Longlegs e la Clarice Sterling del decennio
La matricola dell’FBI, Lee Harker, vede morire il suo partner durante la loro prima missione sul campo, mentre erano a caccia di un rapitore di minorenni, in una casa su cui lei aveva avuto la percezione di una “presenza”.
Nel prologo del film avevamo visto una bambina avvicinata da un personaggio alquanto bizzarro che le dice qualcosa tipo “per venire da te ho indossato le mie gambe lunghe”: in inglese gambe lunghe è “Longlegs”.
Harker ha un punteggio estremamente alto ai test sulle capacità extrasensoriali, insomma giocasse al Lotto avrebbe grandi possibilità di diventare milionaria ma lei vuole combattere il crimine e i cattivi ed è per questo che il direttore Carter le sottopone un caso estremamente difficile: non vuole 6 numeri per il Superenalotto ma i file di famiglie massacrate, apparentemente dal padre, ma in tutte queste storie sono state recapitate delle misteriose lettere che annunciano le morti, firmate “Longlegs”.
Harker si getta anima e corpo nelle indagini, tra interrogatori, perquisizioni, misteriose visite notturne.
Se qualche lampadina si è accesa nella vostra mente, ebbene sì, Longlegs è un Il Silenzio degli Innocenti con un pizzico di sovrannaturale: una giovane donna alla sua prima esperienza da agente FBI, l’infanzia problematica, il colloquio con il direttore di un manicomio criminale, il serial killer estremamente stilizzato.
Sceneggiatore di Nope, per dirne uno, nonché figlio di Anthony Perkins/Norman Bates (crescete voi con quella madre/padre) Oz Perkins fa marciare sicuro Longlegs, con una forte regia horror: inquadrature larghe da lasciarti immaginare agguati improvvisi, angoli bui e corridoi stretti per tenerti in tensione, ombre, sagome e case perse in mezzo al nulla. Insomma per due terzi Longlegs è clamoroso, sostenuto dalle solide interpretazioni di Maika Monroe e soprattutto Nicolas Cage.
Arrivato alla sua risoluzione, Longlegs però prende un’altra strada. Perkins ha voglia di trasformare il suo horror quasi perfetto in un’accusa decisa alla politica imperiale degli Stati Uniti. La voce narrante prende il sopravvento per una certa voglia di didascalie e spiegazioni, caso mai sfugga che noi siamo impegnati. Il film perde parte del suo fascino perché dal “mostriamo” siamo passati a “lo dico”, insomma Oz s’è disunito. Vedi la fretta a volte del resto “Tutti qualche volta perdiamo un po’ la testa. A voi non è mai capitato?”.
Ecco le migliori frasi e citazioni di Longlegs
Le migliori frasi e citazioni di Longlegs
Ho bisogno di parlare con qualcuno dei miei adorati Marines. Mia moglie ha imparato a fingere. Carter
Tutte firmate con la stessa parola. Longlegs. Carter
Ruby: Fa paura essere un agente donna dell’FBI?
Lee: Sì, fa paura.
Non credo ci sia un’unità dell’FBI per le cose belle. Lee
Lee: Mamma?
Madre: Lee?
Lee: Sì, sempre la tua unica figlia.
Madre: Dici ancora le tue preghiere?
Lee: No, non ho mai detto le mie preghiere, mi spaventano.
Venerare il diavolo in America è consentito.
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