Appunti sparsi – R.E.M. in Perugia
Serata magica per la chiusura di Umbria Jazz 08 con i R.E.M il 20 luglio.
Si apre con Living well is the best revenge… per me una piccola delusione perchè speravo che l’apertura fosse per These days, una delle mie preferite in assoluto, ma, tant’è, grande avvio che si fonde in una Bad day travolgente che ha fatto capire subito a tutti che sarebbe stata una serata indimenticabile.
Drive è stato il momento assolutamente più toccante (da spacca cuore anche la struggente Nightswimming, piano e voce, e Let me in solo chitarra e piano): il brano che apre quel capolavoro che è Automatic for the people è stato interpretato – e recepito dal pubblico – come una ieratica preghiera.
In ordine sparso ricordo Fall on me che ho sentito live per la prima volta… Ignoreland, una delle sorprese più belle della serata: distorta, elettrica, travolgente.
Il setlist aperto da Horse to the water, continuato con I’m gonna Dj e chiuso da Orange crush è stato senza dubbio un quarto d’ora che ha attentato alla solidità delle mie gambe e di tutto il pubblico, quindici minuti senza respiro, culminato con Michael che prende il megafono e comincia il suo sermone.
Come sempre indimenticabili Imitation of life, Losing my religion (per la prima volta, da quando vedo i R.E.M. dal vivo, questo classico è stato gustato pieno, quasi lento, spesso è stato suonato quasi di fretta, come per liberarsi di un parente scomodo). Di rilievo due pezzi storici come Driver 8 e 1,000,000 che Michael ha testimoniato essere la terza canzone scritta in assoluto dal gruppo. Chiusura con Man on the moon e il doloroso momento dei saluti.
Approfitto per una parentesi personale, rivolta al gruppetto di amici che sostavano accanto a noi. Infatti, vorrei segnalare al ragazzo alto con gli occhiali e la maglietta bianca, che non ha fatto altro che distribuire sberle ai compagni di avventura, che il suo caro amico con la maglietta “Staff Umbria Jazz” è innamorato segretamente della sua ragazza: ha fatto più foto a lei che a Michael Stipe, mostrando senz’altro buon gusto. Ultimo pensiero va alla nana che per 30 minuti ha sostato tra i miei piedi e tra quelli dei miei amici, lamentandosi di non vedere niente: madre natura non ti ha fatto con le misure giuste per un concerto, rassegnati oppure stai lontana da persone più alte del metro e 75.
Michael, Mike e Peter, alla prossima, forse il 26 settembre a Bologna.
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