La Regina degli Scacchi, recensione della serie tv Netflix
Un altro centro per le serie tv targate Netflix, anzi uno scacco matto: La Regina degli Scacchi – The Queen’s Gambit, miniserie tv in sette episodi incentrata su Beth Harmon, interpretata da Anya Taylor-Joy, bambina cresciuta in un orfanotrofio negli Usa degli anni Cinquanta, indossando sempre la stessa divisa dai divisa dai colori smunti, un’educazione severa e retrograda, vitamine e tranquillanti da ingoiare ogni sera. E per chi è cresciuto negli anni Settanta e Ottanta è subito Candy Candy. Come la bionda orfanella della Casa di Pony, Beth si porta dietro una sostanziosa dose di sfiga, dalla madre che si suicida, provocando volontariamente un incidente stradale (dal quale Beth, miracolosamente, si salva “senza un graffio”), fino al ritrovarsi adottata da una coppia sull’orlo del divorzio, con una madre adottiva alcolista e con problemi di autostima.
Diffidente verso tutto e verso tutti, Beth cresce come una bambina chiusa, ma geniale, legata solo all’amica conosciuta all’orfanotrofio, Jolene, e con un silenzioso rapporto con il custode dell’orfanotrofio, il signor Shaibel (interpretato da Bill Camp). È lui a insegnarle le basi del gioco, insegnamenti anche morali che la segneranno per la vita. Tipo, quando hai perso hai perso, ti devi arrendere. E le poche volte che Beth perderà, vedrà sempre la faccia di Bill Camp che le impone di chinare il re, come Rocky, che vede la faccia di Mickey ogni volta che prende un pugno in faccia perché tiene la guardia bassa.
Grazie alle amorevoli cure di Helen Deardoff, direttrice dell’orfanotrofio, una a cui hanno trapiantato la scopa della Signora Rottenmeier direttamente nel culo, Beth cresce dipendente dai tranquillanti. Da lì è un attimo a dedicarsi all’alcol, rubare nei negozi e guardare con occhio pruriginoso ogni maschio che le ronzi intorno.
La Regina degli Scacchi – The Queen’s Gambit è una grande miniserie tv, finisce in sette episodi e racconta un periodo cruciale che va dalla metà degli anni Cinquanta alla fine dei Sessanta, affrontando la liberazione della donna dalla schiavitù economica rispetto al maschio: la madre adottiva di Beth, Alma, capisce subito il potenziale della figlia, inizia a farle fare sega a scuola e la porta in giro per gli USA e vincere tornei di scacchi; insieme Beth e Alma combatteranno contro la dipendenza economica dagli uomini e tenteranno di contrastare i demoni interiori che le tengono imprigionate. Riuscendoci solo in parte.

Malgrado l’epoca, Beth non subisce particolari episodi di machismo; la serie tv trasmette molto efficacemente il duello psicologico che si combatte su una scacchiera e gli attori e le attrici sono tutti incredibili – in particolare proprio lei Anya Taylor-Joy, straordinaria nel caratterizzare ogni dettaglio di Beth Harmon, da come pigia sul pulsante del cronometro, come prende i pezzi dell’avversario, il gioco di sguardi con cui sfida i colleghi maschi, anche quelli di cui è suggestionata, come il sovietico Borgov. E sebbene possiate pensare che guardare per la maggior parte del tempo dei secchioni che giocano a scacchi sia la cosa meno eccitante del mondo, La Regina degli Scacchi – The Queen’s Gambit riesce a trasmettere tutta la tensione del gioco, il senso di controllo e potere della protagonista mentre si fa beffe dei colleghi maschi più grandi e più esperti.
Il centro di La Regina degli Scacchi – The Queen’s Gambit è l’ossessione alimentata dal talento, lo spirito competitivo e la voglia di vincere, i meccanismi perversi che tutto ciò mette in moto nella mente. La lotta di Beth non è solo per la mera sopravvivenza, ma nel riuscire a esprimere pianamente il suo talento malgrado le pillole, le bottiglie e i fantasmi del passato che si porta dentro. La Regina degli Scacchi – The Queen’s Gambit è una partita a scacchi con se stessi e questo lo possono comprendere tutti, anche se non sapete come si muove un cavallo o l’alfiere.
Forse non sapete che
La serie si avvale della consulenza del campione russo di scacchi Kasparov.
Tutte le partite che si vedono sono ispirate a storiche partite giocate realmente.
Per lo stile di gioco, le stravaganti scelte e la vita privata caratterizzata da solitudine, scarse abilità sociali e ossessione per lo studio degli scacchi avvicinano il personaggio di Beth Harmon a Bobby Fisher, campione attivo proprio negli anni in cui è ambientata la serie tv. Fisher ha dichiarato più volte che le donne non sapevano giocare a scacchi.
La Regina degli Scacchi è tratta dal romanzo di Walter Tevis. Tevis ha scritto altri libri da cui furono tratti Lo Spaccone, L’uomo che cadde sulla Terra e Il Colore dei Soldi.
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