La Belle Epoque
La Belle Epoque è il film di Nicolas Bedos in cui un vecchio depresso e mezzo fallito (Daniel Auteuil) con una moglie ancora troppo arzilla (Fanny Ardant), spende un sacco di soldi per rivivere il giorno in cui si innamorò proprio di colei che sarebbe diventata sua moglie.
Ci riesce attraverso la misteriosa agenzia di un amico di suo figlio, che allestisce serate a tema per ricconi annoiati. Vuoi essere lo Zar Nicola II o Maria Antonietta nei cinque minuti giusti? Loro ti accontentano, ghigliottina inclusa (no scherzo niente ghigliottina).
La prima considerazione del vostro affezionatissimo è stata: non era meglio spendere tutti questi soldi per stare con una escort diversa ogni serata fino ai 95 anni?
Però il nostro eroe non la pensa così e aspira alla realizzazione di una rappresentazione, di un qualcosa che è stato e che potrebbe tornare a essere. Però il nostro eroe si innamora dell’attrice che interpreta la moglie, ma nella finzione, il che è anche abbastanza patetico perché la nostra eroina è Doria Tillier.
La Belle Epoque è un po’ Strange Days e un po’ Truman Show, ma al di là dell’insipidezza della trama – in campo due coppie, una giovane un po’ litigarella, una anziana un po’ assopita, tutte e due torneranno allo status quo ex ante – è proprio l’attenzione alla nostalgia, a un rituale, a una messa laica che appaghi, anche se parzialmente il nostro tornare a momenti felici, quelli che non sapevamo fossero tali mentre li vivevamo. Tornarci con la consapevolezza dell’età adulta, per recuperare le ragioni di un amore, perché ogni tanto bisogna innamorarsi di nuovo. Anche se io avrei speso tutto in escort, sicuro.
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