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Sucker Punch – Provaci ancora Zack!

sucker punch

L’unica cosa buona di Sucker Punch sono la cartellina del pressbook e i primi trenta minuti. La pellicola che, secondo le dichiarazioni di Zack Snyder, avrebbe dovuto liberare le capacità creative del regista di 300 e Watchmen, finalmente alle prese con una sua idea da sviluppare e un proprio universo narrativo da creare, fallisce miseramente in una riproposizione di cliché e di già visto, pescando qua e là in altri film. E non mi venite a parlare di citazioni.

Sucker Punch è la storia di una moderna Cenerentola, sbattuta in manicomio dal patrigno che la vuole lobotomizzare per rubarle l’eredità e nascondere le proprie responsabilità nella morte dell’altra figliastra. Imprigionata dietro le sbarre, Babydoll inventa due mondi alternativi per fuggire, l’uno dentro l’altro, alla Inception per intenderci, in cui lei è una vergine venduta a un bordello per soddisfare le voglie di un uomo misterioso. Dentro questo mondo di fantasia in cui Babydoll trasfigura la realtà del manicomio, si inserisce un altro livello di narrazione in cui lei è un’eroina armata e incazzata che, come in un videogioco, deve superare quattro prove per riuscire a essere libera.

Trama ovvia ma il film parte forte, con l’ormai classica sequenza di apertura “molto Watchmen”, in cui Snyder crea un prologo, quasi tutto al rallenti ma di impatto. E finchè deve far procedere rapidamente la storia e creare le premesse, il film fila bene e la sequenza del primo scontro, quello fuori del tempio buddista, anche grazie ad Army of me di Bjork riletta e ricantata insieme agli Skunk Anansie, è assolutamente gasante.

Poi, il giochetto diventa ripetitivo e le soluzioni visive ampiamente insufficienti. Come in un videogioco procediamo meccanicamente sapendo che non potrà esserci alternativa a nemici massacrati e obiettivi raggiunti e le ricostruzioni sono tutte tratte da altri film. Davanti ai nostri occhi passano versioni snyderizzate di Kill Bill, Bastardi senza gloria, Il Signore degli Anelli, Tron, una decina di videogiochi, personaggi assolutamente monodimensionali, un cattivo con l’eyeliner, burlesque ven(d)uto male, delle attrici distribuite come strafiche dal marketing ma che pagano il dazio con le prime scelte – Amanda Seyfried, Evan Rachel Wood e Emma Stone – che hanno tutte rinunciato, chi per un motivo, chi per un altro, personaggi senza alcun tipo di dimensione che non sia l’autoreggente.

Quel che conta, è che abbiamo intercettato telefonicamente Zack Snyder alla vigilia della anteprima romana di Sucker Punch, mentre parlava al telefono con Frank Miller, in merito al suo prossimo progetto, il seguito di 300.

Frank Miller: «Afrociòne, come stai?»
Zack Snyder: «Ciao matitone. Che cazzo vuoi»

FM: «Ce lo sai che i 300 so’ morti?»
ZS: «Eh?»

FM: «I 300.»
ZS: «Ma che so’ libici? Ao guarda che co’ quer finaziamento io nun c’entro niente. Arrivavamo estero su estero e non potevo…»

FM: «Ma che stai a dì? I 300 spartani, quelli der firme. So’ tutti morti alla fine. No te lo dico perchè forse nun l’hai capito»
ZS: «Eh, sì. In effetti Frank fai bene a spiegarmi tutto. A forza de rallenti io me perdo un po’. Ma detto fra noi: de che cazzo stai a parlà?»

FM: «Der fatto che ho letto sur pressebukke de Sucker Punch che stai a fa er seguito»
ZS: «Ah, ma quelle so cazzate che dico per distogliere l’attenzione dal fatto che oltre alla fica, in Sucker punch non c’è nient’artro»

FM: «’Mbe, me sembrava»
ZS: «Sì, l’ho sparata troppo grossa sull’idea originale e sul poter finalmente allestire un mio universo di riferimento senza ricorrere alla storia di un altro. Lo sai? ‘Sti cazzo de giornalisti fanno le domande, ma io che cazzo je dico? Ma perchè nun fanno le domande serie ai politici? Bisognerebbe facce un firme in effetti»

FM: «Ah, mbè, perchè ero pronto a rompete er culo. Il sequel di 300 lo faccio io. Lo chiamo 300 calci in culo, la storia di Bush padre, Bush figlio e la cannabis dell’Afghanistan. È cinema verità»
ZS: «Bravo bravo. Mo io c’ho certti cazzi co Superman»

FM: «E infatti. Ma come t’è venuto in mente? Ancora con l’uomo d’acciaio. Pure a me lo proposero, gli ho detto di andarsi a fare un clistere. Ho resuscitato Batman, ma per i miracoli ci vuole Justin Bieber»
ZS: «Ah sì ma faccio una cosa che me viene bene: copio. Prendo Il Cavaliere Oscuro di Nolan e lo faccio quasi uguale. Derresto, lo hai visto Sucker punch?»

FM: «No, e numme ne frega un cazzo»
ZS: «Vabbè, però pure quello è tutto copiato. Ho preso un po’ de Tarantino, un po’ de Signore dell’anelli, ho messo un po’ de rallenti e qualche zoommata dall’alto. Tanto c’è la fica, i giornalisti nun capiscono un cazzo quando c’è la fica colle autoreggenti»

FM: «C’hai raggione. Guarda che casino ho fatto co’ Sinncity. Tutti a guardà le tette di Rosario Dawson»
ZS: «Eccerto, ma tu sei un guru per me. perchè sforzarsi di fare una cosa bella quando puoi fare una cosa colla fica? Poi, lo sai che faccio quando ho dei dubbi?»

FM: «Te fai una sega?»
ZS: «No, maddechè, ormai nun me se arza più. No, arzo il volume della musica dentro il film. Soprattutto sparo a manetta i bassi»

FM: «Buon consiglio. Mo ce provo co’ mi moje. C’ha ventanni e ancora vuole fare sesso con me»
ZS: «Bravo, faje sentì la musica. Noi c’avemo da lavorà»

fight club stellette cinema** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.

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