Dune – Parte 2: recensione, migliori frasi e citazioni
Dune – Parte 2 è il secondo capitolo della saga diretta da Denis Villeneuve con Timothee Chalamet, Zendaya e Rebecca Ferguson.
Folgorato sulla via della fantascienza, il regista canadese dà prova di avere una visione solida e la capacità di gestire enormi budget, comparti mastodontici e un cast in cui la dose di gnoccaggine farebbe girare la testa a chiunque.
Così la battaglia per portare la fibra ottica per internet sul pianeta Arrakis giunge allo scontro finale. Al grido di “più YouPorn per tutti” in Dune – Parte 2 gli indigeni Fremen utilizzano i vermi del deserto per portare ovunque la rete veloce, ostacolati dai padroni del pianeta, gli Harkonnen, nobile famiglia, che ancora si diverte con gli ammazzamenti gladiatori nel colosseo. Come dimostra anche la nostra attualità, le grandi opere per le infrastrutture che migliorino la vita di tutti causano lotte intestine e così Dune – Parte 2 è un film fortemente politico, più vicino di quanto si crederebbe al nostro tempo.

Il primo elemento che salta all’occhio è quanto l’opera di Herbert sia stata cambiata, ma non solo per adattarla al mezzo cinematografico – per anni si disse che Dune fosse semplicemente infilmabile, con le sue pagine e pagine di descrizioni di visioni e di preveggenza. Villeneuve e Jon Spaiths realizzano un’opera attuale, ma se per Herbert i temi principali erano la critica del colonialismo, la battaglia ecologica per la Terra e l’emancipazione dei popoli arabi, per il suo Lawrence d’Arabia Villeneuve sceglie la strada del fondamentalismo e l’immancabile dibattito sul ruolo della donna.
Fremen: Non siete i benvenuti qui.
Chani: Ha detto…
Paul Atreides: Ho capito. Grazie.
Distrutti gli Atreides, i superstiti Paul e Lady Jessica si uniscono ai Fremen. Il giovane Duca è accompagnato dalla leggenda del Lisan el Ghaib, una profezia tramandata proprio dagli occupanti di Arrakis attraverso il Bene Gesserit sul messia liberatore del pianeta. L’uomo sarebbe stato il figlio di una reverenda madre dei Fremen e, guarda un po’, quella attualmente in carica sta morendo, liberando il posto per la madre di Paul. Il rito di passaggio trasmetterà tutta la conoscenza delle cose presenti e passate a Lady Jessica e alla figlia che porta in grembo. Intanto, Paul e i ribelli Fremen infliggono pesanti perdite agli Harkonnen, ma, ops, Paul è riluttante, anche se presto le cose si apparecchieranno a suo favore.
Dune è bello ma non ci vivrei. La sabbia, gli animali, le difficoltà, la carenza d’acqua, sudare dentro le tute distillanti e bere il nostro piscio, avere sempre qualcuno intorno anche se vorresti stare da una parte a farti i cazzi tuoi e fare una puzzetta in santa pace, anche se probabilmente berresti anche quella. L’acqua è insomma prezioso e i Fremen la estraggono da ogni corpo privo di vita, Zendaya ha sempre i capelli arruffati, la faccia impolverata, le labbra secche mentre gli invasori psicopatici danno la caccia a lei e Paul. Pure Timoteo Chalacoso fatica tenere la chioma perfetta come suo solito. Con tutte queste difficoltà Arrakis è che il luogo ideale per la nascita di un supereroe ed è il primo dato di questo Dune Part 2: due terzi del film trascorrono nelle lenta presa di coscienza di Paul della possibilità che sì potrebbe essere l’eletto, il Kwisatz Haderach, il Mahdi, il Muad’Dib, il Lisan El Ghaib, il Neo di Dune, il Luke Skywalker di Arrakis.
La cosa abbastanza curiosa dell’adattamento di Villeneuve di Dune è che malgrado tre ore e 30 minuti di durata complessiva dei due episodi, soprattutto in questa seconda parte il tempo è troppo compresso o anzi spesso non si ha nemmeno la percezione del suo trascorrere: un momento si fa saltare in aria un trasporto di spezia degli Harkonnen, un minuto dopo il governatore di Arrakis è cacciato a calci in culo e sostituito da uno più psicopatico di lui, Feyd-Rautha, ma ci torneremo dopo.
Nel frattempo la madre di Paul tesse la sua tela, c’è da convincere i riluttanti, quelli che credono ancora a una soluzione laica della vicenda: la guerra di indipendenza potrebbe essere non quella santa, ma semplicemente un gruppo di cittadini incazzati perché Dazn va a scatti e che scendono in piazza per l’internet veloce? Perché se il libro di Herbert ci coinvolgeva in una storia in cui la preveggenza non era la semplice capacità di vedere il futuro, ma piuttosto quella di trovare la strada migliore per raggiungere i propri obiettivi fra tutti gli infiniti futuri determinati da tutte le possibilità di scelta che abbiamo (ora faccio la cacca dietro una duna e invece conquistare il pianeta con le bombe atomiche me lo gioco a tressette con gli Harkonnen) per Villeneuve il centro narrativo di Dune – Parte 2 è il rapporto tra un capo messianico e le folle adoranti pronte a morire per lui e la conseguente impossibilità di farsi largo per una lotta partigiana laica. Insomma Paul diventa un leader, un capo carismatico che poco spiega e molto agisce, un capopopolo, un dittatore, uno di quelli che noi, da questa parte del mondo, abbiamo imparato ad odiare. In ciò Villeneuve e Spaiths cambiano il senso dell’opera di Herbert. Sebbene qui abbiamo sempre difeso la libertà di adattamento in virtù della differenza tra i due media, mi chiedo la necessità di questo cambiamento di obiettivo politico: i temi al centro dell’opera di Herbert erano l’anticolonialismo, un certo approccio pedagogico nella ricostruzione della storia dell’Umanità attraverso la lente della fantascienza, l’afflato ecologico: francamente tutti temi molto forti oggi e che avrebbero senz’altro trovato il loro pubblico.
Lady Jessica: Gli abbiamo dato qualcosa in cui sperare.
Paul Atreides: Non c’è speranza!

Senza dimenticare come tra battaglia e trame politiche e di corte, tutta l’interessante discorso sul futuro e le scelte che ci portano alla sua determinazione passano in secondo piano in Dune – Parte 2, relegate al classico “lo dimo” come gli sceneggiatori di Boris senza soldi.
Per il resto, lo sforzo nell’adattamento è efficace e anche focalizzato: sparisce la Gilda Spaziale e con essa il monopolio del trasporto fra i mondi, dissolvendo i rapporti e le implicazioni con la spezia, i cui effetti favoriscono proprio i viaggi sicuri e veloci tra le galassie, rafforzando nell’opera di Herbert il collegamento tra Arrakis-Medio Oriente e Spezia-Petrolio. Indebolito se non cancellato questo rapporto, il testo di Dune e le sue finalità cambiano con esso.
La compressione dello spazio però lascia modo a Villeneuve di sprigionare la sua visione mastodontica e colossale della rappresentazione cinematografica: scene di battaglia ma anche quelle di preparazione di un attacco – vedi i soldati Harkonnen che tentano un’imboscata ai Fremen con le loro tute volanti – assumono contorni epici; gli scontri di terra sono di una magnificenza che abbaglia.

L’inserto su Geidi Primo, casa degli Harkonnen, è un necessario quanto suggestivo cambio di scenografia per Dune – Parte 2, lasciandoci prendere fiato dalle angustie del deserto e la sua sabbia, per una suggestiva sezione in bianco e nero in cui emerge tutta la violenza di una razza di padroni cresciuta tra i lupi e i leoni.
Il cast è ricchissimo e qualcuno ci ha rimesso in tempo e spazio come Lea Seydou-Lady Fenring senza Conte Fenring e Anya Taylor-Joy di cui si è parlato di più per il vestito indossato all’anteprima che per il suo cameo di poche battute nei panni della sorella di Paul. Tra gli attori impossibile non prendere atto della straordinaria crescita di Austin Butler. Me lo ricordo pacioccoso bambolotto acqua e sapone in Shannara; ora lo vediamo aviatore nella seconda guerra mondiale in Masters of the air, ancora Elvis candidato agli Oscar, prima il ruolo in C’era una volta a Hollywood con Tarantino. Per Villeneuve dà vita a un Feyd-Rautha inquietante-angosciante in una prova camaleontica impressionante.
****½ Fa un po’ di tutto, anche se tutto quello che fa è bello ma inutile, un po’ come la matematica pura: magari non serve, ma è sublime.
Migliori frasi e citazioni di Dune – Parte 2
Questo mondo è al di là della crudeltà. Voi combattete gli Harkonnen da decenni, la mia famiglia li combatte da secoli. Sono stati massacrati al fianco di mio padre.Paul Atreides
Paul Atreides: È mozzafiato! Dove vedi sabbia, immagina acqua. Se ti tuffi, non raggiungi il fondo.
Chani: Se ti tuffi?
Paul Atreides: Sì, si chiama nuotare.
Chani: Non ti credo!
Chi può distruggere una cosa ha l’assoluto controllo su di essa. Paul Atreides
Ti amerò finché avrò respiro. Paul Atreides
Non mi interessa in cosa credi! Io credo! Stilgar
Lunga vita ai combattenti. Paul Atreides
Noi crediamo nei Fremen. Chani
Possa il tuo coltello scheggiarsi e spezzarsi. Paul Atreides
Guarda chi è tornato dai morti. Barone Vladimir Harkonnen
Chani: Questa profezia è per renderci schiavi.
Paul Atreides: Non è una profezia, è una storia.
Gurney Halleck: Il profeta.. Perché deve essere un male? Approfittane!
Paul Atreides: Perché tutte le mie visioni conducono all’orrore.
Gurney Halleck: Perché perdi il controllo.
Paul Atreides: Perché l’acquisto.
Stilgar: Non cercare di impressionare. Sei coraggioso, lo sappiamo tutti. Sii semplice, sii diretto. Senza fantasia.
Paul Atreides: Ho capito. Senza fantasia.
Tuo padre non credeva nella vendetta. Lady Jessica
Nelle ombre di Arrakis si celano molti segreti. Il più oscuro di tutti però rimane la fine di casa Atreides. Principessa Irulan Corrino
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