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Furiosa: A Mad Max Saga

friosa-vert-tsr-2764x4096-dom-1702328214406Furiosa: A Mad Max Saga è il film del 2024 firmato George Miller, prequel di Mad Max: Fury Road e sequel della trilogia iniziata alla fine degli anni Settanta con Interceptor.


Quando Praetorian Jack appare sullo schermo col suo sguardo blu e vestito in pelle, un brivido è corso lungo la schiena dei vecchi appassionati dei primi titoli della saga. Interpretato dal londinese Tom Burke, qualche anno fa Orson Welles per Fincher in Mank, incontriamo Praetorian Jack nella stessa posa, accanto a un’automobile, in cui avevamo visto il Max/Tom Hardy di Fury Road, in un gioco di rimandi, fan service di classe e riscrittura della storia originale, segno dell’approccio libero di George Miller ai suoi figli cinematografici.

Saldati i conti col passato, come è Furiosa: A Mad Max Saga? Grigio e smunto, dove il suo predecessore era vitale e colorato, il cambio di registro fotografico richiama uno più largo nel senso del racconto. Se Fury Road correva dritto e veloce verso il suo obiettivo, senza un attimo di tregua per lo spettatore, Furiosa è la storia del personaggio del titolo, spezzettando l’azione è spezzettata e a volte comprimendola tra pause, flashback e inutili comizi di irritanti villain da deserto.

In questo quinto installment i personaggi sono privi di personalità, grigi come il film, tutti uguali, una gallery di freaks da film sul futuro post atomico che non aggiunge niente al meraviglioso zoo ammirato nel 2015 in Mad Max Fury Road, laddove le linee di dialogo composte di grugniti non aiutano, mentre l’unico che vorresti con tutte le tue forze che tacesse, si lancia in monologhi shakespiriani ostinati come la costruzione da basso di un De Zerbi qualsiasi. Il Dementus di Chris Hemsworth è appesantito dalla cifra ironica del personaggio completamente fuori tono in un contesto così drammatico. Comincia a essere insopportabile dover lasciar giocare questo Thor sfigato a sparare battutine e abbozzare faccette o lavorare costantemente a fare il contro canto rispetto al mondo a pezzi e folle in cui si muove. È come se in ogni film, Hemsworth inserisca una clausola che gli consenta di portare avanti il suo progetto personale: cazzeggiare. E sia chiaro: è il progetto personale anche del vostro affezionatissimo scriba, ma obiettivamente la sta facendo fuori dal vasetto. Almeno Miller l’umorismo lo rivolge anche contro il suo attore, costringendolo a recitare con un mantello bianco, presto colorato di rosso perché l’imbecille ha sparato controvento un razzo segnalatore. E poi quanto peso si può dare a chi si fa chiamare Dementus o Scrotus?

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Furiosa: A Mad Max Saga è una storia di vendetta senza redenzione: da quando è rapita nel giardino dell’Eden, mentre ruba una mela, presa come schiava, venduta per poche taniche di benzina e qualche sacco di cavoli e patate, l’obiettivo di Furiosa è tornare nel suo paradiso e vendicarsi di Dementus. Nel mezzo, Miller spiega la sua visione del futuro tribale del mondo post nucleare, in cui tutto è ridotto alle esigenze primarie, anche e soprattutto in riferimento alla guerra e alla sussistenza. I tre centri di potere delle Wasteland sono Bullet Farm, dove producono proiettili, Gastown, che provvede all’energia, e la Cittadella, ricca di acqua e terreno coltivabile. L’equilibrio tra le tre forme di potere è fragile e garantisce una pace alquanto precaria. Quando l’incognita Dementus conquista il potere a Gastown, l’equilibrio si spezza. Tenendo fede al suo nome, il violento leader destabilizza la pax delle terre desolate, scoppia la guerra tribale mentre negli spazi vuoti tra le tre fortezze spadroneggia l’Orda dei Motociclisti.

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Sia chiaro che Furiosa cinematograficamente è un’opera di un Maestro con un occhio incredibile per i dettagli e il racconto per immagini: uno sguardo significa speranza, un ramo è testimone dell’incessante procedere del tempo, fumo e polvere annunciano tempesta, ma il film è noioso perché i personaggi sono imbecilli senza niente da dire se non portarci al prossimo inseguimento. La CGI è mediocre e inefficace e in alcuni momenti ci sono lungaggini come nel dialogo finale talmente superfluo che un minuto dopo averlo ascoltato è presto scomparso dalla nostra mente. Leggero è anche il personaggio di Furiosa che funziona più come osservatrice di un mondo al disastro e ossessionata dal suo scopo che come eroina vendicatrice di un cattivo che si è fatto di tutti per depotenziarlo, fin dal nome.

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