Te lo do io il recap/Game of thrones 3×9 The Rains of Castamere

Mozione d’ordine
Quelle che seguono sono delle note seguenti alla visione del nono episodio della terza stagione di Game of thrones. Se avete intenzione di aspettare le puntate in italiano è meglio che non leggiate; se non avete letto il libro forse è meglio che non leggiate.
Cosa è successo?
Come tutti i lettori dei libri di Martin hanno compreso fin dalla comunicazione ufficiale dei titoli degli episodi della terza stagione di Game of thrones, tutta la puntata è principalmente focalizzata sulle Nozze Rosse. Benioff e Weiss, che scrivono l’episodio, mandano avanti alcune trame come quella di Daenerys, Jon Snow, Sam e Bran, mentre più o meno legata al matrimonio di Edmure con una delle ragazze Frey è la vicenda di Arya.
Iniziamo dal contorno. Jon penetra sempre più in profondità verso sud per attaccare il Castello Nero con i bruti. Ma la recita per lui è sempre più pesante: quando il gruppo decide di attaccare la fattoria presidiata da un anziano contadino, il Corvo che è dentro il bastardo di Eddard esce fuori; con un trucco riesce prima a farlo scappare; poi, una volta catturato e raggiunto, il bruto metamorfo Orell chiede che sia lui a giustiziarlo. Snow si rifiuta e attacca i compagni di viaggio, riuscendo a scappare anche grazie all’intervento di Bran che, arrivando da tutt’altra strada era nascosto insieme al suo gruppo in una torre diroccata nei pressi di dove si svolge tutto. Qui il ragazzo prende definitivamente coscienza dei suoi poteri, prima addormentando Hodor che, spaventato dai tuoni, con le sue urla rischiava di far scoprire il gruppo; poi entrando dentro uno dei metalupi e, vedendo Snow in difficoltà, aiutandolo grazie all’intervento delle bestie. Jon fugge sotto lo sguardo da cucciolo con il cuore spezzato di Ygritte; Bran prende la difficile decisione di separarsi dal fratello, mandarlo con Osha a trovare rifugio presso gli Umber, mentre lui proseguirà oltre la Barriera per completare la preparazione ai segreti della Forza grazie al Maestro Yoda. No, scusate, quella è tutta un’altra storia.
Dall’altra parte della Barriera Sam con Ginny e il suo bambino cercano di passare oltre.
Daenerys conquista un’altra città grazie all’eroismo di Verme Grigio, Jorah e Daario Naahris ed è chiaro che la khaleese si strugge per il mercenario e Mormont si strugge per questo suo struggersi.
Veniamo al clou, la famiglia Stark si avvicina alla Torri Gemelle. Robb mette a parte sua madre del suo piano di attaccare Castel Granito, per infliggere un colpo mortale al potere che Tywin Lannister esercita sul continente, ma commette l’errore fatale di chiedere consiglio alla madre che di tattiche non capisce un cazzo e che da quando è iniziato Game of Thrones non ne ha azzeccata una, un po’ come Franco Baldini alla Roma.
Arrivati alle Torri Gemelle, vediamo gli ospiti mangiare il pane e il sale che, forse per chi non ha letto il libro il passaggio non è stato chiarissimo, segna la protezione formale del padrone di casa verso l’ospite, sancita dal mangiare insieme. È per questo che Catelyn osserva tanto attentamente Lord Walder mangiare dopo di loro. Segue una meravigliosa scena, un minuetto di accuse e scuse di Walder a Robb e Robb a Walder, le sue figlie e le sue nipoti. Il Lord delle Torri “ammira” viscidamente la bellezza di Talisa, la donna per cui Robb ha spezzato il giuramento di sposare una delle sue fanciulle, fa degli apprezzamenti anche pesanti e, dalle sue parole, capiamo che ha quanto meno intuito che Talisa è incinta.
Inizia il banchetto, è tutto un susseguirsi di segnali, dubbi, gioco di sguardi. Walder aspetta che Edmure vada a consumare il matrimonio con Roslin in modo che, in base alla tradizione sia valido e non oppugnabile, e che magari, per dirla con Joffrey, Lord Tully “metta un bambino dentro la ragazza”. Ora si consuma il tradimento: la sala viene chiusa, echeggiano le note The Rains of Castamere e mentre Catelyn piano piano capisce, i musicisti si rivelano degli arcieri e trivellano di frecce tutti gli Stark e i loro alfieri presenti. La prima a essere uccisa è proprio Talisa massacrata di coltellate proprio nell’addome che ospitava il figlio di Robb, dopo che, pochi istanti prima, aveva rivelato al marito il nome che avrebbe voluto dare al figlio, se maschio: Eddard. Un nome una iattura. Sotto lo sguardo avido di Walder che continua a trangugiare vino, Catelyn tenta inutilmente di guadagnare la salvezza per il figlio maggiore prendendo in ostaggio la moglie di Lord Frey, ma il vecchio se ne infischia se la Stark taglia la gola alla giovane consorte. E mentre il sangue scorre a fiumi tra gole tagliate e frecce che sibilano, è Roose Bolton a portare i rispetti dei Lannister a Robb Stark. La scena si chiude sul volto sfigurato dalla disperazione di Catelyn (e dalla maschera che nasconde il sangue) un attimo prima che qualcuno arriva a tagliarle la gola. Nero, titoli di coda, niente musica, solo silenzio.
Come è stato?
Probabilmente, non avessi letto i libri, avrei reagito diversamente, ma comunque la visione di The Rains of Castamere mi ha devastato. Martin ha costruito un mondo che, proprio come quello reale, non rispetta le regole della giustizia, dell’equità, pone delle regole che lui stesso viola (come quella dell’ospitalità a cui Walder Frey si sottrae), getta nel fango e nel sangue i suoi eroi, anzi, sembra godere nel farli soffrire il più possibile. Così come Eddard – unico dei personaggi delle A Song of Ice and Fire, ad avere i contorni dell’eroe positivo, quasi senza macchia – è stato decapitato, così suo figlio, Robb, che cercava giustizia e vendetta contro un re iniquo, è ucciso e quel che resta della famiglia Stark è sparso per i Sette Regni. La stessa Arya arriva a un passo dal ricongiungersi alla madre, in tempo per vedere il metalupo di Robb morire in una gabbia trivellato di frecce e capire che un analogo destino tocca a Catelyn e al fratello maggiore. Ancora una volta il Mastino è il salvatore delle ragazze Stark: come con Sansa, porta via Arya dalle Torri mentre tutto l’esercito del re del nord è trucidato; poco prima, l’aveva salvata esitando a pochi chilometri dalla meta, quando per mangiarsi uno zampone succulento, ritarda quel che basta per vedersi bloccare l’entrata alle Torri Gemelle. La diaspora degli Stark è completata dalla sequenza di Bran e Rickon che si separano con il primo diretto a nord per diventare un Jedi e salvare la galassia dai Sith… no scusate un metamorfo provetto, il secondo a cercare riparo presso gli Umber.
Tutta la sequenza del massacro alla festa di nozze è girata e scritta con maestria assoluta, un susseguirsi di indizi, intimidazioni, sguardi di sottecchi, in aperto contrasto con l’analoga festa di Approdo del Re per il matrimonio di Sansa: lì sfarzo, colori, luce; qui tutto è claustrofobico, oscuro, buio. Si gioca tutto sullo sguardo: Walder guarda Talisa per carpirle il segreto della gravidanza; Edmure guarda il velo di Roslin per comprendere se è bella o no; Catelyn scruta Bolton per trovare un briciolo di umanità in quell’uomo, rappresentante della Casa che ha come simbolo l’Uomo scuoiato e scoprendo la manica della camicia e rivelando la cotta di maglia, Catelyn capisce, un momento che gela il sangue, seguito da uno schiaffo e un urlo “Robb”; Walder guarda ebbro di vino e sangue la scena del massacro; Robb vede la moglie morire prima di lui. Ma non è di certo un delicato gioco di sguardi. La scena è violenta: a scioccare non sono tanto le gole squarciate ma l’assassinio di Talisa, accoltellata nel ventre che potrebbe ospitare un futuro Eddard. Non è certo da stomaci fragili e proprio il richiamo al Lord di Grande Inverno ucciso alla fine della prima serie non ha fatto altro che acuire il dolore per tutti coloro che hanno gli Stark nel cuore ma, a mente più fredda, è stato anche un espediente molto facile da buttare lì.
Il resto dell’episodio mi è scivolato via. Procede il viaggio di Jon Snow, ormai preoccupato di correre ad avvisare i compagni Guardiani della notte del pericolo imminente, separandosi da Ygritte ma salvandola, lei disposta a schierarsi al suo fianco contro i bruti. Daenerys conquista Yunkai; qui forse si è tagliato via un po’ facile preoccupati di tornare alle Torri Gemelle: Daario, Jorah e Verme Grigio conquistano la città praticamente da soli mentre nei libri gli Immacolati penetrano a Yunkai attraverso le fogne con l’esercito, sorprendendo i nemici.
I precedenti storici
Si sono susseguiti articoli sui precedenti storici delle cosiddette Nozze Rosse. Lo stesso Martin ha ricordato due casi in Scozia di feste tra ex nemici che sono finite in un bagno di sangue: il Black Dinner, tra l’allora re e il clan Douglas e il Glencoe Massacre tra i clan MacDonald e Campbell; mentre The Independent ha ricordato il caso del 1157 in Danimarca tra tre pretendenti al trono danese.
La battuta
Wine will flow red – Lord Walder Frey
Questa la so anch’io!
Il batterista dei Coldplay, Will Champion, ha suonato nel gruppo di musici della festa di nozze dei Frey. Ottimo al tamburo ma pessimo alla balestra, è stato anche evidenziato da Talisa che il gruppo di suonatori era molto bravo e uno della famiglia Frey ha sottolineato “Con tutti i soldi che gli diamo!”
Questa te la potevi risparmiare
Assenti assolutamente ingiustificati sono i tamburi, che nel romanzo scandiscono tutta la scena del massacro e che durante la lettura mi avevano sconvolto. C”era pure il batterista dei Coldplay, fatteli sonà i tamburi, no?
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‘ennfatti tra hic e hoc alla fine s’e sfangata pure questa stagione attendendo l’ultima puntata che a occhio e croce, visto l’escursus temporale, dovrebbe andare a finire in una serie di discussioni pacate in ambito di fisica quantistica e di ermeneutica pre e post Kantiana…
non ho capito però il liberarsi cosi della Reginetta “fodero per la spada di Robb” e dell’eredeche appena gli hanno dato il nome Eddard ha cominciato a grattarsi con forza l accenno di pallette nel liquido amniotico…se nn erro almeno fin dove ho letto io ancora e’ viva…spoilerone che ciccio panza la fa schiattare comunque? hype hype
ps
due link carini
Maisie Williams che spoilera l ho messa x gli sms :V
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sta tipetta la vestirei come Carrie Fisher schiava di Jabba e la metterei vicino a lord Walder. Poi la famo cantà
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bhe col fiorire di cover della sigla d apertura e di questa fatte da metallari o wanna be Enya finnico/norvegesi (le due arpiste con la coreografia elfica stanno al top) questa e’ la meno peggio sarà che chitarra voce m’attizza piu del medioevalistico
ps.
pure in bulgaria ridono :V
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