Watchmen – Tocca a te dottore, dimmi cosa vedi
Diario di Coccinema – 2 marzo 2009. Il mio personalissimo Orologio dell’Apocalisse segna l’ora X. In effetti di minuti ne mancano ancora parecchi. Ma non sto nella pelle. Roma, Piazza della Repubblica, tra poco c’è l’anteprima italiana di Watchmen. Erano anni che non attendevo un film in questo modo. Tremo dall’ansia. Aspetto Francesca sotto il porticato della piazza, lo percorro almeno duecento volte pensando “tra poco lo vedrò”. Sono mesi che non parlo d’altro.
Perchè scrivo queste righe?

Watchmen è raggiungere e superare una nuova frontiera di cinema: potenza delle immagini esaltata da un uso ossessivo del rallentatore, poesia, ultraviolenza, carnalità, Dio, morte all’interno dell’oscura percezione dei destini dell’uomo. Dai un “potere” ad un individuo e osserva come gli corroderà l’anima. È la definitiva discesa negli inferni dell’Uomo, preso tra due poli che non sono più il Bene e il Male ma l’Indifferenza e l’Abominio.
Nella lotta filosofica tra esse, c’è la potenza ricercata e raffinata dell’immagine, c’è la messa in movimento delle tavole del fumetto e l’aggiunta di un elemento essenziale: la musica, la colonna sonora. È qui che Snyder riesce nell’intendo di offrire una nuova dimensione al capolavoro di Moore e Gibbons. Perché, se nel passato leggevamo i libri ed immaginavamo questo o quell’attore nei panni del protagonista, oggi, leggendo una graphic novel che ha la sostanza del capolavoro letterario non possiamo fare a meno di riflettere e desiderare la musica che accompagni la lettura. Qui Snyder è grandioso. Tutti gli abbinamenti sembrano riuscitissimi e diventano un elemento essenziale di creazione dentro la visione. Come My Chemical Romance che reinterpreta “Desolation row”. O Leonard Cohen che canta “Hallelujah” ed echeggia qualcos’altro: la sua voce sui titoli di coda non può non riportare alla mente un altro suo brano, The Future, e soprattutto dei versi: “I’ve seen the future, brother: it is murder.” Alla fine è di questo che stiamo parlando, anche se non è il nostro futuro ma un passato che sembra tanto la prossima tappa della nostra esistenza come specie: omicidi, assassini, stupri, terrorismo di massa, corruzione, dittatura, sangue e ossa maciullate, paranoia collettiva, pedofilia, prostituzione, pioggia, tanta pioggia, e olocausto nucleare per ritrovare la nostra innocenza, il tutto mentre dei Dei troppo umani però per essere delle divinità ci guardano e ci osservano. Ma chi osserva loro?
Diario di Coccinema – 2 marzo 2009. Pensieri sparsi. C’è Carla Gugino. La adoro dai tempi di Spin City quando era pienotta e bruttarella ma cavolo diventa, film dopo film, sempre più eccitante. Però, caro Zack, è un sacrilegio tenerla per gran parte del tempo sullo schermo invecchiata. Questa me la lego al dito.Invece Dottor Manhattan gira spesso con il pisello di fuori. Beh, per essere uno che può modellare la materia a proprio piacimento poteva anche equipaggiarsi meglio.
Però la visione è difficile, soprattutto per chi non ha letto o quanto meno iniziato a leggere la graphic novel. Ci vuole un’abbondante ora e un quarto per svolgere tutte le premesse, sviluppare i personaggi, calarci nel contesto storico, e ciò malgrado i titoli di testa siano una delle esperienze più geniali degli ultimi anni: sequenze al rallentatore, statue di cera quasi immobili, fotogrammi che ci calano nel passato dei Watchmen e riportano alla mente di chi li può ricordare i tempi della guerra fredda e del pericolo atomico.
Diario di Coccinema – 2 marzo 2009. C’è tutto in Watchmen, è un pamphlet sulla cultura popolare elevato ad Iliade del nostro tempo. C’è dove siamo stati e soprattutto dove stiamo andando. Bowie e Jagger, Nixon e Stranamore, Blade Runner e Kubrick e Apocalypse Now, Superman e Dio, Terrorismo e Guerra preventiva.
Snyder crea un distillato di cinema che pesca a piene mani dalle tavole del fumetto. Gibbons e Moore hanno fatto un lavoro perfetto, Snyder doveva solo metterlo in movimento ma lo fa a modo suo, facendo vivere ogni secondo come se fosse un minuto e far scorrere all’improvviso tutto nelle vene come se fosse pompato da un cuore iperaccelerato. C’è “300” ma c’è qualcosa che va oltre, non solo la forza degli spartani, ma la poesia della perdita della nostra anima e del senso del nostro tempo.
Watchmen è un film grandioso perché ogni scena è grandiosa ed ha una potenza che travalica le parole e le immagini, è musica in movimento.
Diario di Coccinema – 2 marzo 2009. I supereroi sono morti, gli Dei ci guardano con indifferenza e sono come noi, corrotti dalle passioni. Superman è un residuato della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, che si prepara la terza, il merito cinematografico è di Batman Begins/Il Cavaliere Oscuro, ma nei fumetti è di Gibbons e Moore e dei loro Watchmen. È strano che tutto torni qui, dove è nato. In una nuova Karnak dove il corpo dei faraoni svuotato degli organi vitali attente di tornare a vivere, sentire il proprio cuore battere e la mente preparare piani acuminati per dominare il mondo.

A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…
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cornuto l’hai già visto!!!!
ti obbligo a rivenirci venerdì sera a mezzanotte….sennò non sono più amichetto tuo…
Angelo
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Mi sta venendo un infarto!!! Ho le palpitazioni!!! Roscharch, Minutemen non vedo l’ora che sia domani.
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bello è dir poco..
Snyder ha fatto un lavoro eccezionale, senza ombra di dubbio. i personaggi sembrano davvero vivere al di fuori dello schermo, ed è commovente vederli muoversi nei passi di “comuni” esseri umani in un mondo insalvabile..
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concordo assolutamente. Ben trovato e torna a trovarmi
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Un bel film, e devo dire che ero partito molto prevenuto (perchè, diciamocela tutta, mi aspettavo il classico film di super-eroi con super-scazzottate) ed invece sono rimasto piacevolmente sorpreso sia dalla regia di Snyder, con l’uso ossessivo del rallenty, sia dalla bellissima colonna sonora (trovo splendidi titoli di testa che scorrono sulla voce di Bob Dylan) che dai toni dark ed iper-violenti, a tratti quasi tarantiniani, impressi al film. Un gran bel film, non c’è che dire:che forse, con questo e con il precedente Dark Knight di Nolan (che a giudicare dal tuo avatar conosci bene) anche i film ispirati ai fumetti stiano diventando più adulti? (così come negli anni’80 era successo per le tavole disegnate grazie a Miller e Moore?).
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Anche io ho atteso questo film tantissimo e le aspettative altissime si contrapponevano continuamente alla paura di una probabile delusione cocente…poi vedo quei titoli di testa, il funerale del comico, l’esilio di Dr. Manhattan…e non posso che congratularmi con Snyder per il film difficilissimo che è riuscito a mettere insieme ^__^
Ottima recensione la tua, complimenti ^__*
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in effetti era uno dei concetti che cercavo di sottolineare. tutto torna: è partito da moore, è stato recepito al cinema da nolan, e torna a moore con i watchmen
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Proprio non capisco, vabbe’ non ho letto il fumetto ma il film mi è piaciuto era abbastanza chiaro nei richiami biblici di Dr manhattan e Rorschach, l’ambiguità tra bene e male, le riflessioni sulla deità e la natura umana. E anche se non ho letto il finale vero (solo su wikipedia) trovo più adatto per la versione cinematografica quello proposto nel film
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