Hanno ucciso l’Uomo Ragno: la locura anni Novanta (con le migliori frasi e citazioni)

A furor di popolo Hanno ucciso l’Uomo Ragno ha conquistato il pubblico italiano di Sky e di NowTV. La storia degli 883 rivista, romanzata, raccontata da due eccellenti narratori del cinema e della televisione italiana come Matteo Rovere e Sydney Sibilia ha lucidato a nuovo i primi anni Novanta del nostro Paese.
Racconti di Pavia: Max Pezzali e Mauro Repetto
Io mi ero più volte chiesto se la “leggendaria” storia degli 883, di Max Pezzali e di Mauro Repetto meritasse una serie tv. Me lo sono domandato durante l’intesa estate del tennis italiano: tra un successo e l’altro di Jannik Sinner, Sky, ormai la casa del tennis, non faceva altro che mandare in onda lo spot della serie tv, annunciando il suo arrivo nell’ottobre 2024. E io me lo sono chiesto se gli 883 meritassero una serie, ma soprattutto se meritassero così tanti spot. Possibile che su Sky non ci sarebbe stato altro da vedere? ‘Na telenovela brasiliana, un momento prestige di fiction turca, qualche balletto di Bollywood, ma proprio i cazzo di 883 me dovete propinà? Io ho sempre cordialmente detestato gli 883! La mia era una distanza culturale: io amavo De Gregori, De Andrè e Dalla e all’inizio degli anni Novanta ero già in fissa totale con il grunge americano e no, gli 883 non facevamo per me con le loro basi campionate e il lessico povero da frequentatori di bar di provincia.
Però evidentemente c’è del valore anche in questo visto il clamoroso successo del gruppo e Rovere e Sibilia hanno trovato il modo di valorizzarlo.

La serie tv Hanno ucciso l’Uomo Ragno
La storia di due ragazzi ripetenti di Pavia diventa quella di un tempo, gli anni Novanta appunto, contraltare alla forsennata presenza degli anni Ottanta su tutti i media. Oserei dire da decenni, Tivù e cinema ce la menano (!) con gli anni Ottanta, da Stranger Things a Ghostbusters, la rinascita di Top Gun e Tom Cruise, It e la lista è lunga famo che se semo capiti.
Sibilia e Rovere regalano 8 episodi in cui un mondo – vogliamo definirlo teen? Adolescenziale? Post adolescenziale? – si trovava in bilico tra fanciullezza ed età adulta, e la musica esprimeva lo sconcerto, la voglia di vivere, la paura all’affacciarsi delle responsabilità, il divertimento.
Hanno ucciso l’Uomo Ragno diventa il revival della musica, delle radio, della televisione, dell’Aquafan, di Claudio Cecchetto, di Jovanotti tutto per raccontare tra aneddoti divertenti o imbarazzanti, veri o inventati il percorso verso il successo alla conquista del sogno di due ragazzi di provincia, Mauro e Max.
Hanno ucciso l’Uomo Ragno emoziona perché racconta un tempo quando, per tutti noi – quelli tristi, quelli disinibiti, quelli che ci credevano – niente era impossibile e per Max e Mauro è andata proprio così, passando per i lavori precari, le bocciature a scuola, le difficoltà di trovare la propria voce, la disperata ricerca di esprimerla e farne un lavoro. Questo tutti lo abbiamo attraversato – chi oggi lavora alle poste, chi fa il dirigente d’azienda, chi il rider – e tutti possono entrare in connessione con questo momento della vita.
Poi ci sono coloro che, più o meno, appartengono alla generazione che li ha vissuti quegli anni: in questo caso l’effetto revival è potentissimo. Ci sono i volti notissimi: Cecchetto ruba l’occhio perché effettivamente è stato il più grande talent scout del tempo e più di altri ha contribuito a formare la cultura giovanile. Roberto Zibetti lo interpreta un po’ macchietta, un po’ geniaccio milanese e va detto che rientra perfettamente nel tono generale di Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Forse non l’ho ancora specificato ma Rovere e Sibilia hanno scelto un mood alla “Willy – Il principe di Bel Air” ambientato a Pavia, sit com familiare su due ragazzi che cullano un sogno al ritmo smaliziato della commedia. Max e Mauro fanno ridere, fanno ridere fortissimo i loro amici, Cisco su tutti, guru di provincia, mentre ogni personaggio è caratterizzato con un pizzico di eccesso che lo rende divertente, ma non ridicolo. Per Cecchetto vale lo stesso, ma lui è stato un pezzo grosso nel mondo dell’intrattenimento e mostrarlo perennemente svampito non gli rende davvero giustizia.
Poi ci sono tutti gli altri “vip” – Jovanotti, Fiorello, Sandy Marton, addirittura Maria De Filippi – e qui ho notato un’altra cosa: sono tutti decisamente più brutti di come erano in realtà. Per Marton la differenza è clamorosa, ma anche per Jovanotti, figurarsi per Fiorello. Gli attori scelti sono più brutti e non parlo solo di bellezza. Ognuno di loro dà il proprio contributo alla scalata verso il successo di Max e Mauro.

Infine arriviamo a loro Max Pezzali e Mauro Repetto, una specie di Gianni e Pinotto di provincia, una dinamica alla Sandra e Raimondo Vianello, vagamente Chandler e Joey: uno precisino, saputello, ma incapace di evitare la bocciatura a scuola (il vero Repetto è del ’67, fa la maturità nel 1990, ma quante cazzo di volte ti hanno bocciato Max?); l’altro spirito libero, capace di qualsiasi gesto pur di riuscire a sfondare, anche se esattamente non lo sa manco lui in “cosa” vuole sfondare e protagonista di clamorosi slanci di generosità e altruismo, insomma l’amico perfetto. Due personaggi da commedia all’italiana, un passo sopra il cinepanettone con due attori dai perfetti tempi comici e dalle facce irrinunciabili. Elia Nuzzolo è Max Pezzali e Matteo Oscar Giuggioli è Mauro Repetto e nel contesto del “gioco” creato da Groenlandia sono davvero perfetti: leggeri il giusto, “pensosi” il giusto.
La riabilitazione del Patata
In Compagni di scuola, Er Patata era il personaggio di Carlo Verdone, il classico bambacione verdoniano “rivalutato” da tutti gli ex compagni quando si scopre che sta con quella gnocca di Natasha Hovey. Hanno ucciso l’Uomo Ragno è la riabilitazione di Mauro Repetto. Il personaggio, interpretato da Matteo Oscar Giuggioli, ha una forza vitale incredibile, travolge Max con le sue iniziative e sembra la vera anima degli 883. Viene davvero voglia di scoprire qualcosa in più su Mauro. Repetto, noi facciamo il tifo per te.

Creatività, musica e strafalcioni
Insomma Hanno ucciso l’Uomo Ragno tocca tutte le corde giuste: la nostalgia, l’identificazione, l’epica del sogno realizzato. Funziona anche la parte della resa su schermo del processo creativo, solitamente la più difficile. Come fai a mostrare visivamente il momento dell’illuminazione artistica? Al riguardo mi viene sempre in mente Amadeus, il film in cui questo momento così astratto trova una sua consustanziazione nella sequenza della scrittura del Requiem tra Tom Hulce (Amadeus) e F. Murray Abraham (Salieri).
In Hanno ucciso l’Uomo Ragno si punta sul discorso della scrittura e la composizione in versi che, diciamolo, è stata la vera forza prorompente degli 883: loro cantavano come parlavano e quindi cantavano ed esprimevano concetti uguali a quelli di milioni di giovani italiani. La musica è stata messa da parte: si vedono Max e Mauro al computer mentre campionano qualcosa di già pronto e poco più. Sono le parole e i temi la forza del gruppo e possiamo vederli nascere nel quaderno di Pezzali ed esplodere direttamente dai momenti belli, tristi, brutti, divertenti della loro vita. Forse un po’ telefonata come cosa e posticcia, ma funziona.

C’è qualcosa che non funziona?
«La pazzia, che cazzo Renè, la cerveza, la tradizione o merda, come la chiami tu, ma con una bella spruzzata di pazzia, il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes»… «Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette, mentre fuori c’è la morte». Boris
Insomma Hanno ucciso l’Uomo Ragno fa ridere, fa piangere, fa ricordare, fa emozionate tanto, ma perché ho la sensazione che non tutto quadri? L’Italia è descritta come nella celebre sequenza della locura di Boris, una comunità di cerebrolesi che canta e ride mentre fuori c’è la morte. La famosa estate degli 883, correva l’anno 1992, è quella degli attentati a Falcone e Borsellino, di un Paese sull’orlo di crollare sotto spinte malvagie: la mafia, la cattiva politica, la pessima economia. Più di 10 anni prima, Calvino aveva preconizzato il Paese che “si regge sull’illecito” e all’inizio dei Novanta esso aveva dichiarato guerra alle persone perbene. Nei palazzi del potere e nelle istituzioni non tutti erano “perbene”. La crisi economica, la corruzione, Mani pulite, il paese sull’orlo del disastro e noi di questo non vediamo niente in Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Capisco la commedia giovanile però ciò stona. Come la rivalutazione posticcia dei brani di un gruppo di successo: tutte ‘ste riflessioni sulle condizioni degli adolescenti e post adolescenti a me appaiono tirate per i capelli, etichette appicciate con un post-it per mettere una targhetta di rispettabilità.
In Hanno ucciso l’Uomo Ragno manca il cattivo, manca il villain: non lo è fino in fondo Cecchetto, perché probabilmente c’era anche il timore di prendere una denuncia e qualche problematica nella serie si intuisce solo molto labilmente. Neanche il ragazzo perfettino della Pavia bene che “porta via” Silvia a Max è cattivo, anzi, pure lui è problematico e a suo modo fragile. C’è un certo subliminale disprezzo per i lavori “umili”: il tizio del negozio di strumenti musicali, uno sfigato poraccio che lavora per pagare i pannolini e il conguaglio del condominio; i genitori di Max che “fanno i funerali”; lo stesso Max che porta l’ambulanza. C’è una certa acquiescenza nei confronti della droga, senza mai condannare, ma solo ironizzando, come nel caso del dj americano che ripete da ebete “I want cocaine”. Non c’è distanza, ma c’è accettazione di un dato di fatto, mentre poi, quando Pezzali e Repetto entrano nel giro, il discorso droga sparisce, non ne parla più nessuno, non sniffa nessuno, nessuno tira le canne e potrei pure tirare fuori il monologo di Pisapia/Servillo alla fine de L’uomo in più, ma sono un signore.
Insomma Rovere e Sibilia hanno trovato “la locura” e hanno fatto centro. Aveva ragione Aprea insomma.
Soprassiedo sugli strafalcioni musicali, secondo me abbastanza gravi per una serie tv che fa della musica il suo “core business”, ma non voglio manco fare quello che grida allo scandalo perché se so inventati un colpo dio stato al tempo di Marco Aurelio. Passiamoci sopra.
Ecco le migliori frasi e citazioni di Hanno ucciso l’uomo ragno
Le migliori frasi e citazioni di Hanno ucciso l’uomo ragno
Episodio numero 1
“Per favore non a Pavia”
Tre motivi a caso per cui essere bocciati è la morte: motivo numero 1, ho fallito. Una cosa dovevo fare: studiare e non sono stato capace. Motivo numero 2: perderò tutti i miei amici e del legame con i miei compagni di classe presto non rimarrà niente. Loro continueranno ad andare avanti insieme e io verrò dimenticato.
Compagno: Ehi Pezzali adesso a tua madre viene un colpo.
Max: Errore compagno di classe di cui non ricordo il nome. Il problema non è mia madre… ma mio padre.Papà: Farai tutta l’estate in negozio.
Max: Menomale pensavo mi sarebbero toccati anche…
Papà: E ovviamente farai anche i funerali. Tutti i funerali.
Max: Ed eccoci al motivo numero 3. Funerali tutta l’estate.
Max: Senza i Sex Pistols non avremmo i Joy Division.
Cisco: Max tu mi giuri che sta roba qua non la dici alle tipe? Perché è il modo perfetto per non scopare, lo sai, sì?
Le tipe odiano i saputelli. I musicisti scopano, i saputelli no. Cisco
Se Lello e Marisa quella sera avessero preso precauzioni, io non sarei stato bocciato. Max
Perché nessuno ascolta punk a Pavia? Max
Ragazzi, cosa cazzo ce ne frega? Noi alla figa dobbiamo pensare. Cisco
La gente pur di non stare qua in estate la gente muore. Cisco
Se scopo ti penso. Promesso. Ci vediamo a settembre. Cisco
Ho un mio progetto che mi basa molto sul punk rock inglese. Non so… se… no. Diciamo la Londra degli anni Settanta… Notting Hill… Camden town. Che poi parlare di musica… a me la musica piace farla. Max
Massimo, sono sposato con tua madre da 20 anni, non l’ho mai vista soffrire così tanto. Tu ci devi venire incontro, non ci devi rompere così il cazzo. E che cazzo! Prima ti fai bocciare, poi ci torturi. Padre di Massimo
All’improvviso ti accorgi che Marika, Marisa, Raffaele detto Lello, la cassetta dei Ramones, il punk, la bocciatura e Silvia erano un disegno complicatissimo che voleva che tu arrivassi in quel banco su quella sedia.
“Piacere Mauro”, “Massimo, ciao”. “Però perché Massimo, Max suona meglio”. Questo è il bello delle cose straordinarie. È che quando succedono non tutti se ne rendono conto. “No, preferisco Massimo, grazie”. Ma io ovviamente tutto questo non potevo saperlo. Max
Episodio 2
Fu in quel momento che Mauro giurò a se stesso che non avrebbe fatto l’albero mai più. Max
A Mauro mancava sempre qualcosa, quel qualcosa a cui non sappiamo dare un nome, ma che suonava come una condanna: la condanna alla mediocrità. Max
Continuo a non capire perché mi abbiate condannato a una vita senza motorino. Mauro
Max: Cosa stai facendo?
Mauro: Sto scrivendo una lista di canzoni.
Max: E perché stai scrivendo una lista di canzoni nell’ora di matematica?
Mauro: Perché nell’ora di ginnastica mi risulterebbe molto più difficile.
I fighi sono primi in classifica, i mediocri fanno la gavetta. Mauro
Mauro: Vedi sempre il lato negativo delle cose.
Max: Non è il lato negativo, tuona.
Mauro: Sai come si dice? “Quando in cielo c’è il tuono non è detto che piova”.
Max: Che cazzo di proverbio è?
Mauro: È un proverbio famosissimo vuol dire che quando tuona poi non pio… (Inizia a piovere)
Mauro: Tu fai sempre così.
Max: Cosa?
Mauro: Ti arrendi subito.
Non c’è niente di più triste al mondo del talento sprecato. Mauro
Episodio 3
Repetto e Pezzali, Pezzali e Repetto. Abbiate pietà di noi, siamo solo alla prima ora. Professore di Storia
È come aggiungere un esame a un esame. Quanti cazzo dì esami può avere una persona in una settimana? Max
La mia vita è un casino. Tutta colpa di persone che fanno scelte discutibili. Max
Perché cazzo nel compito di matematica non c’è neanche un numero. Sono tutte lettere. Max
Non siamo uno di quei gruppi che si cambiano. Noi siamo già cambiati. Siamo pronti. Mauro
Io l’avevo preparata col colpo di scarpa. Mauro
Evento provinciale arricchito dalla nostra presenza e poi il fatto di essere a titolo gratuito crea un pericoloso precedente. Mauro
Episodio 4
Una vita come tante Max. Ma sarà la tua? Cisco
18 fantastico. Guardi al liceo prendevo 5 quindi 18 è un miglioramento. Mauro
Potete tranquillamente pensare che fossi venuto qui per scappare dal fallimento de I Pop ma vi sbagliate. La verità è che io sto ai villaggi vacanze come Michael Jordan sta ai Chicago Bulls del 1991. Mauro
Non avere un sogno era come averli tutti. Ma io un sogno ce lo avevo, ma dove era finito? Quand’è che ho smesso di inseguirlo? Ma soprattutto: perché? Mauro
Noi dobbiamo cantare come parliamo. Mauro
Episodio 5
Max: Siamo nello stesso parcheggio dei Metallica.
Mauro: Ottimo
Che cazzo è sto ottocentottantatre? Il cap di Pavia? Cecchetto
Max quella vuole scopare. È un’occasione, la devi prendere. C’è gente poverina che non scopa mai, sarebbe sbagliato nei loro confronti. Cisco
Il pesto è fondamentale per sopravvivere fuori casa. È la prima fonte di sostentamento. Cisco
Ti ho messo anche un preservativo perché sono un inguaribile ottimista, io. Cisco
Massimo, comunque vada, qualunque cosa accada, non azzardarti a tornare a casa con quel preservativo. Cisco
Le canzoni devono parlare da sole, mai come in questo caso. Cecchetto
Dov’è la figa? Repetto
Volete un po’ di pasta? Non so perché qui è sempre pieno di pesto. Sandy Marton
Il cassiere si è venduto l’indirizzo a chissà chi. E da lì non si capisce più niente. Ragazze a ogni ora del giorno e della notte. Sempre. Un inferno, no? E poi io mi conosco, alla fine a queste ragazze non posso mica dire di no. Cazzo mi sembra anche brutto, no? C’è gente che poverina non scopa mai. Sandy Marton
Forse per avere davvero successo bisogna essere sinceri. Volete un consiglio ragazzi? Nelle canzoni parlate di cose che conoscete. Parlate di posti ed esperienze che avete davvero vissuto. Sandy Marton
Grazie per tutti i pesti. Sandy Marton
Non gliene frega un cazzo a nessuno di Ceggia, le menate sulla provincia. Figurarsi se gli frega di Pavia, di vostra madre che si incazza, della sala giochi. Cecchetto
Episodio 6
È una sensazione strana quando ti accorgi che la tua vita è diventata molto diversa da quella che avevi sognato. E tutto quello che puoi fare è chiederti “Ma come è potuto succedere?”. Max
Come è andata con la Pannaiatopolus? Cisco
Max: Ma ti pare che uno cambia vita così?
Cisco: E com’è che si cambia vita? Te lo dico io: senza grandi annunci, senza troppi programmi, si cambia. Punto.
Non fate la cazzata che ho fatto io, non vi fate fregare, perché un attimo che finisce tutto, i sogni dico e diventare grandi è una merda. E ora farò tardi al lavoro e verrò sgridato. Capite? Sgridato. A trent’anni. Capito? Una merda. Lello
Che avete pensato male. Voi due stronzi siete la mia grande occasione e adesso noi andiamo e registriamo la più grande canzone della storia della musica. Pierpaolo
Episodio 7
Siamo noi
Che ciai 7 anni che vai in giro con mille lire? Mauro
Una macchina da rappresentante della Folletto. Cisco
Tu fai i cori, sottolinei le cose, che è importantissimo. Max
Max, voi siete impresentabili. Cecchetto
Quell’edizione del Cantagiro fu vinta da Alessandro Canino, ma non importava, noi eravamo Rocky. Max
Basta avere paura, non può succedere niente di male. Max
L’unica cosa che in questa cazzo di città ha un minimo di senso è quando sono insieme a te. Max
Non ho mai venduto la mia macchina color merda perché quella era la macchina che avevo quando la mia vita è cambiata del tutto. Max
Episodio 8
Fai almeno finta di divertirti. Silvia
Io sento questa tua attitudine verso sta cosa dell’Aquafan e ti dico che hai già rotto il cazzo. Mauro
Con il primo album abbiamo fatto il botto, con il secondo dobbiamo fare la storia. Cecchetto
Sembri una cazzo di geisha, Max. La gente dirà: “Hai visto gli 883? Ma chi? Quello con la geisha?”. Mauro
Dublino è vicina. Max
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