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Anora e l’insostenibile leggerezza della pecorina

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Che gli Oscar siano cambiati è un dato di fatto tanto che Anora non è il primo film premiato negli ultimi anni in un festival europeo a conquistare la statuetta del miglior film (Nomadland, La Forma dell’Acqua per dire i primi due che mi vengono in mente). Insomma, ti giri un attimo, torni alla tua esistenza fatta di meme su DiCaprio e trailer di film Marvel, e BAM: spunta un tizio che si chiama Sean Baker e che ti saccheggia la cerimonia con un film di cui, fino a ieri, pensavi fosse un ristorante fusion in centro. Anora porta a casa tutto quel che conta: Miglior Film, Miglior Regia, Migliore Sceneggiatura, Miglior Montaggio e pure Mikey Madison che diventa la nuova dea dell’Olimpo attoriale. 

È il marzo 2025 e i Mickey vanno di moda come le Birkenstock coi calzini: oltre a lei c’è pure Mickey 17 di Bong Joon-ho. Coincidenze? Boh.

Intanto il film è disponibile in streaming a pagamento su Apple TV+, Prime Video e Rakuten, oppure compreso in Mediaset Infinity perché il destino ha deciso così. Ma se siete puristi delle poltrone appiccicose, delle persone che tossiscono e delle caramelle scartate con la delicatezza di una granata, Anora è anche tornato al cinema, dopo esserci stato sull’onda della Palma d’oro a Cannes ed essere sostanzialmente ignorato dal pubblico italiano, e invece sulla scia dei premi ottenuti a Los Angeles ha incassato 1,7 milioni di euro con 270.000 persone (nel momento in cui scriviamo) che, a quanto pare, volevano vedere una stripper e un ricco scemo scoprire il vero significato dell’amore e come fare una pecorina come si deve.

«Ahhh che te ridi, ho scureggiato»

La trama, ovvero: “Mamma, ho sposato una spogliarellista”

Anora lavora in un locale di New York dove il dress code è facoltativo e la clientela sembra uscita da un documentario di Vice. Una sera, per puro cul— ehm, coincidenza, becca un russo che cerca qualcuno che parli la sua lingua. Lei lo fa perché sua nonna, a quanto pare, “si è sempre rifiutata di parlare un’altra lingua”. Il russo in questione è Ivan detto Vanja: giovane, ricco, figlio di un oligarca, gli piacciono i videogame. Lui le propone un accordo: 15mila dollari per una settimana interpretando la sua fidanzata arrapata (qualcuno ha detto Pretty Woman?), e lei dice sì, perché i soldi non puzzano, a differenza di certi clienti del locale che sanno di sconfitta, “ma avrei accettato anche 10mila dollari”.

Segue una vacanza in modalità “reality show di lusso”: droga, feste, fuochi d’artificio e voli privati manco fosse GTA Online. Poi, colpo di scena: lui la chiede in moglie. Lei accetta, perché vuoi mettere la pensione garantita? E via che si sposano a Las Vegas, in quello che è forse il più grande scambio equo della storia recente: lui impara a fare sesso decentemente e lei diventa ufficialmente parte della famiglia Addams russa. Ma quando i genitori del ragazzo scoprono il matrimonio, reagiscono con la pacatezza tipica dei mafiosi dell’Est: mandano degli scagnozzi a fare il check-in negli Stati Uniti con l’obiettivo di annullare tutto a suon di minacce.

-«Ma ti sei sposato?»
-«Sì,. ma niente di serio»

Anora: da gangster movie a commedia da incubo

Qui però Baker cambia le carte in tavola nel senso che ti aspetti un film sulla mafia russa in trasferta, una roba tipo La promessa dell’assassino, ma invece siamo più dalle parti di un Fuori Orario o un Tutto in una notte in versione Vodka Edition. Perché incalzato dai gorilla mandati dai genitori Vanja scappa e la storia diventa una corsa folle tra locali luridi e gente con accenti improbabili, su tre idioti armeni e una sex worker incazzata che strilla, graffia e picchia (“non mena come una ragazzina” spiega uno dei “gorilla”) alla ricerca di un ragazzino di 21 anni fuggito nel sottobosco dei locali newyorchesi. Impagabile il personaggio di Toros, un armeno strappato a un battesimo ortodosso per cercare il ragazzino arrapato.

Cazzo guardi?

Il messaggio: capitalismo 1 – poveracci 0

Dietro lo sballo e le botte, il film ti sbatte in faccia una realtà meno divertente: il mondo è governato dai ricchi, che possono piegare il sistema giudiziario come un origami e usare i loro soldi per calpestare chiunque non abbia un jet privato in garage. Il confronto tra Anora e la madre di Ivan sembra una versione famigliare del conflitto Russia-Ucraina con i primi che accusano i secondi di averli aggrediti, proclamando il loro diritto alla difesa, mentre intanto massacrano e si spartiscono tutto.

Sean Baker ci aveva già raccontato gli emarginati ai bordi del sogno americano (Un sogno chiamato Florida, Red Rocket), ma qui il suo sguardo sul contesto sembra più frettoloso, distratto, gli interessa di più la protagonista. Anora è una storia di personaggi puntato verso un finale francamente atteso, una svolta romantica alla ricerca del riscatto dei suoi protagonisti più bistrattati. Baker sembra solo volerlo esporre al pubblico come un bizzarro viaggio in un’umanità che resta sullo sfondo. Si salva l’Anora della bravissima Mikey Madison, una donna forte, furba, ma in fondo impossibilitata a difendersi in mezzo agli squali del nostro tempo e che si incazza come una biscia quando la chiamano prostituta o escort, cosa di cui francamente mi sfugge la sfumatura visto che anche lei fa sesso a pagamento. 

**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

Ecco le migliori frasi e citazioni di Anora

Le migliori frasi e citazioni di Anora

Be si è comprato i balli se non altro. Anora 

Ha 40 anni è praticamente geriatrico. Lulu

Vanya: Perché sai il russo?
Anora: Mia nonna non ha mai voluto parlare nessuna altra lingua. 

Dio benedica l’America. Vanya

Anora: Cosa ti piacerebbe?
Vanya: Sesso.
Anora: Sì lo so, intendo vuoi qualcosa di speciale?
Vanya: Sì sesso speciale. 

Smosciacazzi. Anora

Comunque non si trova della coca così a Mosca. Vanya

Anora: Slegami non ho intenzione di scappare.
Igor: No. 

Toros: È una cazzo di ragazzina e vi ha pestati tutti e due.
Igor: Non pesta come una ragazzina. 

Non ce l’ho Instagram sono un adulto ma che cazzate tiri fuori. Toros

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