Prima visione/X-art videos: Flight di Robert Zemeckis
Nell’anno in cui il suo amico e mentore Steven Spielberg è a caccia grossa dell’ennesimo Oscar con il già acclamato Lincoln, Robert Zemeckis torna finalmente a un film con attori veri. Flight si segnala per due cose spettacolari: il sedere di Nadine Velazquez e lo spettacolare fascino espresso nella perfetta coordinazione occhio-tetta di Kelly Reilly.
Dopo avere passato anni con schermi verdi, fili e cartoni animati, Zemeckis torna al materialismo storico con la grande gnocca.
È la cifra stilistica di Flight, film in cui Denzel Washington è Whip, un pilota di linea cocainomane e alcolizzato. Dopo una notte di sesso e bagordi, è al comando di un volo tra Orlando e Atlanta: un’improvvisa rottura strutturale lo costringe a un’impavida manovra che salva l’aereo (una sequenza che da sola è spettacolare come tutto Top Gun), viaggiatori ed equipaggio a eccezione di 6 persone che restano uccise. L’America lo trasforma in eroe ma presto la commissione di indagine sull’incidente scopre che qualcosa non torna.
Beh, Whip è interpretato da Denzel Washington. Prima di salire sul volo in questione Denzel/Whip se la spassa alla grande con Nadine, hostess che resterà secca nell’incidente. È qui che Zemeckis regala una lunga inquadratura di Nadine nuda nella stanza di albergo in cui se l’è spassata con Denzel/Whip, compresa una curiosa occhiata che Denzel/Whip regala fin nei meandri più nascosti delle terga della ragazza – una scena più espressiva di mille piano-sequenza. È un momento importante che ricorda che Zemeckis si è lasciato alle spalle Polar Express e Beowulf. Ora gli interessano la carne e il culo. Carne che non manca a Kelly Reilly_ quando ce l’hai davanti con un top scollato, non sai veramente dove guardare. È lì che la testa inizia a girare. La Reilly è Nicole, una tossicodipendente che percorre un tratto di strada assieme a Whip nel tentativo di disintossicarsi insieme, trombando allegramente. Kelly Reilly è davvero uno dei motivi per guardare Flight e ringraziare Madre Natura.
Zemeckis è talmente interessato alla carne che si dimentica che lui è un regista buonista. Tra tutte queste tette e questi culi e un Denzel Washington con gli occhi di fuori, allupato, sempre a bere e a farsi, Zemeckis dimentica che lui è quello di “Corri Forrest, corri” e del lieto fine e della speranza. Tira fuori un film duro, bello anche nella rappresentazione della conflittualità del sistema americano, in cui anche se hai salvato 99 persone da morte sicura e 4 sono schiattate come danno collaterale (come ci spiegano, i morti dell’equipaggio non contano) comunque devi rispondere dei tuoi crimini. (Spoiler alert) Così il nuovo eroe di Zemeckis, tutto scroto e naso, sceglie l’espiazione e pur di non far ricadere sugli altri le sue colpe, decide di pagare. Del resto, dopo che nel giro di pochi giorni sei stato con Nadine Velasquez e Kelly Reilly, puoi anche passare il resto dei tuoi giorni in carcere a fare da fidanzata a un latino-americano. È l’America bellezza, e in fin dei conti, anche questo è un lieto fine.
La battuta
I’m Harling Mays, I’m in the list
**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare
Categorie