Shogun, il seppuku del nostro scontento

Il clamoroso successo di critica e di riconoscimenti di Shogun è importante soprattutto per un motivo: finalmente gloria per Hiroyuki Sanada. Sono anni che ammiriamo l’attore in mille ruoli al cinema e nelle serie tv: da The Ring a L’Ultimo Samurai, da Wolverine – L’Immortale agli Avengers passando per Life, John Wick 4, Lost e Westworld. Con il premio quale Miglior Attore in una serie drammatica agli ultimi Emmy, finalmente Sanada vede riconosciuto il talento, la fatica e la devozione alla recitazione e lo fa in una miniserie tv che si posiziona dalle parti del capolavoro, una saga dinastica per il potere in qualche modo in bilico tra Succession e Il Trono di Spade ma con l’unicità di essere perfettamente inserita dentro la cultura giapponese.
La trama di Shogun
Tratta dal romanzo di James Clavell, già adattato nel 1980 in una miniserie televisiva con Toshiro Mifune e Richard Chamberlain, Shogun si basa su fatti storici realmente accaduti. Anno 1600, la nave olandese Erasmus naufraga al largo delle coste del Giappone. Il capitano John Blackthorne e il suo equipaggio sono prigionieri. La storia di Blackthorne e della sua nave si innesta nei complotti per la successione del Taiko, il capo supremo del Giappone, morto quando il figlio maschio non ha l’età per regnare. Il governo del Paese è retto da un consiglio dei reggenti, composto da cinque signori della guerra. All’interno del consiglio spiccano le figure di Yoshii Toranaga (Sanada) e Ishido Kazunari (Ishida Mitsunari). Quest’ultimo sta portando avanti un piano per esautorare Toranaga, grazie all’appoggio della madre dell’erede e il sostegno del clero portoghese, i primi occidentali ad arrivare nel paese del Sol Levante e desiderosi di mantenere il loro monopolio sui commerci con l’Oriente.

Perché Shogun è una grande serie tv
Trasposta sul piccolo schermo da Rachel Kondo e Justin Marks, l’esposizione del perché Shogun sia un grande prodotto non può prescindere dalla scelta di essere parlata prevalentemente in giapponese. Se volete avvicinarvi alla miniserie dovete stare attenti, non solo per seguire i sottotitoli ma perché non siamo di fronte a un qualcosa che può essere avvicinato ad altri prodotti televisivi. Shogun è un viaggio storico dentro la filosofia e le tradizioni del Giappone. Sono il senso del dovere e della lealtà a fare da contraltare alla bramosia del potere che come un virus sembrano essere arrivate sulle navi degli occidentali. Il seppuku, il rito del suicidio per motivi di onore o sconfitta militare, è uno degli elementi fondamentali e i vari passaggi di esso diventano elementi narrativi cardine della storia e del racconto del personaggi. La scelta del “secondo” (colui che, katana in pugno, porrà fine alla vita dell’uomo o della donna che nel frattempo si è aperto il ventre con una spada) diventa esse stessa storia, motivazione, racconto, significato.
La violenza è un elemento di Shogun, ma poi in fondo non tanto preponderante quanto potevamo pensare dopo che nel primo episodio una persona è bollita via e un bambino trucidato. La cifra stilistica di Shogun è la filosofia di vita, di guerra e di morte di un popolo raffinato, che ha elaborato una cultura millenaria nascosto dal mare. Insomma, Shogun richiede tutta l’attenzione dello spettatore: non potere passare l’aspirapolvere o leggiucchiare le notizie o spolliciare tette e culi sui social.
Interessanti i punti di vista: occidentali e giapponesi sono gli uni agli occhi degli altri dei “selvaggi” e qui ci viene in aiuto il percorso di John Blackthorne, interpretato da un Cosmo Jarvis forse poco carismatico, ma che ha avuto l’ingrato compito di condurci attraverso il suo stupore e il suo essere perennemente spaesato e relegato per le difficoltà linguistiche in un angolo, ma che alla fine sarà talmente conquistato dal modo di approcciare la vita orientale che si offrirà lui stesso di togliersi la vita per risparmiare quella di altri.

Shogun del resto è pervaso da un profondo spirito di morte e forse qualcuno più bravo del vostro affezionatissimo dovrà chiedersi perché questa serie così diversa dalle altre sottintenda a tale spirito auto-distruttivo, un mondo in cui una morte onorevole vale più della vita stessa.
Io del resto ho pensato solo alle meravigliose donne di Shogun: Anna Sawai, premiata agli Emmy Migliore Attrice in una miniserie drammatica, alle prese con un ruolo imprigionato tra tradizioni familiari, lutti, un materio io infelice, una missione pericolosa e il conflitto tra la religione cristiana che ha abbracciato e lo spirito del suo popolo; Fumi Nikaido è la concubina del Taiko; Kiku, la cortigiana di Izu, con il volto di Yuka Kouri.
Shogun è disponibile su Disney+. Ecco le migliori frasi e citazioni di Shogun.
Le migliori frasi e citazioni di Shogun
Capitolo 2: Servi di due padroni
È così strana questa vita. È come un sogno nel sogno.
L’uomo che sta più in alto di tutti e anche il più solo di tutto il regno
Capitolo 3 – Domani è in altro giorno
I nemici sono ovunque, gli amici in nessun luogo.
Chi siano nemici o alleati lo decide la strategia che usi. In questa vita puoi fidarti solo di te stesso. Toranaga
Capitolo 4 – Il recinto a otto pareti
Piangiamo coloro che abbiamo perso, portando avanti la loro lotta.
Conoscete il recinto a 8 pareti? Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro noi stessi. A erigere mura inviolabili dietro cui viviamo quando abbiamo bisogno. Dovrete addestrare voi stesso ad ascoltare senza sentire. Per esempio, potete ascoltare il suono dei fiori che cadono e rocce che crescono. Se veramente ascoltate allora di sicuro il presente sparisce. Non fatevi incantare dalla nostra amabilità, dai nostri inchini o dai nostri cerimoniali, sotto a questo possiamo trovarci a grande distanza, soli e sicuri. Mariko
La morte è parte dell’aria, della terra e del mare. Può arrivare da un momento all’altro. Prima di immischiarvi nella nostra politica tenere a mente che viviamo e moriamo, controlliamo solamente questo.
Capitolo 5 – Ammaestrato al pugno
Alcuni uomini sono come il cane. Alcuni ti stanno sul pugno e li lanci a uccidere qualunque cosa in movimento. Altri sono pigri e attratti solo con un’esca. Ma tutti gli uomini possono essere ammaestrati. Basta imparare a lanciarli verso la giusta presa e cacceranno al posto tuo.
Le gesta eroiche sono per i morti e le storie per i bambini.
A mio marito non concederò niente, neanche il disprezzo, perché è questo che merita.
La mia vita è mia e la vostra è vostra. Se non lo capite non sarete mai libera
Se vivete solo per la libertà non sarete mai libero da voi stesso.
Inutile rimuginare su ciò che non può essere cambiato.
Viviamo e moriamo, controlliamo solamente questo
Capitolo 6 – La signora del mondo dei salici
Mariko, dopo tutti questi anni non riesco ancora a comprendervi. Noi disponiamo di ogni privilegio. Scegliamo di distogliere lo sguardo da ciò che non possiamo controllare. Ochiba
Ciò che perdura è il proprio dovere. Non conta nient’altro. Il padre di Mariko
Una donna può perdere tutto quello che ha, ma può anche riprenderselo
Tutti noi abbiamo qualcosa a cui fare la guerra. Tuttavia, quasi tutti la portano avanti con onore. Toranaga
Un uomo può andare in guerra per le ragioni più disparate. Per le conquiste, per farsi valere, per il potere ma una donna è in guerra e basta. Mariko
Capitolo 7 – Un bastoncino di tempo
Come mai solo coloro che non sono mai stati in battaglia sono tanto ansiosi di combatterla? Toranaga
Il destino è come una spada. Aiuta solo chi è in grado di brandirla. Kiku
Capitolo 8 – Capitolo della vita
La fedeltà ha un inizio ma non ha una fine. Altrimenti non sarebbe fedeltà. Mariko
Capitolo 9 – Cielo Cremisi
Siamo samurai da mille anni e io non sarò mai prigioniera, nè ostaggio nè confinata. Sono libera di andarmene dove voglio come chiunque altro. Mariko
Accettare la morte non significa arrendersi. I fiori sono tali solo perché appassiscono. Mariko
Capitolo 10 – Un sogno dentro a un sogno
I fiori sono tali solo perché appassiscono. Ma per fortuna, il vento. Ochiba
Se potessi usare le parole come fiori sparsi e foglie cadenti, quale splendido falò nascerebbe dalle mie parole. Mariko
Yabasagi: come ci si sente a controllare il vento a proprio piacimento.
Toranaga: Io non controllo il vento. Lo studio e basta.
Se si vince, tutto è possibile. Toranaga
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Onore a Sanada, meritava un riconoscimento, tuttavia la serie seppur mi è piaciuta non la reputo così “grande”.
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