone, a un certo punto, piazza una inquadratura di una Heineken che manco Brizzi avrebbe fatto, che non avrebbero girato manco i tizi dello spot che lasciano fuori casa le mogli per vedersi la partita o che condividono la bottiglia giurandosi amicizia… poi quando quasi dopo due estenuanti ore, finalmente Stone ha ricreato il suo cattivo… lo sputtana a cambiare pannolini in un minuetto familista che manco uno di Comunione e Liberazione. Vabbè, Stone è morto e forse non mi mancherà mai un granchè.
*1/2 Male, signor Anderson. Sono deluso, molto.
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Per non parlare dell'altro tizio, Shia Labeouf, "attore".
Un mistero dei tempi moderni IMHO.
Lollo
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