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Adventureland – America, anni Ottanta, forse

adventureland_usadventurelandC’è qualcosa di sofferto in Adventureland: saranno i travagli sentimentali e psicologici del giovane protagonista, il faticoso passaggio dall’adolescenza alla maturità sua e dei suoi compagni, ma il film di Greg Mottola non è la classica commedia americana. È il 1987 e James deve rinunciare a trascorrere le vacanze estive in Europa perchè il padre “è stato trasferito” e la famiglia ha bisogno di ogni dollaro per tirare avanti, mentre l’arroganza reganiana continuava la sua escalation nel paese attraverso le televisioni, quella stessa arroganza che ci raccontano gli Ottanta del presidente-attore come quelli dell’età dell’oro del liberismo a stelle e strisce. L’arretramento della famiglia compromette lo stesso futuro di James, mettendo in discussione la sua carriera universitaria presso la Columbia University di New York, lasciandolo appeso alla promessa di un amico figlio di papà che giura di mantenerlo con sé nella Grande Mela una volta tornato dal Vecchio Continente.

Così James è costretto a sudarsi i risparmi per coltivare il suo sogno: studiare, ai massimi livelli, per diventare giornalista e saggista di viaggi raccontando veramente le nazioni, come Dickens “che raccontava viaggi nelle prigioni”.

Nella sua cittadina di provincia trova lavoro in un parco divertimenti, Adventureland, e, da odiosa nelle premesse, diventerà l’esperienza che lo cambierà: conoscerà l’amore, il sesso e la disperazione di amici che non hanno nemmeno mezza speranza di lasciare quel parco e vivere la vita che sognano. Ha l’opportunità di fare la conoscenza con personaggi adolescenziali ma non “da adolescenti” e scoprire che Kristen Stewart, quando non è Bella, può essere bella per davvero.

Dimenticate la demenzialità all’American Pie o la leggerezza fintamente problematica di tanta letteratura di celluloide sul periodo; Mottola costruisce due ore semplici, disperate ma comunque spensierate, come solo la ricerca della maturità può essere, senza, tra l’altro, indugiare nella retorica musicale per attirare i nostalgici degli anni Ottanta: è vero, c’è Rock me Amadeus suonato decine di volte sulle montagne russe per incitare il sexy-balletto delle sue gestrici ma è un ironico tributo a un’età e un tempo conosciuto solo attraverso certi cliché. Alcuni dei momenti più divertenti sono affidati alla coppia Bill Hader-Kristen Wiig, proprietari mezzi matti di Adventureland: il primo è una delle icone della commedia americana “alla Apatow”, la seconda è una delle “Signore” del Saturdary Night Live.

Alla fine delle montagne russe dell’amore, James partirà definitivamente verso le giostre della sua vita, senza certezze e con la fame di emozioni, mentre il suo amico riccone tornerà dall’Europa dopo aver visto tutte quelle “vecchie cattedrali” con l’appetito distruttivo per divorare il Nuovo Mondo. È stato il segno di un tempo, per fortuna non c’è stato solo quello.

starwarz***1/23 e mezzo buono

Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?

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