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Hit Man- Killer per caso

hit-man-killer-per-casoNon smette mai di sorprendere la poliedricità di Richard Linklater, una carriera di piccoli gioielli, sperimentazione e coraggio. La conferma arriva da Hit Man – Killer per caso, dal 27 giugno 2024 nelle sale italiane, un fine ragionamento su identità, maschera, personalità e soprattutto amore.

Curiosa fin da subito la vicenda alla base del film, tratta da una storia vera, raccontata in un articolo giornalistico del 2001 pubblicato su Texas Monthly e scritto da Skip Hollandsworth. I due collaborarono insieme alla sceneggiatura di Bernie, pellicola di Linklater del 2011.

La storia vera è quella di Gary Johnson professore di filosofia al liceo di giorno, nel tempo libero consulente informatico della polizia. Con il suo team dà la caccia a potenziali assassini alla ricerca di sicari. Attenti a quali annunci cliccate sui social, dovesse sopraffarvi la voglia di commissionare l’assassinio del vostro capo-ufficio, il partner o il cane dei vicini. Gary è timido, vive con i suoi gatti e innaffia le sue amate piante, ma quando il responsabile delle operazioni sotto copertura con cui collabora è sospeso dalla polizia per colpa di un video razzista e violento per Gary si apre un’opportunità: non limitarsi più a registrare le conversazioni, ma diventare lui stesso il sicario e incastrare i mal capitati.

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Ora, io non sono ovviamente un esperto di diritto e tanto meno di diritto criminale, ma tutta sto storia mi sembra francamente una copertura: commissionare un omicidio mai avvenuto, aver mostrato una volontà, non un effettivo compiere l’atto, ma io faccio il giornalista sfigato, sono solo il vostro affezionatissimo scriba e quindi scusate la divagazione. Insomma Gary deve fingersi assassino e vi giuro è straordinario: inizia a collezionare una serie di personaggi, presunti sicari capaci di adattarsi a varie situazioni, personalità e stili di ammazzamento. Arrivati a questo punto non si può citare la straordinaria prova di eclettismo di Glen Powell, uno della vecchia guardia di Linklater (ha lavorato a Tutti vogliono qualcosa), co-autore della sceneggiatura: è difficile per uno figo come lui, sembrare imbranato, brutto, sporco… be forse sporco no. Insomma Powell veste i panni di Clarke Kent nella vita di tutti i giorni e poi inizia a sfoggiare una serie di travestimenti, molti ispirati al gotha del cinema noir e thriller. Il nostro eroe inizia a divertirsi a cambiare continuamente personalità finché non incontra Madison una giovane donna che vuole assassinare il marito violento. Segregata in casa la donna pianifica la sua libertà e Gary, nei panni dello strafico Ron, uno sicuro di sé e soprattutto sexy, la convince a chiedere il divorzio e a non rischiare la prigione. A sto punto però tra Ron/Gary e Madison è scoccata la scintilla. Te credo: la donna è interpretata da Adria Arjona e il vostro affezionatissimo scriba confessa un altro dei pregi di questo Hit Man-Killer per caso: dopo tanto tempo è tornato il durello al cinema. Madison/Adria è sexy al limite dell’incredibile e vederla travestita da hostess in auto reggenti mentre interpreta il suo gioco erotico con Ron è stato uno dei punti più alti del 2024 cinematografico. Da questo punto in poi però, malgrado l’erezione, svolte e sorprese diventano abbastanza telefonate ma Hit Man non perde la sua verve, trascinata dai suoi interpreti, la regia e il montaggio chiari e limpidi. Hit Man – KIller per caso sembra un film di Woody Allen in cui il protagonista non è preoccupato di dover “fare” il Woody Allen e non dover mai essere più bravo di Woody Allen.

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Il prestigioso ritorno del durello al cinema

Linklater e Powell riflettono su identità, travestimento ma soprattutto amore. Potremmo dire che Hit Man – Killer per caso è un thriller travestito da love story, o forse il contrario o forse un film su una serie impressionante di ingiustizie processuali o semplicemente un modo per arraparci travestendo il tutto da film brillante. Ma non è poi questo il segreto della seduzione?

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