The Running Man – TikTok 3x, paranoia e sudore artificiale. Recensione, migliori frasi e citazioni
Non so voi, ma io a metà film ho cercato il telecomando per mettere pausa. The Running Man di Edgar Wright va così veloce che ti senti dentro un algoritmo impazzito di TikTok: tagli, luci, urla, pubblicità, hashtag, cazzotti, propaganda, droni. È un film che corre talmente tanto che a un certo punto ti dimentichi di essere al cinema e ti ritrovi su TikTok a velocità 3x, mentre l’AI decide se farti ridere o piangere.
Wright — che personalmente confondo sempre con Joe Wright (quello di Mussolini, Marinelli e i figli del secolo) — torna alla regia dopo un letargo artistico: l’ultimo film bello suo era Baby Driver, 2017, quando ancora ci illudevamo che il montaggio sincopato fosse una cosa cool e non un sintomo di ansia collettiva.
Qui ci racconta una società in cui il controllo è la forma suprema di intrattenimento. Non ci bastano più i reality, ora vogliamo vedere la gente morire bene, con l’audio compresso e i filtri neon. L’intelligenza artificiale manipola immagini, notizie, e pure la nostra empatia, fino a convincerci che l’unica cosa vera sia lo share. Il mondo è uno studio televisivo, e noi siamo le comparse che applaudono a comando.
Il bello è che tutto questo Wright lo mette in scena con ironia, ritmo e un’estetica pop-sanguinolenta da anni ’80 remixati da una macchina di editing epilettica. Il risultato è un’orgia di linguaggi — televisione, cinema, social, spot — che si divorano a vicenda. C’è pure una Obama Avenue per ricordarci l’ultimo grande presidente. Peccato che, nella frenesia del montaggio, anche il film si dimentichi di respirare: troppo ritmo, poca anima. Poco scrittura.
Il cast è dimenticabile: Glen Powell offre una prova energica, prova qualche travestimento come in Hit Man – Killer per caso; Josh Briolin demoniaco; Colman Domingo sembra il vero protagonista – a proposito ma da dove arriva questo? Ha lavorato in 50 film, manco uno bello.
C’è un momento, però, in cui la memoria cinefila fa capolino: un omaggio velato al Running Man originale, L’Implacabile con Schwarzenegger, quando ancora si pensava che bastasse una maglietta sudata e una frase tipo “I’ll be back” per parlare di totalitarismo. Qui no: qui il controllo è invisibile, digitale, subdolo — e fa più paura perché sembra vero.
Insomma: The Running Man è un film che corre fortissimo ma non arriva da nessuna parte. Ti sbatte addosso i temi giusti — intelligenza artificiale, manipolazione mediatica, odio pilotato — ma lo fa con la furia di un feed che scrolla da solo. Alla fine resti ipnotizzato, confuso e un po’ sudato, chiedendoti se quello che hai visto era un film, una diretta Twitch o una simulazione.
Voto Coccinema: 6-
Titolo alternativo: The Editing Man
Emoji di chiusura: 🤖📺💥
Ecco le migliori frasi e citazioni di The Running Man
Le migliori frasi e citazioni di The Running Man
Quando la posta in gioco sale, la merda scende.
-Non so come, ma un giorno ti farò il culo.
-Questo mi sembra lo spirito giusto.
Non è un furto di identità se mi paghi.
Il brivido della caccia potete sentirlo?
Chi partecipa a quello show non sopravvive.
Sparo a tutti e due se piangi.
Benvenuti a The Running Man.
Ricorda solo che quando si mette male è sempre buona tv.
Cosa succederà? Sintonizzati e lo scoprirai.
Smettete di riprendermi, str0nz1.
Non guardate la tv, guardate chi la finanzia. Spegnetela.
È ancora qui pezzi di m3rd@
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