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Biancaneve live action: la Disney torna a raccontare le favole, ma non c’è la magia

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C’era una volta un film che già prima di uscire aveva fatto più rumore di un manipolo di nani (scusate, “esseri magici della foresta”) che cantano Ehi-Ho!. E finalmente eccolo qui: il live action di Biancaneve targato Disney, pronto a farci rimpiangere i tempi in cui i remake almeno avevano i nani veri. “Ci stanno togliendo tutto”, “signora mia non si può più parlare”, “ah il siero”, “la dittatura”, “pensate con la vostra testa”. Già è iniziata.

C’era una volta un libro che si apriva da solo (e chiuderlo sarebbe stata una buona idea)

Rewind. Torniamo a Biancaneve. Si parte con il classico “C’era una volta” scritto su un libro che si anima magicamente grazie a dei ricci o dei scoiattoli o delle talpe, nun ho capito. In un certo senso un ritorno alla tradizione Disney, non è vero? In effetti non so, e chi li guarda più i film Disney? E già qui si capisce tutto: il colosso dell’intrattenimento sa che con questo film sta aprendo un libro di polemiche, meme e petizioni online, e va avanti lo stesso.

«Al forno e metto il video su Tik Tok»

Biancaneve, influencer di pasticceria medievale

Chissà come suonerebbe nella lingua degli indiani d’America “Nata in una notte di neve”, però eccola la nostra Biancaneve stavolta, non solo una principessa, ma anche una bravissima pasticciera. Raccoglie mele, sforna torte e, tra una glassa e l’altra, porta avanti la sua campagna di redistribuzione delle calorie ai contadini e agli sfigati del regno. Non è ben chiaro se nel suo futuro ci sia il trono o l’apertura di un franchising di bakery medievali.

Biancaneve regala anche corone di fiori alle bambine meno fortunate di lei – che forse avrebbero gradito ‘na bistecca, tanto per tenersi in forza prima di andare a mietere il grano.

Il pozzo dei desideri, l’umidità assassina e il Re senza testa

Papà Re, Mamma Regina e Piccola Biancaneve passano molto tempo al pozzo dei desideri, che a questo punto doveva essere il loro equivalente di un centro commerciale. Peccato che la regina, tra un desiderio e l’altro, probabilmente ci lasci le penne per un colpo d’umidità. Vedi le favole a volte come irrompono nella realtà? Il Re poi ha la barba lunga. Parliamone: un re con la barba lunga non è esattamente l’icona di regalità che ci aspettavamo. Quando poi rimane vedovo, la sua sanità mentale dura giusto il tempo di vedere Gal Gadot/Grimilde entrare in scena. Due battiti di ciglia e lui la sposa. Peccato che Gal Gadot sia pericolosa di suo, è israeliana del resto, e lo manda in guerra. Il Re parte… e non torna. Insomma il Re perde la testa, letteralmente e metaforicamente.

Biancaneve lava pavimenti, poi si innamora del primo bandito che passa

Ormai orfana, Biancaneve è costretta a pulire il castello da cima a fondo, ramazza i pavimenti (occhio all’umidità) ma basta mettere il naso fuori che subito si innamora del primo bandito che incontra. No, niente Principe Azzurro: ormai i reali non sono più di moda (ricordate la barba), meglio un bel fuorilegge. Il romanticismo cambia forma e colore, purché sia abbastanza woke per i tempi che corrono.

«Se mi candidassi presidente della Colombia?»

Numeri musicali un po’ così

Senza entrare nel dettaglio della storia, che presenta delle interessanti innovazioni, la regia di questo live action firmata Marc Webb è piuttosto dimessa, mai sorprendente, i colori e la natura mancano di vivacità. I numeri musicali sono abbastanza dimenticabili – le coreografie sembrano fatte a ricreazione nella palestra di una scuola media – benché due canzoni siano belle ma forse un po’ troppo lunghe; i brani classici – Ehi Ho! e Impara a fischiettar – ti restano in testa anche giorni dopo. Saranno gli anni, sarà il classico – che io ho sempre trovato abbastanza noioso, come tutti i classici Disney, diciamo quasi tutti, ecco l’ho detto. Insomma, se pensavate di rivivere la magia delle canzoni Disney classiche, potreste rimanere delusi (o grati, dipende dai punti di vista).

Film per bambini (molto piccoli) e qualche messaggio politico naif

Alla fine della fiera, il target di questo Biancaneve di Marc Webb sono le famiglie con bambini massimo di sei anni. C’è anche una sotto traccia politica, una metafora sull’oggi, un sermone sullo stare insieme, lavorare uniti piuttosto che combattere gli uni contro gli altri, ma è trattata con la stessa delicatezza di uno che cerca di spiegare la geopolitica con carri armati del Risiko.

L’idea più interessante? Lo Specchio Magico non è altro che il riflesso del nostro schermo del telefono. Ci dice quello che vogliamo sentire, quasi sempre, è rassicurante come un like (o una valanga di like), ci dà sicurezza e ci conferma che siamo bellissimi (o almeno che il filtro giusto può farcelo credere). Ma più che bellezza interiore qui si parla di quella dentro il nostro cuore, solo lì Rachel Ziegler può essere più bella di Gal Godot. Peccato che lo Specchio Magico, proprio come i social, alla fine ci porti a prendere decisioni discutibili… come passare il tempo a litigare su due foto di Biancaneve o farci troppe illusioni sulle sue ben nascoste qualità.

fight club stellette cinema** Ragazzi, state commettendo un grosso sbaglio.

E ora ecco le migliori frasi e citazioni di Biancaneve.

Le migliori frasi e citazioni di Biancaneve

Sempre impavida. Sempre vera. Sempre onesta. 

I miei sudditi non vogliono un fiore. Vogliono un diamante. Grimilde

Vivi in un mondo di desideri. Torna al tuo pozzo Biancanveve. Grimilde

Non te lo sto regalando (Biancaneve a Jonathan porgendogli il ciondolo). Ti sto dando un motivo per tornare. Biancaneve

Ah la signora che ha le patate buone. Jonathan

Il tuo cuore invidioso può darsi pace. Tu mia regina sei la più bella del reame. Specchio

Non abbiamo paura. Non più. 

Perfezione, potere, bellezza. Grimilde

C’è stato un tempo in cui avevamo speranze e le cose belle avevano il tempo per potere crescere. Biancaneve

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