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Pig, recensione, migliori frasi e citazioni

Il nostro podcast sul talento di Nicolas Cage con Andrea Guglielmino

Pig-Lead-PosterNei primi 9 minuti di Pig-Il piano di Rob, il film di Michael Sarnosky con Nicolas Cage, le uniche parole che sentiamo sono “oh brava”, “sto bene”, “sono solo i coyote”. Per Cage, Sarnosky con Vanessa Block ha scritto Robin detto Rob, un personaggio spezzato che ha scelto una vita da eremita nei boschi dell’Oregon, cercando tartufi, dopo essere stato un affermatissimo chef. Uno così, un giorno, cucina un piccione da 400 dollari e quello dopo sparisce nei boschi e va in giro col pigiama zozzo di fango e sterco. Capita, altrimenti non ci farebbero i film. Quando rapiscono Brandy, la maialina che lo aiutava nelle sue ricerche tartufate, il vostro affezionatissimo scriba ha pensato subito: “Ora sbrocca e ammazza tutti”. Uno chef dalla r moscia come Locatelli diventa John Wick, decapitazioni con le padelle, forchette negli occhi e coltelli che accoltellano.

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E Cage, dolorante, ferito, in pena per l’amato animale, parte effettivamente alla ricerca di Brandy, insieme a Amir (Alex Wolff), il ragazzo del mercato dei tartufi. Inizia un viaggio in una città nascosta, Cage rivela un Fight Club per camerieri e aiuto-chef nascosto nelle viscere di un hotel demolito e su cui è stata costruita una piazza chic. Seguendo l’odore del tartufo tra la mala di Portland, Rob scopre l’identità del “rapitore”: proprio il padre di Amir. Nel viaggio abbiamo preso coscienza delle ferite di Rob/Cage, il lento decadimento di un uomo passato dall’appartenere all’élite dei professionisti più idolatrati del nostro tempo a diventare un terrapiattista in attesa del grande tsunami che ci spazzerà via tutti. Adesso non siamo ai livelli di Via da Las Vegas, ma Cage è convincente, secondo me un po’ ci crede alla storia dell’onda che ci ucciderà tutti. Come del resto, Robin è più simile a Cage di quanto forse lui stesso vorrebbe ammettere, costantemente costretto al compromesso hollivudiano e alla ricerca di pace e tranquillità per esplorare la sua arte.E in Pig l’ha trovata.

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Sarnosky ci guida per mano attraverso le ferite degli uomini e della città, passiamo di notte per luoghi sfigurati, tra gli abitanti spaesati e fin dentro il personale incubo di Samir, con una madre suicida e un padre violento.

Quando ti aspetti lo show-down finale, Sarnosky tira i fili delle storie che ha intrecciato e cuce tutto in una cena rivelatrice, a ricordare come il cibo sia la scorciatoia ai ricordi e alle emozioni che credevano sepolte, ripensando ai piatti cucinati da mamma e da nonna, perché la bocca è la strada più breve verso il cuore. In effetti quella dal culo è più tortuosa e lunga. In Pig ci sono un paio di scene clamorose, a livello di recitazione e come possa essere davvero il mezzo per giungere al significato ultimo del nostro tempo come quando Rob convince il suo vecchio aiuto cuoco vendutosi al culto della cucina destrutturata a riprendere il suo sogno di aprire un pub, sospirata critica del mercato e del marketing dei ristoranti alla moda.

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Pig di Michael Sarnosky con Nicolas Cage in una delle sue più intense e belle interpretazioni è disponibile su Prime Video. 

E ora le migliori frasi e citazioni di Pig

Le migliori frasi e citazioni di Pig

 

Vuoi i tuoi tartufi? Io il mio maiale

 

Sono il re della giungla

 

Dovresti usare il pane raffermo per il french toast

 

Ti ho licenziato perché scuocevi sempre la pasta.

 

Niente è reale. I critici non sono reali. I clienti non sono reali. Perche questo non è reale. Tu non sei reale

 

Non abbiamo tante cose di cui doverci preoccupare.

 

Tu sei uno chef. Io sono una fornaia.

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