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Beetlejuice Beetlejuice, il miglior Tim Burton del secolo. Forse

Beetlejuice Beetlejuice è il fresco ritorno di Tim Burton sul personaggio e il film che contribuì tantissimo a costruire la sua poetica e stile alla fine degli anni Ottanta.

Nella metà degli anni Venti del XXI secolo tanta strada è stata fatta e il regista di due dei Batman più belli, Ed Wood, un coraggioso remake de Il pianeta delle scimmie, La sposa Cadavere, Sweeney Todd e Dark Shadows ritrova la visione gotica e la macabra ironia, andando a esplorare lo spazio vuoto tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

La dolce Lydia (Winona Rider) tanto bramata dallo spiritello porcello nel 1988 oggi conduce un programma televisivo sulle case infestate – mettendo così a profitto il talento di contattare i morti -. Proprio durante una puntata  vede Beetlejuice tra il pubblico. L’evento la sconvolge e subito dopo scopre che il padre è morto, divorato dagli squali durante una vacanza. Così ritorna a Winter River insieme alla matrigna Delia (Catherine O’Hara) – sempre più artista concettuale di successo – e la figlia Astrid, interpretata da Jenna Ortega, sempre più musa di Burton. Dopo l’esperienza per Netflix con Mercoledì, il regista è ispiratissimo dall’attrice tanto da consegnarle “il ruolo” che fu di Rider nel primo film: l’adolescente dall’animo tormentato, capace di vedere e parlare con i fantasmi anche se non è ancora consapevole del suo dono. 

Ma il cuore di Beetlejuice Beetlejuice è sempre Lydia, suo è il punto di vista con cui attraversiamo gli eventi, mentre passiamo dall’organizzazione del funerale del padre fino all’operazione di salvataggio della figlia dallo spirito di un rapitore serial killer. Eh Beetlejuice? Michael Keaton dà spettacolo mentre cerca di sfuggire alla sua moglie trapassata, Delores, casualmente succhiatrice di anime di professione (non pensate male), interpretata da Monica Bellucci. Il primo pezzo forte del film è il suo: la sequenza della ricomposizione del corpo sulle note di Tragedy dei Bee Gees è uno dei momenti migliori del film, geniale e travolgente, con il recupero di prezioso Danny De Vito, collegamento con Keaton ai Batman burtoniani – quando interpretò Il Pinguino. Tra l’altro, proprio Keaton vestì i panni dell’uomo pipistrello dopo Beetlejuice e oggi torna Beetlejuice dopo aver fatto rivivere il cavaliere oscuro in The Flash.

Mentre il primo film pagava un po’ i tempi morti, Beetlejuice Beetlejuice ha un ritmo forsennato. Non c’è un attimo di respiro mentre ci muoviamo tra il mondo dei vivi, dove Burton ritrova l’ironia graffiante nei confronti di certa borghesia a stelle e strisce, raccontata come se fosse a un “ritiro yoga new age”, e ritrova l’ispirazione più brillante nel raccontare il mondo dei morti, dove i non vivi sono costretti a lunghe ore in sala di attesa e code agli sportelli per consegnare improbabili moduli. Burton immagina così l’aldilà: oppresso dalla burocrazia. Non mancano sagaci ironie proprio sulla natura dei sequel come quando, parlando della scomparsa di Charles, Lydia e Delia dicono “-Abbiamo trovato una scappatoia e siamo andati oltre. -Molto comodo”, riferendosi alla condanna da aggressore sessuale dell’attore Jeffrey Jones. e ancora O quando Keaton/Beetlejuice guarda in camera e fa una battuta sugli attori e come non ci si possa fidare di loro.

Le invenzioni in Beetlejuice Beetlejuice continuano con il treno delle anime dirette nell’ignoto, chiamato ovviamente Soul Train,  e dove gli spiriti fanno festa ballando al ritmo della musica soul. Non manca un uso ironico di Day O, pezzo forte del primo Beetlejuice, limitato a un coro di voci bianche, e un nuovo travolgente numero musicale interpretato da tutto il cast, MacArthur Park di Donna Summer. Altre chicche arrivano da Willem Dafoe nei panni di Wolf Jackson, defunto attore di film polizieschi responsabile della sicurezza nell’aldilà, abilmente in bilico tra realtà e finzione, ironia e grottesco con i suoi riferimenti ai cliché del cinema.

Ci sono tanti dei riferimenti feticisti di Burton: oggetti culto degli anni Ottanta e Novanta come i walkman, i vinili, libri e cinematografici come il chiaro richiamo a Mario Bava e Operazione Paura.

Beetlejuice Beetlejuice rappresenta un fresco ritorno di Burton alla regia cinematografica: mancava al grande schermo dal remake di Dumbo del 2019, probabilmente con il suo film più bello del XXI secolo. In una mia personale power ranking dei suoi film degli ultimi 25 anni, il sequel dello spiritello porcello si piazzerebbe molto alto:

  1. La sposa cadavere
  2. Beetlejuice Beetlejuice
  3. Dark Shadows
  4. Frankenweenie
  5. Sweeney Todd

Qual è la vostra?

**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

Ecco le migliori frasi e citazioni di Beetlejuice Beetlejuice

Le migliori frasi e citazioni di Beetlejuice Beetlejuice

Benvenuti a Ghost House. Entrate se osate. Lydia

È la tua stupida matrigna, ha la messaggio-logorrea. Rory

È andato in capo al mondo per vedere gli uccelli che ci danno e c’è rimasto. Delia

Ho perso il mio tutto fare arrapato. Delia

“Dolore e sofferenza sono inevitabili“

-Abbiamo trovato una scappatoia e siamo andati oltre.
-Molto comodo.

Si sono rotte le acque durante la proiezione di Operazione Paura. Lydia

Dove è l’insopportabile ragazzina dark che mi tormentava? È tempo che ritrovi lei. Delia

Rory: Credo che dovremmo smetterla con le pasticche.
Lydia: Sì credo che dovremmo smetterla con le pasticche.

Mia moglie mi scuoia se non torno dall’aldilà. Charles

La fossa è stata scossa. Beetlejuice

Non venite a bussare finche non è il vostro momento e ricordate deve essere roba reale. Jack

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