Oppenheimer di Christopher Nolan: recensione, migliori frasi e citazioni
Oppenheimer è il 12esimo film di Christopher Nolan. È incentrato sul Progetto Manhattan, la costruzione della prima bomba atomica e sulle vicende personali e professionali del suo inventore: J. Robert Oppenheimer.
J. Robert Oppenheimer è stato il Prometeo americano, donò il potere di distruggere il mondo agli Stati Uniti d’America, ma fu condannato a dover vedere la politica gestire l’energia atomica con lo scopo di una politica di potenza tra le nazioni e non con spirito di collaborazione per controllarla.
Oppenheimer di Christopher Nolan non è il film che pensavo di vedere e sebbene fossi pronto a una storia di dilemmi etici, sono stato ancora una volta sorpreso dal “prestigio” del regista inglese. È la storia di un’impresa militare – il Progetto Manhattan, la costruzione della prima bomba atomica – con il conseguente reclutamento di scienziati, la massiccia mobilitazione di risorse umane e finanziarie e l’edificazione di una grande base-città per la ricerca scientifica in mezzo al nulla; ci sono le implicazioni attinenti all’anima e allo spirito di un uomo, quelle di una nazione e dell’umanità (sapremo gestire il potere dell’energia atomica?); c’è il thriller, innescato dalla caccia alle streghe che la Guerra Fredda portò con sé e di cui Oppenheimer, pensatore libero, fu vittima per la sua opposizione alla costruzione della bomba H. C’è la rivalità tra due uomini, lo scontro di personalità dove Nolan compie la magia: ci fa guardare da una parte, ma, nascosto all’occhio, compie l’incantesimo. Chiedetevi se state osservando attentamente. Soprattutto Oppenheimer mette da parte la spettacolarità a cui Nolan ci ha abituato. Perché Oppenheimer è tutto questo che vi abbiamo detto più la materia oscura del regista londinese, capace di tenere quasi tre ore lo spettatore avvinghiato a un film che parte come un biopic, svolta in un war movie, ma senza guerra, poi diventa un court room drama incentrato su come mettere ai margini della comunità nazionale un personaggio ritenuto scomodo, tutto girato in stanza, laboratori, sgabuzzini senza rinunciare alle sue cineprese 70 mm.

Anni Venti del secolo scorso. Un giovane ricercatore è tormentato da immagini di un mondo nascosto. Einstein ha potuto immaginarlo ma che, fino ad ora, nessuno ha potuto vedere. Il travaglio del giovane Oppenheimer lo conduce in Germania per studiare fisica sperimentale, finché non decide di tornare in patria, dove fondò un corso di fisica quantistica. Qui intreccia una relazione con Jean Tatlock (Florence Pugh) e conosce la futura moglie Kitty (Emily Blunt). A memoria mia non ricordavo di aver mai visto così tante tette in un film di Nolan, anzi, non ricordo proprio di aver visto tette in un film di Christopher Nolan, ma, a quanto pare, la fisica quantistica è sexy e Oppenheimer scopa. Molti si sono lamentati che in Oppenheimer non hanno visto corpi bruciati dell’esplosione di una bomba atomica a fissione ma sono finiti a fissare le tette (bomb/boobs in inglese fa più ridere). Insomma, non siamo nel solito territorio nolaniano.
Quando la sua carriera è agli inizi, Oppenheimer conosce un sacco di comunisti, gli scienziati e gli accademici si vogliono sindacalizzare, e la cosa gli darà problemi in futuro. Intanto Oppie trascorre il tempo a pensare e a scopare, a studiare e a scopare, a lanciare bicchieri contro il muro, giocare con le palline da tennis e poi ancora scopare e studiare finché Robert Oppenheimer non ha l’opportunità di sfogare tutta questa energia nel Progetto Manhattan. Un modo come un altro per scappare dai figli che urlano tutto il giorno e una moglie devastata dal dover fare la casalinga. Il Governo degli Stati Uniti gli affida la costruzione della prima bomba atomica. Come sottolinea il personaggio interpretato da Matt Damon (il generale Leslie Groves, un uomo molto pratico ed efficiente, noto anche per aver costruito il Pentagono) è semplicemente l’evento “più importante della storia dell’umanità”.
Nolan racconta i progressi nella ricerca, nella costruzione di Los Alamos e nel reclutamento degli scienziati. L’operazione sarà un successo, Hiroshima e Nagasaki saranno devastate dalle esplosioni nucleari, costringendo il Giappone alla resa. Oppenheimer è un eroe nazionale, ma i fantasmi di quei morti lo perseguitano e per questo motivo diventerà un fermo oppositore alla corsa agli armamenti atomici e sarà un protagonista nel dibattito pubblico negli Stati Uniti d’America a sostegno di colloqui con l’Unione Sovietica per un controllo dell’energia nucleare a uso militare. Fu qui che crebbe e si inasprì il confronto con il presidente della Commissione per l’Energia Atomica Lewis Strauss (Robert Downey Jr) fino alla revoca del visto di sicurezza di Oppenheimer – impedendogli, di fatto, di continuare nell’incarico di consulente per il governo sulle armi nucleari -. Il film gira proprio intorno a questo “processo” (anche se formalmente fu un’indagine amministrativa) e al dibattito parlamentare per la conferma dell’incarico di ministro per il commercio di Strauss, scelto dal presidente Eisenhover. I due nemici accumunati dal destino di dover giustificare la propria vita di fronte a burocrati e politici.
Anni Venti, quelli della formazione di Oppenheimer; poi gli anni Trenta. Il Progetto Manhattan durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi il 1947, quando ci fu l’incontro tra Oppenheimer e Strauss; il 1954 con il “processo” allo scienziato e il 1959, con il dibattimento sulla nomina di Strauss a segretario al commercio. Nolan saltella per quasi tre ora fra queste linee temporali, dentro e fuori le vite, le ricerche, i duelli verbali di due personaggi forse meno conosciuti del nostro tempo ma che hanno cambiato il corso della Storia.

Tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus, il cuore morale del film di Nolan è nel dibattito tra chi pensa che la bomba atomica metterà fine a ogni guerra, chi semplicemente pensa che darà il via a una corsa agli armamenti nucleari e chi, come il personaggio di Isaac Rabi, spiega: “la bomba cadrà su tutti, giusti e ingiusti e non voglio che il punto più alto di tre secoli di fisica sia un’arma di distruzione di massa”. I motivi della guerra si intrecciano con quelli politici, i dubbi morali si confrontano con i limiti degli esseri umani e con quelli della teoria. Fino al compimento del test Trinity, c’è una seppur bassa probabilità che la reazione a catena scatenata dalla bomba potesse dar fuoco all’atmosfera e distruggere il pianeta. Dopo le bombe esplose su Hiroshima e Nagasaki, in pieno stile Nolan, al prisma di dubbi e paura si aggiunge una nuova dimensione: aver provato la forza distruttiva delle bombe atomiche e le infinite sofferenze dei sopravvissuti, oltre a tutti coloro che persero la vita nei giorni del 6 e 9 agosto.

Nolan non ci mostra quelle catastrofi, perché il punto non era metterle in scena. Oppenheimer si muove, prima, inseguendo i suoi incubi scientifici e il primo atto del film è davvero molto convincente perché a Nolan riesce fare quello che sa fare meglio: trasformare complesse questioni scientifiche in immagini che tutti possono comprendere, paragonare la fisica quantistica alla musica o ai quadri di Picasso, a un bicchiere scagliato contro un muro e che esplode in mille pezzi, a onde gravitazionali che invadono la mente di Oppenheimer, vibrazioni e arte e caos, tutte queste immagini raccontano meglio di qualsiasi spiegone l’universo nascosto ai nostri occhi della fisica quantistica.
Poi c’è il prestigio: Nolan ti fa guardare da una parte, ma in verità vuole mostrarti altro. Non c’è la spettacolarità a cui ci aveva abituato e da questo punto di vista Oppenheimer è più vicino a Dunkirk che a Interstellar, sebbene il suo cuore sia la scienza. A Nolan interessa il fallimento della modernità, i cui inimmaginabili progressi scientifici hanno condotto allo sviluppo delle armi di distruzione di massa e ormai alla sua proliferazione, non incendiando l’atmosfera ma i legami invisibili tra le nazioni, ormai basate sul terrore. C’è l’aspetto più politico, in un racconto della caccia alle streghe non banale e non conosciutissimo, quello in cui anche un eroe nazionale può essere messo da parte, anzi deve essere messo da parte per gli obiettivi di potenza dell’Occidente. C’è l’uomo, i suoi dubbi, le sue indecisioni, le sue amicizie difficili; ci sono i dubbi e le indecisioni di Nolan ma anche le sua capacità, sperimentate in undici film; c’è il travaglio di una comunità scientifica incastrata nel dibattito tra la scelta dei limiti e il loro rifiuto (“l’unico modo sensato di vivere è senza regole” dice Joker a Batman ne Il Cavaliere Oscuro); c’è l’intelaiatura da film epico, di appoggiarsi a un genere consolidato, come avvenuto in Tenet (cos’è se non un Bond movie in fondo, al di là dei suoi “prestigi”); c’è ancora la seconda guerra mondiale e la necessità di prevalere perché in fondo noi possiamo sostenere il peso del potere che stiamo sprigionando; c’è lo scontro di personalità radicato in mere questioni tra maschi alfa, come Nolan ha già gestito in The Prestige; e se i dilemmi morali hanno costruito la spina dorsale del film meno riuscito di Nolan, Insomnia, fu nel suo primo grande successo di critica, Memento, in cui il regista utilizzò il colore con obiettivi narrativi precisi. Nel seguire le diversità di diversi momenti della vita di Oppenheimer, nelle sue versioni, quella storica e documentata in bianco e nero e quella soggettiva e personale narrata a colori c’è il tempo dentro al tempo, un andare avanti e indietro, ma anche i diari dei maghi letti dai protagonisti in The Prestige. Ci ha messo 25 anni Nolan a raccontare la storia più importante dell’umanità, una vita di trucchi e magie. C’è anche la pena, mai espressa, di un regista e dell’inventore della bomba atomica: affidare il frutto di tanta fatica ad altro e sperare che ne facciamo buon uso.
Ps: Al post scriptum affido il commento al cast. Straordinario. Non solo nelle sue punte di diamante – Cillian Murphy è incredibile, ma è Robert Downey Jr a ricordarci che attore enorme fosse prima di finire a pisciare in un esoscheletro – ma tutti i grandi attori in ruoli secondari forniscono una prova magistrale. Difficile dimenticare l’incredibile Gary Oldman/Presidente Truman, l’enigmatico David L. Hill di Rami Malek, un’intensa e alticcia Emily Blunt nei panni di Kitty Oppenheimer, una sexy e travagliata Florence Pugh come Jean Tatlock, senza dimenticare Kenneth Branagh, Jason Clarke, David Dastmalchian, Dane DeHaan, Alden Ehrenreich e Josh Hartnett. Cioè capito? Nolan ha trasformato in attori anche Alden Ehrenreich e Josh Hartnett.
Pps: Lo posso dire che se proprio devo trovare una cosa non pienamente sufficiente, potrei individuarle in un Albert Einstein ridotto a dare il pane ai pescetti nel laghetto dell’università mentre di accompagna con Kurt Godel, un altro scienziato uscito fuori di capoccia?
***** A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
Le migliori frasi e citazioni di Oppenheimer
Puoi sollevare un masso senza essere preparato al serpente che verrà rivelato. Niels Bohr
L’algebra è come la musica. La domanda non è come si scrive ma se la senti. Puoi sentire la musica, Robert? Niels Bohr
Strauss (parlando di Einstein): Mi sono sempre chiesto perché non ha coinvolto nel Progetto Manhattan il più grande fisico del tempo.
Oppenheimer: Del suo tempo. Non del nostro.
La fisica quantistica è un paradosso… ma funziona. Oppenheimer
Quando ero piccolo, pensavo che se avessi potuto coniugare la fisica e il New Mexico sarebbe stato perfetto. Oppenheimer
Jean: Perché sei venuto?
Oppenheimer: Mi hai chiamato.
Jean: E allora non rispondere.
Oppenheimer: Risponderò sempre.
La teoria aiuta solo fino a un certo punto. Lawrence
Robert tu stai guardando oltre il mondo che conosciamo. C’è un prezzo da pagare. Certo che ti aiuteremo. Chevalier
Groves: Qualcuno mi ha detto “Oppenheimer non saprebbe gestire un chiosco di hamburger”.
Oppenheimer: È vero, ma posso dirigere il Progetto Manhattan.
Le persone orribili ed egoiste non sanno mai di essere persone orribili ed egoiste. Chevalier
Costruiamogli una città. In fretta. Groves
La bomba cadrà sui giusto e sugli ingiusti. Non voglio che il culmine di tre secoli di fisica sia un’arma di distruzione di massa. Isaac Rabi
Non so se noi possiamo gestire una bomba atomica ma so che i nazisti non possono. Oppenheimer
Sii te stesso. Soltanto meglio.
Kitty: Non c’è la cucina.
Oppenheimer: Davvero? La costruiamo.
Oppenheimer: Da quando è inglese?Fuchs: Da quando mi hanno detto che non ero più tedesco.
Non puoi cercare di cambiare il mondo e poi lamentarti che non ti piacciono le conseguenze
Le persone davvero vendicative hanno la pazienza dei santi. Kitty
Non condanneremo, negheremo soltanto. Strauss
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