True Detective: Night Country, recensione, migliori frasi e citazioni
Sono poche le cose che vorrei dire su True Detective: Night Country e mentre scrivo ancora sono scioccato dalla notizia: Issa Lopez scriverà anche la quinta stagione di un titolo protagonista di un solo grande momento, quando Woody Harrelson e Matthew McConaughey si incrociarono nel 2014. Da allora ogni successivo tentativo di eguagliare quell’evento astrale è andato deluso. Hanno fallito Vince Vaughn, Colin Farrell e Rachel McAdams, Mahershala Ali e Stephen Dorff e ora un altro nome eccellente.
La notizia di Jodie Foster protagonista di True Detective 4 aveva alimentato aspettative enormi: l’attrice interprete di Clarice Sterling alle prese con omicidi misteriosi ha acceso gli animi. E allora come è la quarta stagione di True Detective?
Ecco le cose che vanno: l’ambientazione tra i ghiacci e le nevi dell’Alaska, in quel momento dell’anno in cui il buio avvolge tutto, città e abitanti, ha sostenuto il fascino e il mistero oltre a offrire panorami insoliti. Piccolo nota personale: il vostro affezionatissimo blogger di quartiere adora film e serie tv ambientati tra neve e ghiaccio, metafora di umanità, emozioni, dolori sospesi, luoghi dove la gente fugge ma anche verso dove si indirizzano le anime spezzate alla ricerca di un nuovo inizio o solo di oblio. Si aggiunga che True Detective: Night Country si infila dentro una storia di sfruttamento intensivo di un ecosistema delicato e fragile da cui dipende l’esistenza dei suoi abitanti, l’inquinamento, i complotti tra autorità politiche ed economiche per mettere sotto il tappeto sporcizia e morti, la lotta della tribù indigena per vedersi restituita la propria terra intatta, vivendo in equilibrio con essa. Sono aspetti interessantissimi e resi bene dalla sceneggiatura di Issa Lopez. Il personaggio di Liz Danvers è complesso, intenso, stratificato, ferite che faticano a cicatrizzarsi, una forte dosa di asocialità che molto amo. Non so dove finisce la sceneggiatura di Lopez ed inizia la straordinaria prova di Jodie Foster fra un fantafootball, una spolliciata su Tinder, un “odio i Beatles”, angoli della bocca che esprimono un dubbio, rughe dubbiose e domande da fare mai taciute anche verso se stessa.

Fin qui le cose buone, tutto il resto è un disastro. L’indagine è praticamente inesistente. Il tanto spazio ad ambientazione e caratterizzazione dei personaggi ha messo da parte il lato investigativo, il core business di una serie poliziesca su dei misteriosi omicidi. Scoperte e deduzioni logiche procedono quasi per caso, i poliziotti sono pessimi poliziotti, ma non simpatici come quelli dei Coen, ma violenti e corrotti ed è subito chiara la loro natura, niente sorprende, niente stupisce. Ogni tanto arriva uno che spiega una cosa perché l’ha trovata su internet. Nell’impianto piuttosto classico poi la scelta è stata di buttare qua e là, per lo più a caso, dei riferimenti alla prima stagione – quella che è piaciuta, mica quelle che hanno fatto schifo a tutti – provocando le reazioni piccate di Pizzolatto sui social, dimentico che, nei panni di produttore esecutivo benché fuori da tutte le decisioni creative, incassa ancora dei soldi per questo True Detective: Night Country che tanto schifa. Ogni tanto spunta un nome di una multinazionale che già avevamo sentito, un cognome familiare, un “Il tempo è un cerchio piatto” buttato lì senza senso alcuno, solo per rievocare le suggestioni del primo “genitore”. Non stupisce poi scoprire che in effetti Issa Lopez aveva presentato una serie poliziesca e che è stata la HBO a imporle di adattarla per farne un True Detective. Pure il lei motiv dell’indagine interna è appiccicato lì, negli ultimi 5 minuti tanto per dire che c’è. In più, spesso Lopez si spinge davvero troppo in là con le deduzioni, lasciando allo spettatore spaesato il compito di unire puntini davvero molto distanti fra di loro per ricostruire tutto con chiarezza.

In più metteteci i vecchi che scopano, le lesbiche che scopano uomini, professori universitari in pensione che scuoiano lupi, riferimenti esoterici e soprannaturali a caso come quando a metà del finale c’è uno spirito che appare alle spalle di Navarro, che lei non vede, ma vediamo solo noi a indicare che non è un allucinazione della poliziotta ma, forse sai, c’è qualcosa e alla fine sei solo tu Lopez che me stai a prende per il culo. Collegare i puntini è facile e siamo più bravi degli sfigati investigatori di Ennis/Alaska: l’odio sociale e razziale, il matriarcato, le protagoniste, le investigatrici e vendicatrici che pagano i loro peccati, stare dalla parte dei nativi, a favore dei temi dell’ecologia e del cambiamento climatico e non è certo questo il male di oggi, ma l’abominio del woke e del metoo è acclamare per questi motivi qualcosa di marcio.
Migliori frasi e citazioni di True Detective: Night Country
Non sopporto i Beatles.
Siamo soli. Anche Dio.
Io non rilascio un’ubriaca in stato di fermo solo perché ti fa qualche pompino.
Questo caso sarà un vagone di merda.
Svestizione paradossale. Chi ha una forte ipotermia ha caldo e si spoglia.
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