Serial&Co(cci)/Penny Dreadful

Che cosa è?

La serie che mi fa venire voglia di lasciare a meta la biografia di Sir Alex Ferguson e leggere Milton. Insieme i personaggi dell’horror, del gotico, di tutte e due insieme: Dracula, Val Helsing, Jonathan Harker e la sua sposa, Dorian Gray, il Grand Guignol, Buffalo Bill, licantropi, Frankenstein e la sua creatura, faraoni, mummie, sensitive, esorcismi ed esorcisti e pure esorcicci, Gozer il gozeriano, un vasto e semovente Torb, Sloa, collera divina, fuoco e zolfo che piovono dai cieli, fiumi e oceani che bollono, quarant’anni di tenebre, eruzioni, terremoti, morti che escono dalle fosse, sacrifici umani, cani e gatti che vivono insieme, masse isteriche!

Cosa è successo?

E’ la storia della ricerca della giovane Mina da padre di Sir Malcom Murray, esploratore di successo con tanti scheletri nell’armadio. Lo aiutano l’amica della ragazza, Vanessa, un cowboy americano che fugge dal suo passato, un mandingo che porta sulle spalle il numero 33 e non so se mi avete capito, un giovane dottore che si fa chiamare Frankenstein e sicuro mi scordo qualcosa.

Come è stato?

A circa un mese dalla fine delle trasmissioni, mi sto ancora chiedendo cosa pensare effettivamente di Penny Dreadful. È stato tempo perso? È la serie dell’anno? Me so dato na bottijata sui cojoni? Il tentativo di rimescolare le carte in merito alle vicende di una serie di personaggi entrati nella cultura popolare è stato un tentativo che ha richiesto dei trucchi. Volendo fare un reboot delle storie di Dracula e dei vampiri in genere, è inutile negare che Penny Dreadful si è prefissato un obiettivo ambizioso e qua e là il rischio rimasticatura è stato forte. Era necessaria una forte impronta stilistica, la disponibilità a colpire con l’immaginazione. Ciò è riuscito a tratti. Ogni episodio è stato costruito attorno a una scena madre e spesso l’operazione è riuscita: la seduta spiritica, come la puntata strutturata come un romanzo epistolare tra la Vanessa e Mina, la visita all’orto botanico tra Dorian e il personaggio di Eva Green, l’esorcismo, il porno tra la prostituta e Dorian Gray, il combattimento tra cani. Sono scene che mi sono rimaste in testa per tutto questo tempo.
Resta il debito non risolto verso i personaggi originali: ognuno di noi porta un suo immaginario riferito ai vampiri, a Dorian Gray a Frankenstein che alza inevitabilmente le aspettative.
Il finale poi all’acqua e sapone, che risolve tutto in un’enorme bolla, lascia il dubbio sul valore in sè dell’operazione: un esercizio di stile o stile senza esercizio?

John Logan
Quest’uomo è dio. Ha sceneggiato Ogni maledetta domenica, Il Gladiatore, The Aviator, Sweeney Todd, Rango, Hugo Cabret e Skyfall. Ha tirato fori sta serie e non so se sono stati un caso i film, o se il telefilm è un caso. Un po’ come per Dio creare Emilio Fede.

Il cast
Begli attori. C’è Timothy Dalton che si vede che è invecchiato perché come James Bond sparava molto meglio. Josh Hartnett è una di quelle facce che me stavo giusto a chiede che fine avesse fatto. C’è Eva Green che in qualsiasi epoca la metti fa sempre la sua porca figura. Rory Kinnear lo ricordiamo tutti per l’interpretazione del premier inglese che nella prima puntata di Black Mirror di Charlie Brooker,The National Anthem, quando violenta un dolce maialina a causa della minaccia di un terrorista. Tra i produttori c’è Sam Mendes. Insomma, la confezione non potrebbe essere curata meglio.

C’è la fica?
E che ve lo dico a fa. C’è Eva. Nella settima puntata, Josh Hartnett le tocca le tette: sono stato una settimana a chiedermi se gli è venuto duro. Morirò co sto dubbio.

Il trend dell’anno

Il ponte di Londra in costruzione. Ormai al cinema c’è più quello che il Colosseo.