The Pills-Sempre meglio che lavorare
C‘è stato un momento preciso, diciamo dopo una ventina di minuti dall’inizio della proiezione di The Pills-Sempre meglio che lavorare, che prepotentemente mi è entrato in testa Ecce Bombo di Nanni Moretti. Qui come allora siamo in presenza di un gruppo di ragazzi che ammazza il tempo parlando e criticando tutto, aspettando di trovare il loro posto nell’Italia della crisi. Ieri come oggi, il Paese “reale” non è cambiato, i giovani non sono cambiati.
Certo, la furia citazionista dei The Pills è un moto a ripetere piuttosto che a creare (usare delle idee usate è sempre meglio che farsi venire delle idee proprie, giusto?) ma Sempre meglio che lavorare è davvero divertente ed è una comicità molto romana ma anche con i muscoli per uscire dal Raccordo Anulare. È anche una comicità vera. I ragazzi disoccupati vivono alla periferia di Roma, girano in autobus con numeri di linea che non ho mai sentito – il 106 o il 558 – vanno a magnà da mamma perché forse hanno solo i soldi per il caffè e le canne.
C’è Giancarlo Esposito e gradisco il riferimento. C’è il lavoro visto come qualcosa di talmente raro da essere vissuto alla stregua di una droga, letale e da sballo. E gradisco il riferimento.
La sala è piena di gggiovani e sono insopportabili. Urlano e gridano sguaiatamente. C’è uno che nella lenombra dell’Adriano porta gli occhiali e cerca qualcuno che non risponde al telefono. Ma noi eravamo così? Non lo so, so solo che noi gridavamo cose giuste e sono uno splendido quarantenne… Da tre anni.
La battuta
Una vita con la sveglia alle 7.30 è una vita che non è degna di essere vissuta.
**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare
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