Visioni successive – Un’idea non originale ripresa in una forma non innovativa diventa un originale esperimento di cinema

Cazzo quanto è fico REC. Durante la proiezione avrei dovuto prendere appunti, per essere, poi, pronto a raccontarvi impressioni, emozioni, riflessioni ma non mi è stato possibile. Cazzo, non ho avuto nemmeno il tempo di estrarre taccuino e penna dalla tasca della giacca. Sono rimasto immobilizzato nella mia poltroncina, incapace di muovermi e di staccare gli occhi dallo schermo anche per un solo istante. Sì, perchè, cazzo non puoi proprio togliere gli occhi dallo schermo: cazzo magari ti perdi un dettaglio fondamentale oppure, cazzo, una vecchia all’improvviso salta al collo di un poliziotto o un pompiere precipita dalla tromba delle scale e tu cazzo te lo perdi e non ritorna e non capisci cosa sta accadendo anche se in fondo afferri subito che nell’attico del palazzo c’è una forza oscura e comprendi immediatamente che è una storia di un virus che ti trasforma in zombi o roba simile. E se l’ennesima storia di morti viventi non è mica tanto originale beh, neanche l’idea scelta per raccontarla lo è, riprendendo in tutto The Blair Witch Project, però cazzo, malgrado ciò, sei catturato e rapito da una forma stilistica che ci trasmette un cazzo di cinema primordiale, violento, crudo, senza intermediazioni, senza condizioni, in una parola: puro. Sì perchécazzo dallo scherma trasudano un’ora e venti di materie-organiche-sangue-morte-brandelli-di-carne, raccontato senza mediazioni, senza stilemi, senza balle, una sorgente di acqua immacolata che sgorga dalla più alta delle montagne soltanto che qui l’acqua ha il sapore del sangue, del terrore, della paura, della tensione e la cinepresa balla e lo schermo balla e in alcuni momenti non c’è modo di capire cosa succede perché balla tutto tranne le poppe della giornalista che dovrebbe raccontare la storia ed invece è in preda al panico e corre e cazzo corre pure il suo cineoperatore – anche se sarebbe corretto dire telecameraman ma chissenefrega – e quindi non si capisce niente e ti viene il mal di mare e arrivano le vertigini e non capisci se vengono perché hai mangiato troppe M&M oppure cazzo perchè c’è sangue dappertutto che arriva senza avvisarti oppure è la cinepresa che balla e non capisci niente. Capisci solo che moriranno tutti, che non c’è speranza, non c’è via di uscita anche se speri di trovarla. Ed alla fine ti ritrovi con davanti il paziente zero, una ragazzina mummificata che tutti credevano morta – ed il virus con lei – e invece non lo è ed è come incontrare uno squalo o un dinosauro, capace solo di divorarti ed ucciderti senza ragione che non sia quella che è la sua natura e comprendi che lei è pura anche se non si lava da 20 anni, è pura come il cinema che Jaume Balagueró e Paco Plaza cercano di raccontarci anche se la trama non è originale e la forma non è innovativa ma lo è, e non so perché, forse perché è pura.
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Cazzo! Deve essere proprio un cazzo di film fico, cazzo! 😛
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Dunque…stamattina entro in metropolitana e, quasi come fosse un gesto meccanico, arraffo il giornale “Metro” che una mano gentile mi tende, lo sfoglio una volta salita sulla carrozza (le fermate sono tante prima della mia!) ed ecco che arrivo alla pagina della critica cinematografica e cosa trovo??Una bella critica su REC…evito di scrivere tutto ma …questo passaggio te lo voglio proprio riportare:”….La macchina da presa si spegne, cade, divaga. Luce poca, antri spigolosi. Tutte scuse buone per celare e spintonare le non-sorprese di una trama che arranca. La fanno durare poco, per limite più che per scelta.”….OH!!!COME CONCORDO!!!!!!!!!!!!!!!!!;-)
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è un povero zozzone
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che bello una donna educata. direi una principessa.
a me il film è piaicuto moltissimo. questione di gusti credo.
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