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Prima visione – Quella sera che Woody mangiò pesante e scrisse To Rome with love

To Rome with love è una schifezza indimenticabile, un vulnus nella mia vita insieme con Woody Allen. To Rome with love è un po’ come girare un film scritto da Enrico e Carlo Vanzina e diretto da Neri Parenti con Benigni, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Alec Baldwin, Ellen Page e Woody Allen. Chissà se lo sa, Jesse Eisenberg, se dopo essere stato candidato all’Oscar, ha partecipato a sua insaputa a un film di Neri Parenti…

Il problema di To Rome with love è prevalentemente narrativo: la banalità delle storie raccontate non è mai salvata dalla necessaria luccicanza o la grazia di riuscire a conquistare con un’inquadratura.

La turista americana che si innamora del ragazzo conosciuto casualmente chiedendo un’indicazione; l’adulterio consumato complice un temporale estivo, due tuoni e le terme di Caracolla di notte; la coppietta di provincia travolta dalla metropoli. C’è una ovvietà in tutte queste storie che faticavamo a riconoscere a Woody anche dopo “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”. Il tutto gettando nella mischia frasi ad effetto tanto per confondere spettatore come la Malinconia di Melpomene o il Mito di Sisifo, tanto ‘sto film negli Stati Uniti non lo vedrà nessuno e in Europa si berranno la favoletta del grande autore. Ha anche riciclato il Bogart di Provaci ancora Sam nel personaggio di Baldwin che si trasforma nella guida, mai ascolata, di Eisenberg. C’è un barlume in un paio di trovate come il cantante d’opera che si presenta in scena dentro una cabina della doccia e si lava mentre interpreta I Pagliacci o il Benigni improvvisamente colto da inspiegabile notorietà, inseguito dai giornalisti che vogliono sapere a ogni costo che cosa ha mangiato a colazione e se preferisce boxer o slip. Per un secondo ho anche pensato che Allen avesse volto il suo sguardo illuminato al nostro Paese per sviscerarne i tristi miti, tra reality che inquinano la vita civile e giornalisti che non sanno fare più domande. Ma proprio Allen, in conferenza stampa, ci ha tenuto a sottolineare che “No, nessun riferimento, non conosco abbastanza bene il vostro Paese, mi limito a mettere in scena quello che mi sembra divertente per il mio pubblico”. E allora no, essere ridotti a uno stereotipo culturale no…

Alla fine della proiezione compare la scritta “Regia di Woody Allen”, si accendono le luci in sala e dal pubblico di 371 accreditati all’anteprima di To Rome with love scatta un applauso. 

Non sono mai sentito tanto solo in vita mia come in quel momento. 

* C’è qualcuno che parla la mia lingua? O almeno il greco antico?

11 pensieri riguardo “Prima visione – Quella sera che Woody mangiò pesante e scrisse To Rome with love Lascia un commento

  1. Cocci sono confuso. Hai letto cosa hanno dichiarato i Vanzina sul film? Il sillogismo ci dice che i Vanzina reputano i propri film una schifezza? Quanto agli applausi, non prendertela. Ormai si battono le mani pure alle casse da morto che escono dalla chiesa dirette al cimitero! Mi sa che ci hanno chiuso dentro Woody, stavolta. Peccato, a me Midnight era piaciuto….
    Prossimo film? A seconda di come gira la ruota della produzione, forse forse ci tocca un “Postcards from Abu Dhabi”?

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  2. Mah, a me mica è il primo che mi smoscia (da dopo Match point? non so, io non sono un “intenditore” di Allen) del vecchio Woody. Di Midnight anche a me hanno parlato bene, però…

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  3. Anch’io ieri sera mi sono sentito solo come non mai (solo, insieme a un mio amico), sentendo il pubblico che rideva… e alle battute peggiori. Io dico che forse sta veramente andando tutto a puttane, perché anche il pubblico è accondiscendente alla pessima qualità, il che è ancor più preoccupante di un pessimo film. Comunque vada, io mi alzo e applaudo la tua recensione.

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  4. “Non sono mai sentito tanto solo in vita mia come in quel momento”. Non ti preoccupare, sei in buona compagnia: i detrattori sono i più, e fidati che saranno solo italiani. Perché noi italiani siamo troppo orgogliosi e ci siamo sentiti feriti dentro dalla satira del grande Allen, e non è un caso se le recensioni che più circolano sono piene di risentimento e astio. Ma dai, è così malvagio questo film? E’ così piacevole, leggero! Anche nella recensione avete ammesso che ci sono trovate geniali. Ma la critica dov’è finita? Come fate ad essere così di parte, rabbiosi e poco oggettivi? Se un film dà fastidio o parla di noi (anche se non benissimo) non vuol dire che sia brutto, anzi…

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    • caro davide,
      innanzitutto grazie del tuo garbato commento e di aver speso del tempo qui.
      accetto il “piacevole e leggero” solo se lo posso condividere con le scene scatologiche di un “natale sul nilo” o le battute sulle “penne delicatissime” di christiandesichiana memoria. e ti dico una cosa: non commettere tu l’errore che fanno alcuni, che sentono una canzone e pensano “parla di me”. To Rome with love non parla di noi, non paqrla dell’Italia e non lo dico io, lo dice woody allen. Proprio nella conferenza stampa, a una precisa domanda lui ha sottolineato “che scrivo cose che penso divertenti, non conosco abbastanza l’italia per fare una satira sulla sua cultura, ai suoi media e alla gente”.
      Poi, scusa ma qui non siamo critici, la critica me fa schifo, forse come to roma with love. scrivo le cose de stomaco e de core. sto film faa schifo, no way. e la rabbia, come la scrivi tu, deriva solo dall’amore per un grande autore che ha scritto cose indelebili ma che nel corso degli anni, leggendo libri e interviste rilasciate, ho capito esere un po’ meno grande. poi vedendo ‘ste porcherie…

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      • C’ero anch’io alla conferenza stampa al Parco dei Principi e ho sentito quella frase e perciò dico: appunto! E’ il suo modo di raccontare vicende di italiani in Italia, e più precisamente a Roma. Ha perciò tutto il diritto di rappresentarla come vuole (proprio perché non è un documentario), di inserire tizi in canotta che chiudono un film, e così via. Proprio perché il suo scopo è intrattenere, non costruire un ritratto coerente e realistico. Quindi mi chiedo, perché prendercela così tanto? La storia dei Vanzina e dei Neri Parenti la stanno ripetendo in tanti in questi giorni, e penso che paragonare Allen a quella roba sia una bestemmia in senso cinematografico. Gli scambi di coppia, i “tradimenti” non l’hanno inventati i Vanzina, la commedia all’italiana è basata su questo da quando mondo è mondo. Non ci sono volgarità, anzi, c’è il solito invito di Woody a godersi la vita, a cogliere le occasioni, “basta che funzioni”, appunto. E’ stato travisato tutto con delle dietrologie assurde. Proprio per la frase che hai riportato mi pare evidente che ha voluto fare un film ispirato alle sensazioni che questo posto gli dà. Poi, se in un episodio – ripeto, solo uno, dei quattro – gli abbiamo ispirato un’immagine non proprio pulita ma condita con escort e falsi moralismi di due sposini la colpa non sarà tutta sua ma anche un po’ nostra. Forse, sotto sotto, qualcosa di vero c’è. Dire che non si riferisce a noi è un modo per prendere le distanze, ma secondo me nell’intento di intrattenere c’ha azzeccato pure su tante cose, la fama immeritata e il giornalismo andato a male in primis. Poi ognuno libero di pensarla come crede, ma se l’avessimo preso con un po’ più di autoironia, forse ci sarebbe piaciuto di più… Io posso dire che a una seconda visione, l’ho saputo apprezzare meglio.

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  5. Per me è un capolavoro…. ed era da tempi immemori che non piangevo dalle risate con un film di Woody… oltre tutto ha uno script molto più complicato di quanto sembri (al confronto Midnight in Paris è un lavoretto facile facile), i 4 episodi son scollegati solo apparentemente ma c’è una visione d’assieme che li lega, e direi pure una visione POSITIVA dell’Italia e del nostro modo di vivere con quella comodità che all’estero evidentemente ci invidiano

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  6. …..”De gustibus non disputandum est”,diceva Caio Giulio Cesare (100-44 a.C) in tempi molto lontani.E sono perfettamente d’accordo con lui.Un film può piacere o meno,dipende soltanto dai gusti,che….. non si discutono,bisogna rispettarli.E basta!Personalmente ”adoro” il grande Woody Allen e la sua comicità, le sue battute,la sua immensa cultura, i suoi film.Li ho visti tutti, e ogni volta aspetto l’uscita di un suo prossimo lavoro.Nel caso di ”To Rome with love”,nelle sale cinematografiche da qualche mese,a differenza di altri lo ritengo un buon film.La vista della ”Città eterna” e dei suoi paesaggi meravigliosi(mi ricorda ”Vacanze Romane” di William Wyler del 1953),alcuni ottimi attori(vedi Benigni,Cruz,Baldwin),le bellissime citazioni di grandi poeti e scrittori(Shelley,Strinberd)…come per esempio quella sulla”Malinconia di Melpomene,che è un’invenzione di uno dei doppiatori e che ci ricorda che”Nulla dura per sempre,non importa quanto grande e maestosa qualcosa sembra essere;alla fine il tempo distrugge tutto)…tratta dal poema di Shelley”Ozymandias Melancholia”,”l’invenzione” del cantante d’opera che si esibisce sotto la doccia,la presenza delle attrici,non male direi,..ed altre cose……,rendono piacevolissimo il film.Io credo che che Allen o lo si ama o non lo si apprezza affatto.Ce ne fossero tanti bravi come lui!Comunque, ognuno è libero di pensare come vuole.Grande Woody………Voto:7+

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