Visioni successive – Mangia prega ama e scopa


Ggiulia Roberz è in un tempio di non so quale religione o credenza o ispirazione filosofica balinese. Di fronte a sé ha un vecchietto con 7 denti in bocca che sta elaborando non so quale profezia sul futuro di Ggiulia Robertz, sul fatto che divorzierà e perderà tutti i soldi (ops reality bites). Conclude la predizione asserendo che tornerà da lui, a quattro zampe, e lei lo aiuterà con la sua lingua (giuro). A quel punto apre i miseri pantaloni, rivelando al mondo il suo salsicciotto barzotto. Ggiulia Roberz apre la bocca da rana che si ritrova, in un’espressione tra l’incredulo e il lusingato. E lo aiuta con la sua lingua.
Poi torna a casa sua, a New York, ma dietro il suo atteggiamento da donna moderna, sicura di sé e del proprio detergente intimo, con un marito figo che è Billy Crudup, uno che abbiamo visto con il salsicciotto di fuori per tuttto Watchmen nel ruolo del Dottor Manhattan, lei, Ggiulia Roberz, è insoddisfatta, perchè non fa altro che pensare al salsicciotto del vecchio balinese senza denti.
Così molla il marito, senza dire il perchè (giuro) e dopo una notte insonne a causa del coucous vegetariano mangiato dopo aver visto la sua amica cambiare un pannolino ma non prima di essersi concessa un’ultima volta al Dottor Manhattan, la madre (o il padre) di tutti gli scienziati tratti dai fumetti.
Così segnata (ops reality bites), Ggiulia Roberz cerca un nuovo salsicciotto e lo trova in Jamesfranco, giovane pessimo attore che lavora in pessimi drammi Ooff-Bbroadway. L’attore è così tanto credibile che si fatica a distinguere la realtà dalla finzione. Lei se lo rimorchia in un bar per uomini soli ciucciando una birra direttamente dalla bottiglia (giuro). Lo fanno in tutte le stanze della sua pessima casa arredata come un casino orientale, ma quando Ggiulia Roberz gli confessa che non riesce a dimenticare il suo vecchietto sdentato, Jamesfranco comincia a perdere il desiderio sessuale. E te credo. Così Ggiulia Roberz confessa la sue fantasie all’amica Violadavis, non prima non aver consumato una scena lesbo che tutti ma non io avrebbero voluto vedere.
Ora l’obiettivo di Ggiulia Roberz è chiaro: andare 4 mesi in Italia, mangiare e scopare come se non ci fosse un domani; andare 4 mesi in India e pregare e scopare come se non ci fosse un domani. E così, distrutta e sicuramente con una malattia venerea, tornare dal suo vecchietto sdentato e aiutarlo con la sua lingua a ritrovare l’orgasmo perduto.
La missione di Ggiulia Roberz parte a Roma dove vive una serie di scene che io personalmente non vedevo dai film degli anni Sessanta: giovani in vespa che cercano di mettere sotto le americane; vecchiette sdentate con il fazzolettone che bevono alle fontanelle (chiara metafora delle fontanelle di uomini maschi e sessualmente attivi a cui berrà Ggiulia Roberz), bori che gesticolano al mercato alludendo a quanto sia bona Ggiulia Roberz benchè debba interpretare una 32enne a dispetto dei suoi 45 anni per labbra (giuro). In Italia qualcosa va storto: Ggiulia Roberz si invaghisce di uno chiaramente gay e l’unica scena di sesso è tra lui e una svedese bona bona con la faccia d’angelo. Il gay, che accidentalmente ha il viso di Luca Argentero, ha problemi a concludere, e lo fa con un sonoro facial (Da Wikipedia: In un contesto sessuale, il termine facial descrive l’attività sessuale in cui una persona, di sesso maschile, dirige l’eiaculazione sulla faccia di un’altra, di solito a seguito di un rapporto orale. A differenza del Bukkake, che di solito implica un’attività sessuale di gruppo, e quindi l’emissione di una considerevole quantità di sperma sul viso del soggetto passivo, il facial riguarda la conclusione di un rapporto a due, di solito fra un uomo e una donna. Fine della lezione.) ai danni della biondina, probabilmente perchè lei è ingrassata a forza di mangiare pizza con Ggiulia Roberz gelosa del bel gay che la biondina si tromba. Viene da chiedersi come mai Ggiulia Roberz sia venuta in Italia solo per il cibo e per il sesso (che non ha fatto) e non per la nostra splendida cultura politica, per il governo illuminato dei pochi corrotti tanto corrotti da arrivarci, o per la tenuta morale della nostra classe dirigenziale, un gradino sotto quella dei pedofili e di quelli che vanno a vedere i film con Ggiulia Roberz. Tant’è che l’affittuaria della “povera” casa che Ggiulia Roberz affitta a Vicolo del Bramante impone a Ggiulia Roberz una sola regola: “niente ragazzi qui per la notte. Voi donne americane venite a Roma solo per pasta e salciccia”. (Giuro).
Così i 120 giorni di Roma, Pizza e Gomorra di Ggiulia Roberz si concludono con un pompino a un piatto di spaghetti e un’orgia in un bar che sembra il video Close to me dei Cure (giuro). Però fa in tempo a conoscere – ma non biblicamente come scritto – la filosofia di vita di Argentero: non fare niente e riposare. Al chè vorrei che il buon Argentero passasse una giornata con me o con un amico mio, glielo facciamo vedere noi come i romani passano il tempo. Intanto Ggiulia Roberz riesce ad abbinare, in un gioco mai sentito, la parola sesso a Roma e a guardare libidinosamente un asparago. Evidentemente gli piace sottile e lungo (giuro). De gustibus. In tutto questo, obnubilata dall’ingrifamento per tutto quello che si muove, fa una lunga e pallosissima metafora sulle rovine della città e della sua vita, e come Roma sia riuscita a cambiare malgrado le invasioni barbariche e le distruzioni. Dentro l’Augusteo – dove secondo lei i senzatetto fanno i loro bisogni e probabilmente hanno i loro amplessi solitari – capisce come un luogo così sia riuscito a sopravvivere ai cambiamenti. Ma il punto è proprio qui: a forza di pensare al cetriolo di Argentero, Ggiulia Roberz non ha capito che il problema di questa città è distruggere tutto e non cambiare mai, sono duemila anni che siamo in preda della corruzione, ma solo una sessantina delle turiste americane ingrifate.
In India Ggiulia Roberz comprende la metafora perfetta della vita: per arrivare al castello devi attraversare a nuoto il fossato che tradotto vuol dire una cosa tipo per arrivare al castello devi prendere il randello, che è un po’ il modo in cui Ggiulia Roberz deve aver fatto carriera, visto che, in tutta la mia vita, non ricordo un bel film con lei protagonista (giuro). Un consiglio che gli dà un tristissimo vecchio con l’unico sesso che Ggiulia Roberz riesce a fare: un misero schizzetto in faccia, esattamente tra le due sopracciglia con cui si trucca, stile Cameron Diaz, per un matrimonio di una tipa indiana che sembra Milhouse con i baffi (leggi sopra definizione di facial). Un piccolo premio per una che si è meritata in dote il soprannome di “Mandibola” e in un amplesso di intimità gli dice: “ti serve una botta (di vita)”. (Giuro, giuro e giuro).
È l’intervallo, si fa luce in sala e quello che vedo non sono vecchi pervertiti con l’impermeabile e con le mani in tasca ma un gruppetto di signore di mezza età, venute insieme a vedere il film con Ggiulia Roberz. Glielo leggi in faccia che volevano delle risposte sul fatto che il marito non le scopa più, che la figlia le tratta male e il figlio non le chiama mai, e sul fatto che nella loro vita non c’è nessun Luca Argentero che le fa il filo. Però si vestono come ventenni con le giacchette leopardate e gli shorts e ridono troppo fragorosamente per i loro anni e agitano il ventaglio troppo velocemente per non far intendere che la menopausa ormai le abbia aggredite. E io penso a queste signore che cercavano una riposta in Ggiulia Roberz e nell’ideatore di Nip/Tuck e Glee, e invece, trovano il nulla che non fa altro che ricordarci che la risposta è dentro di noi ed è “cazzo” (o “figa” a secondo dei gusti).
Infine, Ggiulia Roberz ritorna a Bali, e il guru sdentato non se la ricorda ma le ripete di aiutarlo con la sua lingua. E Ggiulia Roberz giù a ginocchioni. E a sottolineare il clima che c’è sull’isola, una guaritrice che Ggiulia Roberz va a trovare dopo che Javier Bardem l’ha messa sotto (giuro) le dice che non tromba abbastanza perchè ha le ginocchia secche e le dice: “gli ormoni del sesso lubrificano le giunture”… e te credo, stai a ginocchioni a cercare di far venire un vecchio sdentato balinese, neanche le labbra di Ggiulia Roberz possono riuscirci in meno di 2 ore. Poi vedi come sono lubrificate le ginocchia di Ggiulia Roberz.
Così, dopo aver riso del pipino di uno che suona i bonghi in un locale sulla spiaggia balinese, Ggiulia Roberz finalmente raggiunge l’orgasmo con Bardem, che la mette sotto per davvero e poi gli chiede di fare una cosa a tre con suo figlio.
Luci in sala, il sogno è finito.
Questo film ha la dignità di un film porno, e c’ho messo 2 minuti a capirlo, ascoltando le parole “aiutami con la tua lingua” e “vivi a quattro zampe”. Alcuni definiscono questo genere di film “cinema per la vagina” a sottolineare il loro pubblico di riferimento, ma è indubbio che sia stato scritto, pensato e girato decisamente con il cazzo. Ma c’è qualcosa di rassicurante nel vederlo nello stesso schermo in cui, circa 18 anni fa, ho visto Basic Instinct. Un cinema maggiorenne per un film vietato ai minori.
½
Perché, senza l’amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce.
Categorie
Una cosa abominevole.Non ci potevo credere.La parte su Roma poi è sconcertante…vabbè che per colpa dei nostri politici famo ride i polli, ma così è davvero troppo!Valentina
"Mi piace""Mi piace"
insomma, t'è piaciuto un bel po'. non lo facevo un film così estremo, in verità.ho controllato: hai ragione, questa donna un film davvero bello non l'ha fatto neanche per sbaglio.
"Mi piace""Mi piace"
Invece no…guardatevi Closer.Detto questo sono contentissima di essermelo evitato, anche se Javier Bardem stimolava il mio giudizio critico….ahah.
"Mi piace""Mi piace"
sono abbastanza sicuro d'averlo visto, closer.
"Mi piace""Mi piace"
the player di altman è belloerin brokovich è bellocloser brutto bruttoMissPascal
"Mi piace""Mi piace"
forse mi sono fatto prendere la tastiera. però, imho…the player è bellissimo ma lei è marginale, però mi scuso ma non ricordo bene il suo ruolo, trattandosi di un'opera abbastanza corale. Erin Brockovitch è una robetta come tante, discreto, come the closer. in soldoni, quello che vorrei dire che non capisco lo status di superstella di hollywood de 'sta tipa coi labbroni, un cazzo di film bello bello in modo assurdo lo ha mai fatto? che siano i labbroni? 😀
"Mi piace""Mi piace"
sì, anche io ho pensato esattamente la stessa cosa, scervellandomi per trovare due titoli buoni, che ho trovato. il ragionamento è giustissimo: una megastella priva di megafilms, anche di un solo megafilm.zao.MissPascal
"Mi piace""Mi piace"
Oh oh freniamo!Closer è un bel film!Ma in effetti lì a rubare la scena è Natalie Portman.Il filmone più bello che ha fatto è quel cult di Hook!Però in effetti non era protagonista.Ah e poi Tutti dicono I love you di Woody.Valentina
"Mi piace""Mi piace"