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Tagclaire foy

First Man – Il primo uomo

Se il protagonista di Whiplash sacrificava tutto per il jazz e in La La Land Mia e Seb rinunciavano all’amore per i loro sogni di gloria, in First Man – Il Primo Uomo Damien Chazelle continua a raccontare le rinunce necessarie per intraprendere il “grande passo dell’umanità”, la frase entrata nel patrimonio culturale delle generazioni che si sono succedute dal 1969 a oggi, pronunciata da un uomo che non amava parlare, non amava esprimere le proprie emozioni, un uomo arrivato dove nessun altro era mai arrivato prima cercando di mettersi tutto alle spalle, ma costretto a tornare indietro. 

Millennium - Quello che non uccide

Quello che non uccide… vi farà cascare le palle. La recensione ubriaca di Millennium 2 (o 5? Boh)

Lisbeth Salander è un giustiziera, una vendicatrice, la dea protettrice delle donne, delle figlie, delle mogli, delle prostitute maltrattate, stuprate e picchiate di Stoccolma. Ed è stato un cattivo a crearla così, un altro uomo, un predatore, un violento, un padre crudele. L’apertura di  Millennium – Quello che non uccide mostra le violenze paterne subite da Lisbeth e sua sorella, Camille. 

Ora, quando entra in azione, Lisbeth è truccata forte perché il regista Fede Alvarez deve far dimenticare uno dei casting sbagliati più clamorosi degli ultimi anni: Claire Foy, come dire prendere la regina Elisabetta e farle interpretare una hacker spaccaculi in senso metaforico ma anche e soprattutto in senso esplicito. Mentre si accendeva una sigaretta e tratteneva la sua prima vittima a testa in giù, io me la immaginavo prendere il tè con il principe Filippo o andare a spasso per i boschi della Scozia coi cani e il fazzoletto in testa.