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Visioni successive – IL articolo determinativo non dovrebbe essere usato davanti a nome proprio di persona, in un paese civile

cosavogliodipiuCosa voglio di più è una storia di corna, in un posto nel nord con i palazzi troppo vicini gli uni agli altri, dove si fa molto “nero” e si abusa dell’articolo determinativo davanti ai nomi di persona. La Bianca, La Chicca, La Anna, L’Alessio, Il Domenico, li mortacci vostra e de Bossi.

Detto ciò, vorrei sottolineare un paio di cose che ho apprezzato del film di Soldini, senza che sia riuscito ad elevarsi di molto al di sopra della insulsaggine di certa cinematografia italiana.

Ho amato molto il respiro del film, tutti quei momenti che riempiono il tempo trascorso tra le scelte, le svolte e i momenti clou, e che di solito mancano in un film. Cioè, uno si domanda, tra una copula e l’altra, i nostri protagonisti cosa combinino, ovvero il “tempo” delle loro esistenze e Soldini ce ne dà una rappresentazione tra cene arrangiate e piatti lavati, dialoghi sull’uscio di casa, viaggi in treno o più semplicemente la difficoltà a trovare la strada per raggiungere il motel.

Un’altra delle cose che ho apprezzato è che la Rohrwacher trascorre parecchio tempo nuda, evidentemente ci teneva a far sapere che anche lei non è mica da buttare via. Penso, d’altronde che mia moglie non abbia disprezzato il Favino nudo – inteso come l’attore e non il suo coso – e la quantità di scene a loro modo scabrose hanno un po’ messo in imbarazzo la sala dell’Eurcine dove ho visto il film, solitamente avvezza a un pubblico di pensionati e famiglie. Un pubblico talmente smaliziato che alla fine non poteva di far a meno di notare “ma dovevi andare in Marocco per capire che non era cosa?”. Vagli un po’ a dare torto… Capito la saggezza delle nonne e delle mamme?

Una nota a parte per Giuseppe Battiston, sempre più a suo agio nei panni del ciccione buono di cuore anche se, secondo me, aspira a diventare il corrispondente leghista del personaggio di Boris che ripeteva in combinazione “bucio di culo”. Lo vedo bene in un fumoso caffè di Parigi o Londra, in calzamaglia, mentre grida, sofferto, “bouche de cül” (la dieresi sta ad indicare che questo blog non è il solito e becero blog che spara insulsaggini sui film ma pone una riflessione sofferta fra noi e il mezzo cinematografico).

3 e mezzo buono***½

Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?

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