The Lost Bus, Paul Greengrass e fuoco cammina con me
Quando ho letto che Paul Greengrass avrebbe girato The Lost Bus, un film su uno dei più devastanti incendi boschivi della storia americana recente, sessantamila ettari di terreno bruciati, diciannove strutture distrutte e ucciso 86 persone, un po’ devo dire che mi sono ingrifato. Prometteva bene fin dall’inizio l’incontro tra la forza della natura e l’uomo che con la sua cinepresa a mano ha inseguito Jason Bourne mentre saltava sui tetti di Tangeri, ha infilato la camera sotto i proiettili dell’esercito inglese dentro il Bloody Sunday e si è nascosto negli stretti corridoi e tra i sedili dello United 93 per raccontarne l’ultimo volo, tra immagini tremolanti e lo stile ultra realistico.
Kevin (Matthew McConaughey) è pura working class americana, uscito da una versione aggiornata al XXI secolo di una canzone di Bruce Springsteen: scappato giovanissimo da un padre oppressivo, separato, tornato a casa dopo la morte del padre per assistere la madre malata e prendersi cura del figlio ribelle (interpretato dal vero figlio e dalla vera mamma di McConaughey, visto che Matthew qui ha piazzato tutta la famiglia).
Kevin nun se la passa bene: guida i pulmini scolastici nella zona di Paradise in California e, diciamolo, non ha un carattere facile, prende persone e vita contropelo, tant’è che ogni giorno discute col supervisore perché è costantemente in ritardo con i controlli dell’autobus, non consegna i rapporti e “no, Kevin, non posso darti gli straordinari di cui hai bisogno”. Sull’orlo di essere licenziato, dopo un litigio furioso con il figlio e nel giorno in cui ha dovuto sopprimere il suo cane malato, insomma, nel mezzo di una bella giornata di melma, Kevin si trova di fronte alla decisione più importante della sua vita: la richiesta di soccorso di 22 studenti rimasti bloccati a scuola dall’incendio più devastante del secolo. Kevin risponde “presente” e insieme alla maestrina Mary (America Ferrera) attraversa l’inferno per riportare dai loro genitori, lavoratori e sfigati quasi quanto Kevin, i bambini e le bambine, a sua volta all’oscuro se la sua famiglia e quella di Mary siano riuscite a salvarsi. ‘Sti ragazzini so complicati: chi ha l’asma, chi le crisi di panico, chi ha perso l’orsacchiotto, chi ha sete, chi vuole il papà. La comunicazione non è il forte di Kevin, ma fa del suo meglio. E volte è sufficiente.

Immaginavo che Greengrass in modalità “fuoco cammina con me” potesse regalare soddisfazioni, non immaginavo che accadesse anche grazie alla straordinaria carica umana ed emotiva del film. The Lost Bus ruota intorno a sequenze altamente spettacolari, in cui letteralmente attraversiamo il fuoco in una sorta di Speed al contrario senza Keanu ma con le fiamme dell’inferno a tallonarti e anche evitare che l’autobus finisca fuori strada o peggio, ma che proprio dai personaggi trae la sua forza. Non è un caso che alla sceneggiatura, scritta a quattro mani con Greengrass, ci sia Brad Ingelsby, autore di straordinari affreschi dell’America in Out of the Fornace (Scott Cooper, il regista di Springsteen: Liberami dal nulla) e le serie tv poliziesche Mare of Easttown e Task: tra rapine e assassinii, quei racconti sono il ritratto di una nazione morente e di personaggi spezzati, uomini e donne quarantenni, quasi cinquantenni, sballottati tra mille problemi quotidiani, non rinunciando mai a lottare per fermare il male che li circonda. Uomini e donne qualunque con ruoli di responsabilità e che, a dispetto di litigi familiari, malattie e disagio psichico e sociale non rinunciano a fare la loro parte. Kevin e Mary sono così: non si spezzano, restano in piedi malgrado tutto, senza mai cercare scorciatoie.

Così scopriamo che The Lost Bus, presentato al festival di Toronto e che qui da noi è andato direttamente in streaming su AppleTv+, è bellissimo, che sarebbe valsa la pena di un passaggio in sala per godere di come Greengrass, tra digitale e immagini di repertorio, ha ricostruito un incendio devastante e ci ha messo dentro Matthew McConaughey e America Ferrera, con i loro sguardi penitenti, ma mai arrendevoli. Dando pure una bella botta ai grandi conglomerati dell’energia, riconosciuti in via giudiziaria come responsabili dei terribili fatti di Camp Fire.
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
Ecco le migliori frasi e citazioni di The Lost Bus
Le migliori frasi e citazioni di The Lost Bus
Perché è l’ultimo autobus a uscire da lì?
Mi vedevo diverso a 44 anni.
Vuole arrivare presto o seguire il piano?
Kevin: Mio padre è morto da poco
Mary: Mi dispiace
Kevin: Non eravamo legati. Non si dispiaccia.
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