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La zona d’interesse: recensione, migliori frasi e citazioni

Ascolta la puntata su La Zona d’Interesse e Povere Creature. Clicca play e ascolta. Clicca sul più per essere aggiornato sul podcast Il Brutto Il Cattivo

la zona di interesse posterÈ davvero difficile scrivere una recensione de La zona d’interesse. Almeno per me. Il blog nacque per l’esigenza di raccontare il mio amore per il cinema attraverso il filtro dell’ironia e senza la prosopopea di certi siti e portali, ridere di tutto e su tutto, soprattutto dei recensori che usano paroloni, ma del film di Jonathan Glazer, tratto dal romanzo di Martin Amis, non si può ridere. Bisogna prenderlo sul serio.

Non perché tratti l’Olocausto, ormai un genere del cinema d’oggi con i segni di una certa stanchezza, ma perché è pensato e girato per essere un’installazione di arte contemporanea, imponendo allo spettatore una riflessione su se stesso e sul suo tempo, fin dall’inizio, quando lo schermo rosso e un rumore che diventerà parte integrante della colonna sonora di Mica Levi inventano l’extradimensione della storia, il multiverso della follia, l’altro film di Jonathan Glazer e Mica Levi che ascoltiamo solo.

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Gli Hoss vivono la loro vita familiare, le gite al lago, il canottaggio, i giochi dei bimbi, l’orto e la tranquillità della bella villa all’ombra di un muro, oltre di esso c’è il campo di concentramento di Auschwitz. Da lì arrivano urla, spari, ordini, disperazione, polveri, fumi e certe notti il cielo si colora di rosso quando le fornaci sono al lavoro. Non vediamo mai i prigionieri, ascoltiamo solo i rumori. I personaggi vivono la loro vita e non fanno caso ad essi, solo un bambino, nei suoi giochi con i soldatini, suona un tamburo al ritmo degli spari. In tutto ciò, il campo e, in generale, la soluzione finale, è scomposto nel suo elemento burocratico: la costruzione delle camere a gas, il tempo necessario per eliminare un corpo, come gestire i 400mila ebrei in arrivo dall’Ungheria. Rudolf Hoss (Christian Friedel) amministra la macchina della morte del campo, mentre la moglie Hedwig (Sandra Huller) gestisce la casa e i cinque figli, ospita i loro amici, dirige la servitù, dibatte della carriera del marito. E quando l’uomo è promosso e trasferito, Hedwig chiede di poter restare in quella casa, sul ciglio di un vulcano di dolore, perché lei l’ha arredata, disegnata, perfezionata centimetro dopo centimetro e non vuole lasciarla. Il lavoro dell’omicidio organizzato, nell’interesse di una parte: “La signora dove facevamo le pulizie è qui al campo?” chiede la madre di Hedwig giunta in visita alla figlia mentre orgogliosa le mostra la sua “reggia”. Glazer ci ricorda: qualcuno prospera sempre sulla morte di qualcun altro.

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Si è citata spesso Hannah Arendt in riferimento a La zona d’interesse e io non ripeterò qui quelle parole. Preferisco scrivere della normalità del male degli Hoss e di tutti i volenterosi carnefici del massacro degli ebrei perpetrato da Hitler e dai nazisti, ma la forza de La zona d’Interesse è in due passaggi. Il primo è quando vediamo la ragazzina in bicicletta nascondere le mele dove lavorano i prigionieri dal campo. Ispirata da fatti realmente accaduti, tutta la sequenza notturna è ripresa con le cineprese termiche: è il “negativo”, come se per tirare fuori il calore umano da questa barbara storia bisognasse “rovesciare” l’occhio che la racconta. Il secondo momento devastante è quando Hoss, carico e stressato di lavoro, ha dei conati di vomito e in quel momento il multiverso del dolore balza avanti ai giorni nostri, a mostrarci Auschwitz come è oggi, trasformato in un museo, dove, penso io, andiamo a lavarci la coscienza, incapaci di vedere nel contemporaneo i germi del passato: quei poveracci accanto a noi con la mano tesa mentre andiamo a pranzo o a fare la spesa, nell’indifferenza alle notizie di di guerra e di sterminio che affollano tutti i nostri dispositivi, ottenendo ormai solo l’effetto contrario, anestetizzarci, rendere normale il dolore e il male, diventato un altro contenuto da spolliciare.

american beauty pagelle voti stelle film***** A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…

Ecco le migliori frasi e citazioni de La Zona d’Interesse

Le migliori frasi e citazioni de La Zona d’Interesse

Questi fiori sono bellissimi. Le azalee. Abbiamo anche degli ortaggi. Qualche erba aromatica, Rosmarino. Barbabietola, Questo e finocchio. Girasole. E qui c’è il cavolo rapa. I bambini adorano il cavolo rapa.

I bei momenti trascorsi a casa Hoss saranno sempre uno dei ricordi più belli delle nostre vacanze. A est si trova il nostro domani. Grazie della vostra ospitalità nazionalsocialista.

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