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Splendidi trentenni: Non diventerò mai abbastanza vecchio per Arma letale

arma letale anniversario

Questa è la storia di un ragazzo appena uscito dall’università che voleva scrivere un western urbano con un protagonista ispirato all’ispettore Callaghan, che fosse un sopravvissuto, una sorta di Frankenstein che, a causa di tutto quello che aveva subito, fosse considerato un mostro, un outsider, un escluso e perciò capace di tutto. Un uomo a cui affidarsi quando il momento è difficile e serve qualcuno che impugni la pistola e risolva la situazione. Un poliziotto, semplice ma anche un po’ svitato. Con un collega in tutto e per tutto al suo opposto per storia personale e metodi; per dirla con le parole dello scrittore «c’è qualcosa di romantico in due poliziotti che vagano per la città nei loro vestiti pagati poco alla ricerca di qualcosa che assomigli alla giustizia».

Questa è la storia di Shane Black ma soprattutto di Arma Letale, uno dei franchise più importanti e ricchi della storia del cinema. Un film che amo.

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Shane Black

Il 6 marzo 2017 Arma Letale compie trent’anni. Fu in quel giorno del 1987 che fece la sua comparsa nei cinema statunitensi rivoluzionando il poliziesco, il buddy cop movie, creando una chimica perfetta di opposti che si completano, usando l’ironia per raccontare il dramma e punteggiare l’azione, nel trasformare un film vietato ai minori in un titolo per famiglie.

Battute e dialoghi fulminanti, personaggi ben strutturati, il tutto affidato a un Maestro di Hollywood come Richard Donner, quello che tutt’oggi ha girato il Superman più bello della storia del cinema e che ha reinventato, insieme agli incredibili attori Mel Gibson e Danny Glover, e al creatore dei personaggi Shane Black, un genere che ancora oggi continua a muoversi intorno agli archetipi rappresentati da Martin Riggs e Roger Murtaugh. Due reduci che hanno passeggiato nel lato oscuro ma se una volta conclusa la guerra in Vietnam Murtaugh si è costruito una vita, a Riggs è stata portata via quando la moglie rimase uccisa in un incidente stradale. Il primo vive nella luce – lo capiamo dalle sequenze iniziali, Murtaugh festeggia il compleanno nel calore della sua casa che sembra perennemente in ristrutturazione ma non meno accogliente insieme alla sua splendida famiglia – il secondo tira avanti in un camper appoggiato sulla spiaggia, con la compagnia del suo cane, indugia nell’alcol, nella visione de I tre marmittoni e culla il pensiero di spararsi un colpo in testa con la sua Beretta. Ha anche un proiettile per l’occasione, a punta cava.

I due sono messi insieme dal loro capo, non si piacciono ma alla fine il pericolo farà di loro una famiglia. Sì, perché i Murtaugh “adotteranno” Martin Riggs e cureranno le sue ferite.

Tutta la tetralogia di Arma Letale più un disco pieno di contenuti speciali: Arma Letale Collection (5 Blu-Ray)

Ma questa è storia che riguarda i tre sequel. Invece, su Arma letale forse non sapete che…

Il primo Arma Letale è l’unico della tetralogia a essere ambientato a Natale, ma a essere uscito a marzo, esattamente il 6 marzo 1987. Le riprese iniziarono il 6 agosto 1986 a Los Angeles. La produzione girò ai Burbank Studios, Long Beach, Palos Verdes, Santa Monica, Studio City, West Hollywood, Inglewood e il lago asciutto Mirage vicino al deserto del Mojave. La Camera di Commercio di Hollywood acconsentì ad addobbare con festoni natalizi un tratto dell’Hollywood Boulevard nell’ottobre del 1986. La produzione spese circa 4.000 dollari in decorazioni natalizie.

Nel primo film, Murtaugh non pronunciò mai la battuta “Sto diventando troppo vecchio per queste stronzate (“I’m getting too old for this shit.”). In verità dice “Sono troppo vecchio per queste stronzate” (“I’m too old for this shit.”). Poi negli altri film, la battuta diventerà “I’m getting too old for this shit.”

Il regista Richard Donner spesso scherza sull’ingaggio di Gibson, spiegando che era a buon mercato. L’australiano era reduce dal successo della saga di Interceptor, ma anche Gli Anni Spezzati e Un anno vissuto pericolosamente di Peter Weir, oppure Il Bounty di Roger Donaldson. Martin Riggs è un sopravvissuto che deve convivere con il trauma della guerra e il dolore della perdita di sua moglie. Gibson accettò il ruolo perché non era il solito eroe action mono dimensionale, aveva un passato, delle ferite ed era sull’orlo di un crollo nervoso. Franco Zeffirelli dichiarò che chiamò Gibson per interpretare il suo Amleto proprio dopo averlo visto in Arma Letale, dimostrando che, a volte, per tanto successo, è necessario pagare un tributo di sangue. Leggenda narra che Zeffirelli fosse stato positivamente colpito dalla scena in cui Riggs/Gibson tenta il suicidio puntandosi una pistola alla tempia. Per volontà dell’attore, l’arma era stata caricata per aumentare la drammaticità del momento; lo staff che assistette alle riprese era preoccupato che Gibson potesse inavvertitamente farsi del male.

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Per il ruolo del “villain”, Jack Joshua, fu ingaggiato Gary Busey, scelto per la sua prestanza fisica. L’attore aveva avuto un enorme successo quasi dieci anni prima in Un mercoledì da leoni, ma la sua carriera sembrava in declino. Arma Letale lo rilanciò, tanto che nel 1991 lavorò in Point Break, iconico film di Kathryn Bigelow: era Angelo Pappas, collega e mentore di Johnny Utah (Keanu Reeves).

C’è una curiosità molto divertente sul casting. Per il ruolo di Martin Riggs furono presi in considerazione Pierce Brosnan, Kevin Costner, Michael Douglas, Richard Gere, Harrison Ford, Jeff Goldblum, Rutger Hauer, Michael Keaton, Christopher Lambert, Richard Norton, Michael Nouri, Sean Penn, Christopher Reeve, Kurt Russell, Charlie Sheen e  Patrick Swayze ma uno solo andò vicino a ottenere la parte: Bruce Willis che rifiutò per accettare il ruolo di John McClane in Die Hard che Gibson aveva appena rifiutato per lavorare in Arma Letale. Quindi, i due film sostanzialmente si sono scambiati i protagonisti. Un altro punto di svolta unisce Gibson a Russell, Costner, Swayze e Douglas ovvero che tutti rifiutarono la parte di Connor Macleod in Highlander.

Donner aveva offerto il ruolo di protagonista di Ladyhawke a Mel Gibson per ma lui aveva rifiutato.

Sempre in tema di incroci, In Arma Letale Murtaugh spiega a Riggs che Michael Hunsaker gli aveva salvato la vita nella battaglia di Drang Valley nel 1965. Nel 2002 Gibson sarà il protagonista di We were soldiers che racconta proprio quella battaglia. Il film è diretto da Randall Wallace, colui che ha scritto Braveheart.

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Roger: Hai mai incontrato qualcuno senza ammazzarlo?! Martin: Be’, a te ancora non ti ho ammazzato, no?! Roger: Se proprio ti scappa, levati il pensiero. Martin: No, posso aspettare.

Proprio nel corso di questo dialogo, alle spalle di Murtaugh e Riggs si vede un cinema. Sull’insegna è possibile leggere il titolo del film in cartellone: si tratta di The Lost Boys, che nella realtà sarebbe uscito solo 4 mesi dopo Arma Letale. Donner era il produttore e inserì quel messaggio subliminale.

Esiste un inizio e un finale alternativo di Arma letale, disponibile nel dvd del quarto film. Nell’inizio Riggs sta bevendo in un bar, due balordi si avvicinano e cercano di rapinarlo. Riggs prima cerca di allontanarli spiegando che i suoi soldi sono in banca e che conviene loro non rompergli le scatole. Quando i due lo attaccano, Riggs li massacra. Il proprietario del bar gli regala una bottiglia di liquore e gli chiede di non tornare mai più. Nel finale alternativo Murtaugh e Riggs si dicono addio. Murtaugh gli spiega che vuole andare in pensione ma Riggs gli chiede di non farlo.

Gibson, Glover e Busey furono addestrati in tre arti marziali: Capoeira, Jailhouse Rock (uno stile di combattimento nato nelle carceri statunitensi) e Jiu-Jitsu. Gary Busey decise di imparare anche il Taekwondo. Gibson e Glover impararono a conoscere e usare le armi da fuoco.

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La regia di Arma Letale fu offerta a Leonard Nimoy che rifiutò per girare Tre scapoli e un bebè.

Uno dei tormentoni della Saga è il gioco sull’errore in partenza dopo  “Uno-Due-Tre”, ovvero se partire al “tre” oppure “Tre e via”. Sì lo so, sembra una scemenza ma è divertentissimo. In effetti nel primo Arma Letale la battuta non è mai pronunciata. Però c’è una scena nella centrale di polizia in cui dei poliziotti provando a cantare Silent Night e sbagliamo l’attacco. Nei film successivi, la gag sarà improvvisata.

La scena del combattimento tra Joshua e Riggs inizialmente era più lunga di quattro minuti. Fu tagliata ed è per questo che ci sono errori nella sequenza. Donner pretese che il combattimento fosse ripreso con più cineprese e girato tutto di seguito in modo che i due attori fossero realmente stanchi morti una volta arrivati alla fine.

Resta epico il momento in cui Riggs rifiuta di arrestare Joshua e accetta di risolvere la questione a mani nude.

A un certo punto, Murtaugh dice a Riggs: “Dovremmo registrarti come Arma Letale”.

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-Ehi tu ci dormi con la pistola? -Lo farei, se dormissi.

Blackie Dammett è uno dei tre spacciatori che all’inizio sono incastrati e massacrati da Riggs. Dammett è interpretato da John Kiedis padre di Anthony Kiedis, uno dei Red Hot Chili Peppers.

A Shane Black la sceneggiatura fu pagata 250.000 dollari e altri 150.000 dollari gli furono dati quando il film fu prodotto, ma Donner pensava che il materiale originario fosse troppo oscuro e violento, anche dopo i numerosi draft che Black preparò. Così chiamo Jeffrey Boam per dare un’aggiustata. Lo scrittore non è mai stato accreditato per il lavoro sul primo Arma Letale ma poi fu chiamato a scrivere Arma Letale 2 dopo che Black si rifiutò di cambiare la sceneggiatura in cui Riggs moriva al termine del film. Boam scrisse anche Arma Letale 3 e una sceneggiatura molto particolare per il quarto capitolo in cui dei neonazisti organizzano un attentato a Los Angeles.

La prima sceneggiatura di Black era lunga 138 pagine. Alla fine un camion pieno di cocaina esplodeva sulle colline di Hollywood e la droga pioveva sull’insegna di Hollywood; erano previste lunghe sequenze di inseguimento con l’elicottero. Donner ha dichiarato che per lo più il suo lavoro con Boam è consistito nell’eliminare il superfluo e lavorare di più sui personaggi.

Arma Letale si intravede durante L’Ultimo Boycott, film con Bruce Willis scritto da Shane Black e prodotto proprio da Joel Silver (produttore della saga). Nel cast c’è Damon Wayans che è stato scelto per interpretare Roger Murtaugh nella serie tv Arma Letale.

In una scena Riggs chiede a Murtaugh se “è crollata la Borsa?”. Il lunedì nero di Wall Street si verificò il 19 ottobre 1987, sette mesi e due settimane dopo l’uscita nelle sale di Arma Letale.

La pistola di Riggs è una Beretta 92F, invece Murtaugh usa una Smith & Wesson Model 19.

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Arma Letale segna l’incontro di Mel Gibson con Richard Donner. Fino a oggi i due hanno lavorato insieme in 6 film: la tetralogia più Maverick e Ipotesi di complotto.

Danny Glover sfidò ancora Gary Busey in Predator 2 (1990) e Glover interpretava sempre un poliziotto.

Il dipartimento di polizia di Los Angeles ha lavorato al fianco di Richard Donner per garantire realismo alla pellicola.

Gli adesivi contro il regime di Apartheid in Sud Africa sul frigorifero della cucina di casa Murtaugh causarono a Donner numerose minacce di morte.

Arma Letale è il primo film in cui si utilizza un telefono cellulare: si tratta del modello Portable Radio Shack Model 17-1003, che uscì nel 1986.

Il primo è l’unico Arma Letale in cui non c’è Joe Pesci nei panni di Leo Getz.

Il primo è l’unico Arma Letale in cui la spalla di Martin Riggs non è lussata.

Il primo è l’unico Arma Letale non uscito in sala durante il periodo estivo.

Nella scena in cui Riggs si lancia dal tetto di un palazzo con un aspirante suicida era previsto che i due si buttassero ammanettati ma le manette di plastica si ruppero. Se guardate la sequenza al rallentatore è evidente, i due stuntmen provarono a tenersi per mano per far finta di essere ancora legati insieme. I due si lanciarono da un’altezza di 33 metri, da un vero palazzo che ancora oggi si trova a Los Angeles dove l’addetto alle scenografie passava tutte le mattine per fare colazione.

Nella sceneggiatura originale Murtaugh non aveva alcuna connotazione razziale.

La scena del suicidio iniziale è stata girata facendo saltare l’attrice che interpretava la figlia di Hunsaker su un enorme cuscino su cui dei pittori avevano dipinto il piano strada. Con un taglio di montaggio, al momento dell’impatto, si passa all’inquadratura dall’interno della macchina con il tettuccio che si abbozza dando l’idea dell’impatto a terra.

Sarà banale notarlo, ma Riggs è il secondo poliziotto mentalmente instabile che Mel Gibson interpretava: il primo ovviamente è Max “Mad” Rockatansky di Interceptor.

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