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Baby Driver: le auto come Fred Astaire

Tempo di lettura: 3 minuti e 2 secondi

baby driver locandina manifesto italianoL’autista è seduto nell’abitacolo, mani salde sul volante. Indossa gli auricolari e gli occhiali da sole. Dall’iPod sceglie la canzone: Bellbottoms di Jon Spencer Blues Explosion. Con lui tre passeggeri. Sono armati fino ai denti. I tre scendono, si avvicinano alla banca, il colpo è iniziato, ma noi lo vediamo da lontano, in primo piano c’è l’autista che gioca all’air guitar. Quando la rapina è finita, sgomma via verso la libertà. La polizia gli sta addosso. L’inseguimento continua al ritmo della musica, invece di un numero di tip tap c’è un testacoda, il canto è sostituito dal fischio delle gomme sull’asfalto, la coreografia è composta da specchietti rotti, evoluzioni su due ruote, salti, il freno a mano si esalta come l’ombrello di Gene Kelly. E va aggiunto che vederle ballare è un piacere per gli occhi.

Inizia così Baby Driver, il musical di Edgar Wright che, invece di una barista o un jazzista in cerca di successo, racconta la storia di Baby (Ansel Elgort, dj e star di Divergent… Ansel va un casino quest’anno), ragazzino e asso al volante che guida per pagare un debito risalente a quando rubò la macchina sbagliata al boss sbagliato: non consegna giornali o pizze, ma porta in salvo i rapinatori.

Sembra un prequel di Drive, il film di Refn con un protagonista simile, silenzioso e bravissimo al volante. Baby soffre di acufene, un disturbo uditivo che mitiga solo ascoltando continuamente musica, ecco perché indossa sempre gli auricolari. Orfano, vive con il padre adottivo, un invalido che ha perso l’uso della parola, nel suo caso utilissimo per imparare il linguaggio dei segni e a leggere le labbra.

L’universo criminale che Wright affianca al suo eroe vestito come il giovane Han Solo è un’esplosione di follia pop: Kevin Spacey è Doc, un “Don Underwood” letale con la lingua quanto con un mitragliatore automatico; Jon Hamm interpreta Buddy, un “Mad Men” ex broker che ha da un pezzo oltrepassato il limite della crisi di nervi; con lui la lap dancer Darling (Eiza González) a comporre una sorta di Bonnie & Clyde 2.0; Jamie Foxx ammazza perfino per non pagare le gomme da masticare; Jon Bernthal è Griff, anche lui pazzoide dal grilletto facile, e il bassista dei Red Hot Chili Peppers, Flea, è Eddie No-Nose, ex Eddie Il Naso e i motivi per cui il suo nome è cambiato sono avvolti da un mistero misterioso. Tutti i personaggi di Baby Driver sono ipercinetici, verbosi, incazzosi, tranne lui, Baby, che invece calmo aspetta il momento in cui sarà finalmente libero. Attendendo si innamora perfino della cameriera del locale dove mangia tutti i giorni, Debora (Lily James), ma purtroppo, come la storia del cinema insegna, l’ultimo colpo, quello che dovrebbe servire a sistemarsi per sempre, è sempre quello sfigato.

They call me Baby Driver / And once upon a pair of wheels / I hit the road and I’m gone

È un musical con le automobili, come se Fast&Furious fosse stato modificato geneticamente con La La Land – la sequenza in cui Baby porta il caffè alla banda si svolge in simbiosi totale con la musica, dove le parole della canzone Harlem Shuffle appaiono sulla strada di Baby, mentre la cinepresa lo segue in un piano sequenza che riporta alla mente la scena in autostrada del film di Chazelle.

È un musical con le automobili, che non poteva non essere ispirato da una canzone, l’omonima Baby Driver di Simon& Garfunkel. Alla fine si contano più di 40 brani, in un prodotto spurio tra commedia, gangster movie e, appunto, musical che non mancherà di stupire.

Reaction per l’ufficio stampa

Il prequel di Drive se solo Gosling non ci sentisse benissimo o Ansel Elgort sapesse come usare un martello.

Le migliori frasi e citazioni di Baby Driver

O sei tosto come la roccia o ti stai cagando addosso. Quale delle due?

Non c’è niente di male in un po’ di silenzio.

Se mi incazzo ti ammazzo è il motto del Pazzo.

Secondo me con lei non è necessario nemmeno usare la pistola, basta fare “buuu” e ti dà i bigliettoni

Voi rapinate per farvi di droga, io mi drogo per fare i colpi.

bianca nanni moretti pagelle stellette cinema coccinema****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.

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