Prima visione – I’m the backbone of colonial America
Affidare Choke di Palahniuk a Clarke Gregg è come far leggere la Divina Commedia a Laura Chiatti. Certo, il romanzo dello scrittore americano non avrà lo stesso spessore di una delle opere più importante della letteratura mondiale, ma Gregg non è certo arrapante come la Sharon Stone del più irrilevante cinema italiano targato De Biasi.
Infatti, il problema di Choke sta nel manico: la regia manca completamente della personalità necessaria per essere così forte, intransigente e rivoluzionaria come la sceneggiatura tratta da Palahniuk esige da chi la vuole raccontare. Il continuo e incessante richiamo ai fondamenti della vita – morte e sesso, soffocare e scopare, le stigmate che i genitori lasciano nella nostra anima, il sottile confine tra malattia e la cosiddetta salute mentale – ed il loro incessante rimescolarsi, richiede una più grande carica rivoluzionaria nel linguaggio che lo vorrebbe esprimere di quanto Gregg – ex agente Coulson visto in “Ironman” – possa sostenere sulle sue spalle.
In un certo modo, però, Choke riesce a salvare il salvabile grazie al nobile progenitore che sostiene la sceneggiatura: ironica, irriverente, in cui fa bella mostra di sé l’incredibile zoo borderline che da sempre abita i libri di Palahniuk. Fra questi, la faccia da perfetto “sex addicted” di Sam Rockwell, una Kelly McDonald sfrontata, timida e geniale, e con una Anjelica Huston in stato di grazia nel giocare alla terrorista da supermercato, l’ultimo pazzo personaggio uscito dalla penna di chi ha dato vita sulla carta al Tyrel Durden di Fight club.

Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.
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Ma quando esce in Italia!? O è già uscito e non me ne sono accorto? :))
Lo aspetto perchè il libro l’ho divorato e mi piacciono queste storie al limite, ma mi sono già preparato a non vedere ripetersi il miracolo che ha fatto Fincher con Fight Club. Spero che questo sia almeno dignitoso.
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@Iggy: a maggio, il 13 sembra. Mettiti l’anima in pace, con Fincher non ha proprio niente a che fare
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Immaginavo non avesse niente a che fare con Fincher, ma il libro è tra i miei preferiti di Palahniuk… come dici anche tu con una sceneggiatura del genere dovrebbe salvarsi almeno il salvabile! Spero di vederlo presto!!
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Ciao, sono l’amministratore di un blog dedicato alla Settima Arte (leggasi cinematografia).
Mi piacerebbe se accettassi la mia proposta di scambio link. Che ne pensi?
Fammi sapere.
Drewes
http://angolofilm.blogspot.com/
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