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Visioni successive – Quanto ha visto Terrence Malick nella sua vita?

L’essenziale della vita, della morte, dell’universo e di una famiglia americana; la sopravvivenza per l’esistenza sulla Terra dominata dai dinosauri e quella incastrata nei grattacieli di vetro; il lento evolversi di stelle, pianeti e galassie, come quello di fiori, piante e cuccioli di essere umano, il tutto in una danza di luci e ombre che si nasconde dietro una tenda o nell’angolo più umile della nostra casa come nella vibrante materia nel brodo primordiale del Big Bang. E le immagini dell’universo che si forma si riflettono eed echeggiano in quelle di una vita di tutti i giorni mentre una supernova muore in una luce da giardino.
The tree of life è pura poesia dell’esistenza. Gli O’Brien, una famiglia texana, cercano di elaborare il lutto della scomparsa di uno dei figli. Perché avvengono queste tragedie? Che risposte abbiamo? Ma soprattutto: che domande ci facciamo?
Terrence Malick compone la sua personale risposta in una preghiera a un universo dominato dalle forze della natura e da quelle della grazia, cantando l’evoluzionismo darwiniano e la scintilla che fa scoccare la vita. La natura e la grazia muovono il Creato così come l’educazione dei ragazzi O’Brien (e di Jack in particolare che ritroveremo da adulto in un addolorato Sean Penn) è dominata dalla dolcezza della madre e la rudezza del padre. Lotteranno in lui per sempre come nel continuo muoversi dello spazio profondo anche se alla fine “Se non hai amato la tua vita passerà in un lampo”.
Non passa in un lampo The tree of life. Sono due ore e venti in un cui ogni secondo è un’illuminazione da guadagnarsi. E per cui sarebbe il caso di spegnere il cervello e accendere il cuore prima di entrare in sala.
La cifra stilistica di Malick è naturalistica e impressionista. Ricerca ossessiva dell’immagine perfetta affidata a una lunga indagine sugli effetti visivi a cui ha collaborato Douglas Trumbrull. Proprio questo collegamento con 2001 crea il ponte immediato con Kubrick. Malick fa una riflessione emotiva sull’umanità e l’infinito, Kubrick ha pensato ad esse in una nuova prospettiva dettata dal progresso tecnologico. Malick scolpisce gli elementi fondanti della vita e della morte, dell’amore e dell’odio, del crescere e del perdere qualcosa, con un alfabeto primordiale di visioni, parlando le parole delle scritture riuscendo a non essere mai banale. E anche le musiche scelte riescono a comporre perfettamente questo quadro. Dopo The tree of life non guarderete più un albero, un giardino, una tenda, ma anche il balletto delle stelle nel cielo con gli stessi occhi. Nessuno potrà più raccontare il diventare uomo, tra piccoli gesti di ribellione e grandi prese di coscienza, come ha fatto Malick.
Nel comporre tutto questo davanti ai nostri occhi la domanda che nasce dentro di me è “Quanto ha visto nella sua vita Terrence Malick? Quale equilibrio interiore è necessario per spogliare all’essenziale la propria esistenza per cogliere esattamente quei travagliati momenti che ci formeranno ed educheranno? Quanto bisogna aver sentito e percepito ogni momento per metterlo in sequenza da grande a piccolo con la forza e il sangue che si nasconde dietro la nascita di una stella, il formarsi di un corso d’acqua e la nascita della vita? Quanta arte è necessaria per farne una domanda sulla vita in cui la domanda è al tempo stesso la risposta?”. Perchè mai come in The tree of life la domanda è “Qual è la forza che tiene insieme le stelle e le foglie d’erba?”. Quella forza è proprio lì nell’accettare questo legame come essere umano facente parte di una danza universale. Ogni segmento di The tree of life è un incastro perfetto e un’elementare e costituente espressione dell’Uomo che ti fa sentire che è quello che vorresti restasse di te guardandoti indietro e nel pensarti migliore. È anche quello che dovremmo giudicare di questa nostra vita. E di quanto è difficile percepirla e viverla.

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A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…

6 pensieri riguardo “Visioni successive – Quanto ha visto Terrence Malick nella sua vita? Lascia un commento

  1. Il lato empatico, sentimentale, emotivo del film è molto forte. Credo sia il primo che colpisca. anche se alla prima visione o al termine di essa o durante non abbiamo chiari tutti i passaggi (questi film necessitano e meritano di più visioni) è indubbio che l'aspetto emozionale del film è fortissimo. Malick fa recitare le piante, l'acqua, le stelle.

    Noodles

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