After the Hunt – Guadagnino e la filosofia del non prendere posizione (ma con gusto) – Recensione, migliori frasi e citazioni
Guarda sta gente ricca.
Gente che vive in case grandi come lo stadio Flaminio, con porte d’ingresso chiuse da un chiavistello del 1965 e un governante filippina che probabilmente ha la laurea in letteratura russa. Gente che dice cose tipo: “Stasera preparo la cassoulet”.
E tu pensi: “Che cazzo è la cassoulet?”
Io, onestamente, in quella sala avrei voluto alzarmi in piedi, puntare il dito verso lo schermo e urlare: “Viva la Revolución, porco cazzo!”
Ma niente, il pubblico era impegnato a sorseggiare gin tonic di design.
Benvenuti nel nuovo film di Luca Guadagnino, After the Hunt, quello dove il cinema diventa un seminario di filosofia morale con vestiti Ralph Lauren e cravatte che costano quanto uno scooter.

Yale, Foucault e il porno di mezzanotte
Il film si apre con una scritta: “Accadde a Yale”.
E già lì, capisci che sarà dura tifare per qualcuno.
La protagonista è Alma, professoressa di filosofia (Julia Roberts, in stato di grazia e di lampadario), che si gioca la cattedra con il suo collega e amico Hank (Andrew Garfield, l’uomo che riesce a sembrare tormentato anche quando ordina il riso thai al ristorante).
Tra i due c’è complicità, stima, vino rosso e citazioni di Foucault buttate lì tipo coriandoli: “Le esecuzioni pubbliche servono a rafforzare il contratto sociale”.
Panopticon, contratto sociale, morale collettiva — il tutto in penombra, tra bicchieri di Chardonnay e facce che sanno di ansia da premio Nobel.
Nel frattempo, il marito di Alma, Frederick, ha un progetto segreto nel bagno “al piano di sotto” e si addormenta davanti al porno. E lei? Non batte ciglio. Neanche un sopracciglio. Che donna.

Il triangolo della morale (e del Metoo)
A completare il triangolo arriva Maggie, studentessa brillante interpretata da Ayo Edebiri, quella di The Bear.
Confessa ad Alma di aver subito molestie da Hank.
E da qui parte il dilemma: chi dice la verità? Chi mente? E soprattutto, chi ha tempo di preoccuparsene, quando la cassoulet è pronta?
Guadagnino costruisce un film che si regge solo su dialoghi, sguardi, mani, abbracci, distanze e tensione: niente alieni, niente sesso esplicito, ma un continuo ticchettio d’orologio che ti rosicchia il sistema nervoso come un topolino da albergo di lusso.
Il bello (e il fastidioso) è che After the Hunt non prende posizione.
Fa dire cose giuste a Julia Roberts e cose giuste ad Ayo Edebiri.
Fa sembrare colpevole Garfield e subito dopo santo martire della cancel culture.
Un film democristiano, insomma. Ma di quelli che ti lasciano il dubbio se stai vedendo arte o un corso accelerato di etica applicata.
Ricchi, nevrotici e moralmente disidratati
Diciamolo: io ho una profonda antipatia per le storie di ricconi americani che si muovono in case grandi come Ikea e si tormentano su chi sia più puro moralmente.
Ma va detto: Guadagnino sa fare questo tipo di cinema. E aveva moglie di dimostrarlo. E ha la voglia di citare Woody Allen (Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti) ma il sadismo di chi ti fa guardare il dolore con il filtro VSCO giusto.
E infatti i titoli di testa, con il font identico a quello di Allen, sono una dichiarazione d’amore e un dito medio insieme: ricordatevi che Allen è stato toccato (a torto o a ragione) dal #metoo.
Guadagnino ci gioca sopra, ci costruisce un intero film, e poi si ritira elegante: “Io non giudico, io mostro.”
Un po’ come Foucault, ma con Julia Roberts al posto di Sartre. E poi confessa che vorrebbe sapere cosa si dice la gente alla fine del film
La tensione (e la colonna sonora)
La colonna sonora è una lama.
Fa salire la tensione anche nei corridoi vuoti, anche quando nessuno parla, anche quando un personaggio dice solo “serve altro vino?”.
Guadagnino orchestra i dialoghi come duelli. Non ci sono proiettili, ma citazioni di Nietzsche.
Ed è quasi più doloroso.
Il cinema come esperimento sociale
In un’intervista a Vanity Fair, Guadagnino ha detto che gli sarebbe piaciuto essere una mosca e origliare le conversazioni delle persone uscite dal film.
E ha ragione: After the Hunt è fatto per far litigare le coppie e gli amici all’uscita del cinema.
È il tipo di film che spacca i gruppi WhatsApp: c’è chi lo chiama capolavoro, chi lo definisce “porno intellettuale per progressisti”, chi semplicemente si addormenta e si sveglia al suono del ticchettio finale.
Conclusione
Guadagnino non giudica, ma mette tutti davanti allo specchio.
Professori, studenti, spettatori, noi stessi.
E forse è questo il punto: in un’epoca in cui tutti vogliono spiegarti cosa è giusto e cosa è sbagliato, After the Hunt ha il coraggio di dire “non lo so”.
Che, a pensarci bene, è la risposta più onesta possibile.
🎬 After the Hunt – di Luca Guadagnino
Con Julia Roberts, Andrew Garfield, Ayo Edebiri
Durata: 138 minuti di ansia filosofica
Voto Coccinema: 8,5 cassoulet su 10
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
Ecco le migliori frasi e citazioni di After the hunt di Luca Guadagnino
Le migliori frasi e citazioni di After the hunt di Luca Guadagnino
Tutti pensano a vincere ma nessuno ti spiega cosa succede dopo. Hank
Se nasci povero resti tirchio bastardo.
Alma: Ripeto: Non ti merito.
Frederick: Ripeto: Nessuno ha detto il contrario.
Ma chi è che mette questa musica? Cazzo sì! Kim
Frederick: Hai l’aria diversa quando dormi?
Alma: Devastata?
Frederick: Come quando ci siamo conosciuti.
Alma: Avevo 29 anni!
Frederick: Eri bellissima.
Che senso ha vivere se non hai di che vivere? Hank
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