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Scarface di Brian De Palma – The world is yours

Scarfacescarface al pacino michelle pfeiffer de palmaUn filmone irrinunciabile, un capolavoro che ha segnato il paradigma dei film sulla criminalità non solo al cinema ma anche in tv. Ispirato all’omonimo pezzo di storia firmato da Howard Hawks, Scarface di Brian DePalma è un film che non può mancare nelle calde notti estive e, ancora una volta, mi sono consegnato al nemico, non consentendo a Canale 5 di deturparlo con le interruzioni pubblicitarie e con il doppiaggio approssimativo trasmesso nelle ultime repliche sul piccolo schermo e riguardarlo in dvd.

Dal punto di vista letterario – se vogliamo dire così – Scarface è una parabola sul potere e la morte, temi che ossessioneranno per tutta la carriera l’autore della sceneggiatura, Oliver Stone. Anche qui, come in tanti altri lavori del regista newyorchese, la premessa è politica o, almeno, politica e sociale: Fidel Castro apre i porti cubani a chiunque volesse abbandonare l’isola e la “rivoluzione”. Era l’agosto del 1980 e nella vicina Florida si riversarono circa 125 mila cubani, alcuni profughi politici, altri in fuga dalle galere. È in questo rimescolamento del tessuto sociale, in questa marea di disperati che cerca l’Eldorado e trova solo altra povertà e miseria, che qualcuno cerca la sua via d’uscita: la criminalità, la droga, l’assassinio. La degenerazione del sogno americano. Qui inizia l’ascesa di Tony Montana, un nome che ormai sottintende la perversa aspirazione alla conquista, alla fama, al potere, al denaro, a qualunque costo.

Sebbene sia un personaggio appartenente ad un’altra epoca (era l’inizio dei ruggenti anni Ottanta) la sua lezione sul potere, il male e la morte è valida ancora oggi, dopo tanti scandali, Enron, i dissesti finanziari, impicci ed imbrogli dei potenti in un mondo in cui lo squalo affamato mangia i pesci piccoli. Così, nell’universo di Scarface, si muovono stelle, comete, asteroidi e pianeti avvolti nel lato oscuro: trafficanti e boss della mala, polizia corrotta e marcia, avidi dirigenti di banca, politici meschini, droga che scorre a fiumi ed a cui nessuno è in grado di dire “no”. Il bene non esiste, esistono solo due facce della stessa malvagità. In questo mondo, Tony Montana è in guerra con tutti: niente è buono, niente è di puro, tranne sua sorella, per cui ha un’ossessione che lo spingerà a compiere il peccato finale più grave: uccidere Mannie, l’amico che era con lui fin dall’inizio e probabilmente l‘unico di cui potesse fidarsi nella corsa a ingoiare il mondo che lo porta sempre di più nella solitudine.

I temi – accennati, sfiorati, sviscerati ma mai banali – sono accompagnati dalla regia di De Palma, a volte visionaria, a volte semplice contabile della discesa agli inferi di quel demonio di Montana. Virtuosismo, equilibrismi, piani sequenza, vertiginosi balletti con i personaggi che ci consentono letteralmente di girare intorno al loro mondo interiore. In tutto ciò, il mio amico Angelo dice: “l’ultima volta che ho rivisto Scarface mi è sembrata una puntatona di tre ore di Miami vice”. Sarebbe facile rispondere che Miami vice non ha mai avuto, ovviamente, tanta qualità visiva e di forma ma c’è di più. Io dico: è un paragone azzeccato nella misura in cui è vero che Scarface ha influenzato tutto quello che è venuto dopo. Perché non è possibile fare i conti con Miami, la criminalità, con un trafficante di droga senza pensare a Tony Montana, alla sua ascesa, al suo declino, alla sua morte: l’avvio con l’omicidio nel campo profughi (è un omicidio politico con cui inizia l’ascesa di Montana e la sua caduta avverrà perché si rifiuta di compiere un altro omicidio politico per salvare gli unici innocenti del film, la moglie e le figlie del suo obiettivo); la trappola dei colombiani, la spietata tortura e l’epilogo saturo di sangue; il finale, il clamoroso finale tra montagne di cocaina e un duello da solo contro tutti, un demone contro altri demoni, armato fino ai denti, invulnerabile ai proiettili fino alla caduta nella piscina sotto il monumento al suo mondo da conquistare. The world is yours – il mondo è tuo – ma il mondo è stato tuo ed ora non è più.

Ps: non trovate che il killer che alle spalle dà il colpo di grazia a Tony Montana è inquietantemente simile al Terminator di Arnold Schwarzenegger?

4 buonoforrst gump**** la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

 

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