I Love Radio Rock – Strano che non l’abbiano intitolato “Amori in barca”

La stessa signora col bastone sembra gradire, dondolando la testa ad ogni accenno di Who, Rolling Stones e di tutti i classici immortali dell’epoca gloriosa del pop e del rock anglofono.
Che la signora abbia un passato da nascondere?
E mentre la musica sconvolge le vite e le convenzioni sociali, le righe di accordi lungo cui si muove la sceneggiatura lasciano all’occhio del regista la possibilità di comporre un quadro in cui il rock salva la vita, e una nave che cade a pezzi ballando sulle onde radio riesce ad aprire falle sempre più grandi nelle regole decadenti di una società ipocrita, smascherata da un pugno di allupati, volgari, sporchi, grassi, puzzolenti e sfigati dj radiofonici, antieroi che si mettono alla testa, loro malgrado, di una marea di sognatori le cui vite sono state cambiate dalle notti in bianco con l’orecchio attaccato alla radio nascosta sotto il cuscino per non farsi scoprire dai genitori. Quando in apertura il bambino è spedito a letto con l’autoritaria imposizione di spegnere subito tutte le luci, non è difficile identificare lo stesso Richard Curtis ma anche la signora davanti a me. Sicuramente le sue gambe, oggi fragili, un tempo ballavano al ritmo dei Cream. Lo capisco da come piega la testa, mentre sembra dica “sì”.
Invece, quello che penso io mentre muovo la mia di testa è che Curtis ha avuto un’idea dannatamente buona, costruito una storia semplice ma dannatamente accattivante, partorito personaggi dannatamente simpatici e per cui non smetti di parteggiare neanche dopo che ti hanno scopato la donna, leccano il ferro del microfono evitando il tuo disgusto, ti accolgono a bordo con un “benvenuto, fatti abbracciare ora vai a vaffanculo”, riuscendo a fare tutto ciò utilizzando “Whiter shade of pale” e “Father and son” senza provocare un attacco diabetico alla vecchietta davanti a me che, anzi, come tutta la sala, sembra gradire.
La vecchietta trasalisce un poco quando entra in scena il personaggio della madre del giovane pirata. In effetti, quando mi ha parlato aveva un accento vagamente inglese… Mhm strano non sarà mica che…???
la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare
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Bellissimo! Mi ha coinvolta, divertita ed emozionata anche! E poi che colonna sonora!!!
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tutto vero
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Completamente d’accordo con tutto quello che dici e con la straordinaria qualità di questo film. Eh si, i personaggi sono sul serio dannatamente simpatici.
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