Serial&Co(cci)/Game of Thrones Recap 4×10 The Children
Che cos’è?
La serie che guarda verso est, verso il futuro, con una cabina.
Cosa è successo?
BARRIERA
Ritroviamo Jon Snow esattamente dove lo avevamo lasciato alla fine di The Watchers on the Wall, su quel confine che ha giurato di difendere. Mentre si muove verso l’accampamento dei Bruti, passa in mezzo a un autentico banchetto per corvi (Feast for Crows, dal titolo di uno dei libri di Martin). Va da Mance. Per parlamentare ma per cercare di uccidere il re oltre la Barriera. Jon sa che se uccide l’uomo morirà anche l’idea. Non so se un semplice spettatore della serie ha chiara questa cosa: l’indisciplina, la difficoltà a essere uniti perché i Bruti non si inchinano a un re, ecco perché Mance è fondamentale perché è stato l’unico a creare un’alleanza che riunisse tutte le tribù. I due brindano ai caduti: il gigante Mag The Mighty era un re l’ultino di una stirpe più antica dei Primi Uomini. Jon ricorda Grenn morto per fermarlo e cresciuto in una fattoria. Brindano alla loro memoria. Mentre sta portando avanti le trattative – non molto bene veramente – ecco il colpo di scena: un misterioso esercito compare dal nulla. Misterioso fino a un certo punto: presto riconosciamo le insegne di Stannis, il quale, abbastanza facilmente, penetra nel cuore dei centomila Bruti e prende prigioniero Mance. Si tratta di uno degli eventi più importanti delle vicende del Nord. Tutta la sequenza che segue è molto bella: il dialogo a tre tra Jon, Mance e Stannis, con il re dei Bruti che non vuole inchinarsi al re degli Andali e dei Primi Uomini; Jon da i suoi consigli non prima di essersi presentato come il figlio di Ned Stark, colui che avrebbe voluto consegnare il Regno a Stannis se non fosse stato per il tradimento di Ditocorto. Jon consiglia anche di bruciare i corpi. È in questa sequenza che, mentre il Maestro di Castello Nero saluta i caduti con un motto degno del Fight Club, tra le fiamme Jon Snow incontra lo sguardo della sacerdotessa rossa. Non so se ricordate la passione che Melisandre ha per le discendenze reali… e sicuramente ricordate che il Maestro è un Targaryen e che sarebbe potuto diventare re se non avesse scelto il Nero. Poi Jon prende Ygritte e le regala una pira funeraria tutta sua, nella madre di tutte le scene inutili di GoT4 e che vale meno del dialogo che lo precede tra lo stesso Jon e Tormund, che evidenzia, come se ce ne fosse bisogno tutte le differenze tra Bruti e Andali.
OLTRE LA BARRIERA
Bran è quasi arrivato a destinazione. Dal nulla spuntano degli scheletri vestiti da antichi greci che sembrano usciti da Ghost and Ghouls o da Scontro tra Titani. Jojen non ce la fa. Erano settimane che si trascinava e francamente aveva anche rotto il cazzo. Hodor, Bran e Meera sono aiutato da una bambina misteriosa che li conduce dal corvo con tre occhi, che altro non è che un vecchietto che scioglie uno dei viaggi più tortuosi della storia con un “Imparerai a volare”. Bran dimostra tutti i suoi anni: lui voleva semplicemente poter camminare di nuovo, er vecchio melmoso gli propone delle droghe fatte con le radici di albero diga. Sai che trip.
APPRODO DEL RE
Qyburn cerca di salvare la montagna: “Devi sapere che il procedimento lo cambierà, in qualche modo”… In peggio? No, basta saperlo. Cersei va a discutere con il padre. Non vuole abbandonare Tommen. Non vuole darlo in pasto a Margaery e il padre, costretta a ritirarsi ad Alto Giardino per il resto dei suoi giorni. Il padre è uno tosto e Cersei usa la bomba H: se il padre non accetta le condizioni lei dirà la verità, ovvero che i figli di Robert in verità sono frutti dell’incesto. Voci tremanti, sguardi vibranti, è una scena molto forte. Poi, Cerse si va a garantire la protezione di un maschio e si va a trombare Jaime.
Arriviamo alla scena clou. Jaime non si lascia manipolare – ammesso che Cersei pensasse al destino di Tyrion mentre scopava con lui: lo Sterminatore di Re libera Tyrion con l’aiuto di Varys. Qui c’è l’addio tra i due e verifichiamo ancora una volta quanto piaccia a Jaime abbracciare e baciare i suoi consanguinei. La scena madre. Tyrion si perde nel dedalo dei cunicoli della torre del Primo Cavaliere e finisce nelle stanze del Primo Cavaliere. C’è il lettone di Putin e una signorina si muove sinuosa tra le lenzuola. E’ Shae, che a quanto pare ha trovato subito un Lannister con cui consolarsi. Tra i due è subito lotta, il Folletto soffoca il suo (ex) amore. E lo vediamo mentre la strangola con la corda che tiene insieme quel velo che Shae chiama vestito, e mentre Tyrion stringe, vediamo la mano della donna che piano piano perde vita. Alla fine, il nano è ai piedi del lettone di Puntin, la testa della donna riversa al suo fianco, il piccolo uomo chiede scusa. Ma non finisce qui, Tyrion sa che da qualche parte c’ suo padre. E lo trova… al bagno. Qui c’è l’ultimo dialogo tra i due: Tywin cerca di prendere tempo, usa tutte le sue tattiche: l’autorità paterna ,cerca di manipolare Tyrion, ma il destino del grande uomo di Catsel Granito è segnato: con due dardi in corpo mentre era sul trono de bagno, Tywin Lannister muore.
MEEREEN
La Khaleesi ha dei problemi di governo. Ma non sono i soli. I suoi draghi fanno danni in igor. La morte di una bambina, induce Daenerys a rinchiudere due dei suoi draghi nelle catacombe di Meereen. Il grande drago nero, Drogon, è disperso. Cosa ne sarà di lui?
DA QUALCHE PARTE NELLA VALLE
Alla fine, Brienne trova Arya, ma per prendere la giovane Stark deve superare l’ultimo ostacolo, il Mastino. E’ un duello all’ultimo sangue. Però Arya si sottrae al destino deciso per lei da qualcun altro. Dopo che Briene perde uno dei duelli di spada e di cuore più belli della storia di Game of Thrones, la donna non riesce a trovare la ragazzina. La rivediamo al fianco del Mastino, il quale, messo molto male, cerca di convincerla a dargli l’ultimo pietoso colpo di grazia. Ma la ragazzina è cresciuta e rifiuta e lascia l’uomo al suo destino. Trova una barca, fortuna sua che il capitano è di Braacvos, così Arya può usare la moneta di argento che aveva con se dalla seconda stagione e partite verso un nuovo futuro, verso est, dove ce stanno le prostitute slave che j’ammollano.
Come è stato?
Facile giocare con il titolo dell’episodio. Game of Thrones 4 termina con uno sguardo al futuro. Anni e anni di lotte, guerre, intrighi, tradimenti e ciò che è rimasto sono figli e figliastri di Ned Stark, Tywin Lannister e Robert Baratheon. I grandi patriarchi sono tutti (quasi) scomparsi, il mondo è dei loro figli. È quello che vediamo, è quello che accadrà in futuro. Jon ricorda subito a Stannis che suo padre morì per essergli fedele e nel nome del padre fornisce il miglior consiglio della serie: “Bruciare i morti”.

Daenerys continua nella sua traccia episodica, il suo lottare contro il vecchio mondo, lei che non ha conosciuto il padre che di quel sistema era comunque una pedina, per costruire il suo mondo e ciò che è costretta a fare è imprigionare i suoi figli, i draghi, per proteggere coloro che la chiamano Mhysa. Un altro che ha imprigionato il figlio, di certo non prediletto, e lo ha condannato a morte è Tywin: con lui se ne va forse il pezzo più importante della vecchia Westeros, coloro che combatterono durante la ribellione ai Targaeryen. Qui avviene in un segmento cupissimo, in cui Tyrion uccide prima l’amore della sua vita, poi il genitore, dopo essersi prima sentito imbonire dal padre che rivendica il lignaggio del figlio, garantendo che non lo avrebbe mai mandato a morte fino a rimangiarsi tutto, quando capisce che non ci sarà perdono, non ci saranno lettere che lo salveranno: “-Non sei mio figlio”. “-Sì, lo sono, lo sono sempre stato” e parte il dardo letale. Di contro, Arya che trova la libertà è uno di momenti più luminosi di Game of Thrones 4, dopo che Brienne e Il Mastino si sono battuti per la sua anima come Obi Wan Kenobi e Darth Vader per quella di Luke Skywalker. Lei decide di fuggire, perché non si fida più di nessuno: trova una nave, un ultimo sguardo a Westeros e via verso Braavos. Qui, avrei amato che l’episodio si chiudesse con il saluto Valar Morghulis/Valar Doheris, perché questa stagione è stato un autentico massacro e lasciare con “Tutti gli uomini devono morire” e “Tutti gli uomini devono servire” sarebbe stato un colpo di classe. Invece, cari Benioff e Weiss, avete dovuto aggiungere sta cazzata della cabina che non ho proprio capito.

Qua e là troviamo c’è Cersei che da figlia e madre si ribella al patriarca Tywin rivelando il segreto alla base di Game of Thrones, l’incesto: il frutto dei Lannister è avvelenato e lei farà di tutto pur di restare al fianco di suo figlio.
Tra i momenti più belli della chiusura di stagione c’è la sequenza con Jon che intravede Melisandre attraverso il fuoco che brucia i cadaveri, la già citata mano di Shae mentre Tyrion le toglie la vita e gli scheletri alla Ray Harryrausen che attaccano Bran e la sua piccola compagnia dello storpio, portandoci via Jojen e regalandoci il cameo di Struan Rodger come… cosa cazzo interpreta? Il vecchio che svela a Bran che imparerà a volare e che abbiamo visto in Momenti di gloria come amico di Eric Liddell.
Poi vorrei parlare della bocca di Ciaran Hinds/Mance Rider: quando hai un attore così, la voglia è di metterlo in ogni scena, il confronto prima con Jon e poi con Stannis è teso, duro, onesto (“We do not kneel” detto a un uomo che potrebbe tranquillamente decapitarti).

I soldati di Stannis
Qualche matto in rete li ha contati durante l’attacco al campo di Mance Rider: sono 3.300, il che vorrebbe dire che non ha ancora dato fondo al tesoretto della Banca di Ferro per assoldare dei mercenari.
Le battute
Se mio padre avesse visto quello che io ho visto, avrebbe ordinato di bruciare i corpi prima che cali la notte. Tutti quanti. (Jon Snow a Stannis Baratheon)
Your legacy is a lie. (Cersei a Tywin)
PS. Come avrei voluto finisse? (OCCHIO SUPER SPOILER)
In Rete se ne è parlato molto. Io fin dalla fine della terza stagione andavo ripetendo – per lo più a mia moglie, l’unica che ha la pazienza di subire le mie elucubrazioni al riguardo – che la quarta serie sarebbe terminata con Catelyn che risorge, l’ennesimo zombie di un mondo in disfacimento. Non è andata così. A me so girate parecchio le palle, perché il finale mi ha lasciato un certo senso di insoddisfazione. Ciò ha fatto nascere in me la domanda: Avendo letto tutte le Cronache del ghiaccio e del fuoco (so far), cosa mi aspetto dalla sua versione televisiva? Sono sincero, la prima cosa che mi aspetterei è il cambiamento, poter trovare nuove soluzioni e nuove strade percorse. Invece, il più delle volte si tratta di scorciatoie, per arrivare prima a una determinata svolta, per risparmiare o guadagnare semplicemente tempo. Io ho sempre sperato che, a un certo punto, Benioff e Weiss diventasse adulti e creassero le “loro” Cronache del ghiaccio e del fuoco e mi stupissero. Perché una piccola parte di me continua a rammaricarsi di aver letto tutto ed essersi rovinato la sorpresa. D’altra parte, mi aspetto grandi interpretazioni, dialoghi (soprattutto quelli a due) ficcanti e belli, scritti come Cristo comanda. Questo quest’anno è un po’ mancato, mentre a tratti, qua e là fa capolino una tendenza alla telenovela, allo spingere sull’intreccio piuttosto che sul contenuto. Così, mi è mancata anche Catelyn. I due fessi, Benioff e Weiss, hanno spiegato che la resurrezione di Catelyn non è mai stata in discussione e mai lo sarà. Secondo loro “Che senso ha far risorgere un personaggio, soprattutto uno affidato a una attrice brava e di personalità come Michelle Fairley per mandarla in giro ad ammazzare gente? Come se non ci fossero abbastanza assassini a Westeros”. Insomma, semplificare. La stessa attrice, impegnata in 24 Live Another Day, ha detto che “Il personaggio è morto. È morta. Devi rispettare la decisione degli autori. Conoscevo l’arco narrativo e quello era. Non possono rimanere fedeli ai libri al 100%. È impossibile – hanno solo 10 ore per stagione. Devono mantenerla drammatica e emozionante, e la roba non pertinente si perde lungo la strada pur di mantenere la qualità di uno show eccellente”. Insomma, niente Catelyn Zombie, pare.
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