L’uomo d’acciaio (cum spoiler)
Vorrei iniziare dalla fine. -Vedi, Fra’, che serve a qualcosa restare per i titoli di coda? -Essì perchè non lo facciamo mai! anche se la casa va a fuoco sti cazzo di titoli di coda non ce li perdiamo mai.
Ok va bene, però dicevo: Soggetto: Nolan e Goyer; sceneggiatura Goyer. Produttore esecutivo: Christopher Nolan piu una serie di nomi rimasti appiccicati a Superman come la zanzara nella resina di Jurassic Park. Alla regia Zack “300” Snyder. Qual è il dna? Il fumettone. Alla Avengers? No, a noi piace farla affezionare ai personaggi la gggente, anche perché al supereroe più noioso del mondo – troppo buono, troppo forte, troppo altruista e anche troppo americano – se non lo puoi scalfire, almeno creagli dei traumi infantili e adolescenziali. È cresciuto in America, no? E allora fallo prendere per il culo a scuola, con un papà morto troppo presto (ma non era lo zio? No stronzo quello è Spiderman) e che ha visto troppe puntate sull’Incredibile Hulk e una gran voglia di fare Bruce Banner e scappare di città in città (eh ma quella non è la storia di Hulk reietto che fugge per nascondersi? E vabbè Fra, ma oggi vuoi proprio fare la precisina! Sì avranno copiato un tintinino).
-Però Fra’, no, non attaccare col realismo perchè non funziona così. Ma Inception era realistico? Interstellar sarà realistico? Un artista cerca delle chiavi di lettura, delle interpretazioni. Ormai il cinema ad alti livelli è diventato un po’ come l’opera: ci sono degli archetipi, dei classici e ogni epoca ha i talenti che si merita per interpretarli in base al senso del tempo. Nolan era interessato a Batman per un certo discorso sulla figura di un uomo in maschera che ha non ha superpoteri ma solo l’addestramento e dei giocattoli tecnologici. Superman è un altra storia. Come far soffrire uno che il dolore fisico non lo conosce? Con la sofferenza interiore di ragazzo cresciuto certamente non in Bosnia, ma anche il piccolo Clark Kent aveva i suoi problemi a vedere le mutandine della compagnuccia di scuola diciottenne. Traumi talmente profondi che il papà lo chiama Pa’, la mamma Ma’ e Lois Amò. Poi ci metti un papà che gli dice “nasconditi perché ti daranno la caccia” e una mamma che qualche anno fa la dava in giro ne L’amore infedele, vedi che qualcosa succede: diventi un solitario, anche irascibile a tratti e con la mania di persecuzione di essere Cristo.
Alla fine dei giochi, come è il film? Spettacolare: la sequenza iniziale su Krypton oltre a essere una novità assoluta è una battaglia continua, con azione, duelli tra navi spaziali e quel gusto da Repubblica di Platone che fa progresso ma che tristezza. Il papà di Superman si mangia la patata e così Kal-El è il primo kryptoniano sgravato da una vagina da quando Nicolas Cage ha ingravidato sua moglie e sfornato il suo di Kal-El (giuro, storia vera). Lo spedisce sulla Terra dove grazie alle radiazioni del sole sarà fortissimo, invincibile, spaccherà il culo ai passeri e anche a Zod che, essendo stato imprigionato in dei piselloni giganti (giuro, storia vera) e mandato in fondo alla galassia, giusto appena dietro la lavagna, si salva dalla distruzione di Krypton, si libera e dà la caccia al figlio di Jor-El che lo aveva gatto sbroccare. Nota: qui c’è l’unico momento di recitazione vera, Michael Shannon è il miglior pazzo in circolazione e solo con la tecnica regala un villain epico. Poi c’è Russell Crowe che per i primi 20 minuti su Krypton se la cava alla grande per poi smosciarsi quando diventa un ologramma dispettoso. Superman ha il petto troppo gonfio e ha l’abitudine a farsi la barba appena mette il costume. La fist fight tra lui e Zod dovrebbe finire a colpi di lametta visto che anche l’altro kryptoniano ha un taglio di barba niente male, ma è fracassona al punto giusto, smonta mezza Metropolis e il nostro supereroe non si pone mai il problema di un palazzo che crolla perché tanto sa che in fondo sta girando Inception 2, i palazzi sono nella testa di Ellen Page o peggio di Leonardo DiCaprio. Senza contare che quando davano Independence Day in televisione lui stava a fare i pomodori di notte con la mamma perchè ci mette un pelo troppo a capire come metterlo nel culo della macchina Terraformante.
Vi dirò: mi sono piaciuto di più le scene parlate, i traumi della gioventù di Clark che ne fanno quello che è. Mi è piaciuta la spiegazione del simbolo (realistico sta cippa: un popolo che va in giro per l’universo a piantare bandiere con su una S che sta per speranza ma non sono italiani). Mi è piaciuto Kevin Costner e sono contento che sia tornato con un ruolo importante in un film importante, sarà che sono papà che le sue scene mi hanno commosso, su tutto quel finale che mi gioco qualcosa che Nolan e Goyer si sono immaginati prima di tutto. DNA della coppia anche lo spot di Zod che mi ha ricordato tanto i video del Joker – come trovata – e l’interrogatorio Superman-Lois Lane. E mi rende orgoglioso pensare che Nolan, come me, in fondo pensa che Gesù fosse un alieno. Questo sì che è realistico. (-Che dici, Fra’, so’ blasfemo? Eh sti cazzi)
Il dialogo
-Sarà un emarginato, un mostro, lo uccideranno
-E come? Sara un dio per loro
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
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sai che mi hai incuriosito su questo film? …. bella recensione…
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tnx
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