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Sport&Cinema – Invictus di Clint Eastwood: Uccidimi dolcemente

invictusC’è una sottile linea rossa che divide ciò che possiamo sopportare da ciò che non possiamo. Un equilibrio delicato che coinvolge alcune importanti variabili. Nel cinema, e soprattutto nel mio caso, ci sono autori a cui sono concesse cose che se fossero fatte da altri non esiterei a portarli sul monte Golgota per crocifiggerli all’istante.

Per Invictus il punto è: quanto siamo disposti a perdonare a Clint Eastwood? È una questione di metodo nonchè di gusto perchè, diciamocelo, se alcune delle cose che ho visto nel film le avesse girate – e dico il primo nome che mi viene in mente – Gabriele Muccino, credo avrei vomitato bile sulla seggiola di fronte a me del Warner Village (sic, The Space) se, durante la proiezione di un film intitolato Invictus, girato da Gabriele Muccino, in un momento qualsiasi di una qualsiasi finale di coppa del mondo, un bambino di colore avesse ascoltato la partita insieme a dei poliziotti bianchi, mostrandosi all’inizio l’un con l’altro diffidenti, quasi astiosi, e finendo per abbracciarsi ed esultare alla vittoria della suddetta coppa. Oppure ai duetti tra le guardie del corpo, che si detestano, ma poi giocano a rugby nel praticello davanti a casa Mandela. Diciamolo. Lo avesse girato Muccino forse al cinema non ci sarei andato proprio o comunque avrei portato un secchio per vomitare e dopo aver portato Muccino su un colle a caso di Roma, lo avrei crocifisso con chiodi arrugginiti e lo avrei cosparso di quanto da me prodotto durante la proiezione.

Invece Invictus lo gira il vecchio Clint, uno che sulle emozioni basilari la sa lunga. Così, siccome il film è di Eastwood e non di Muccino, sono anche disposto a lasciar da parte tutto questo. Potrei anche raccontare che Invictus è un buon film sul concetto di leadership e sul come portare un gruppo di uomini sulla strada della comprensione reciproca e della vittoria contro le avversità, non conta quanto la strada sia in salita, siano essi quindici giocatori di rugby o una nazione da 43 milioni di persone. Invictus è un film sulle ferite da ricucire e sulla necessità, sempre, di avere una prospettiva nella vita come nello sport, e soprattutto del bisogno quasi animale nelle nostre esistenze di un’altra parola: ispirazione. Il pensiero, poi, che l’ispirazione per superare le difficoltà della vita possa giungere da una poesia mi attizza, un po’ perchè è quello che è accaduto per gran parte della mia vita e ora campo di rendita.

Così, tolta la retorica di cui sopra, sfogliando il carciofo delle emozioni di Invictus, scopri che, almeno a parole, il film non è retorico: nel senso che non trovi il comizio di quindici minuti alla Al Pacino che ti aspetti, e scopri che Matt Damon/Pienaar capitano della squadra parla ai suoi compagni in modo immediato, diretto, senza eccedere.

Inutile negare che alla fine il rugby c’entra niente o quasi. Invictus è un film su un uomo straordinario e di come questa persona sia stata e sia tutt’ora di ispirazione per una nazione. Nella mia breve e purtroppo fugace esperienza in Sudafrica, ho scoperto personalmente quanto Mandela sia importante per i sudafricani, bianchi e neri: quando qualcuno ti parla con le lacrime agli occhi di un leader politico, capisci quanto possa essere entrato nella vita di ciascuno. Perchè quando il padre di Damon/Pienaar afferma “faremo la fine della Rhodesia e ci cacceranno tutti”, non è una frase casuale. E’ esattamente quello che i sudafricani pensavano in quel momento. E se alla fine, per una volta, lo sport può essere veicolo di fratellanza vera e non quella per vendere le magliette adidas, ben venga. E se alla fine, anche a Clint, repubblicano e conservatore illuminato, è andato un bruscolino nell’occhio, pazienza.

La cosa che proprio non mi è andata giù, sono le pessime riprese di gioco, in alcuni momenti sembrava un gradino, ma un gradino solo, sopra “L’allenatore nel pallone”, senza scherzi.

starwarz***½

Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?

6 pensieri riguardo “Sport&Cinema – Invictus di Clint Eastwood: Uccidimi dolcemente Lascia un commento

  1. la chiosa sull'allenatore nel pallone è splendida!! ahaha e il fatto è che ci hai pure ragione! Certi momenti sono proprio trash, stucchevoli, parecchio brutti. A me Invictus ha deluso profondamente.

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  2. Condivido pienamente tutta la prima parte in cui dici che se era Muccino lo avremmo massacrato. Il punto è che in effetti, Muccino non ci ha mai regalato un film degno di un Eastwood minore, come questo Invictus.

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  3. ho visto che infilare muccino nel post ha colpito la "fantasia".
    chiarisco, che non era mia intenzione mescolare e/o confrontare i due. la mia è una sorta di iperbole narrativa, tanto per fare due risate. 😀

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