La solitudine del primo episodio/Serial&Co(cci) – The Following
Che cosa è?
Una delle serie tv piu attese del 2013. Un serial killer carismatico che si ispira ai poeti romantici e ad Edgar Allan Poe crea una setta di adepti attraverso il web per vendicarsi dell’agente Fbi che lo ha fatto arrestare e della ex moglie che lo ha lasciato.
Come è?
Con oltre 10 milioni di spettatori è stato uno degli eventi televisivi più visti negli States. La prima impressione è che, se non si incartano sul sottotesto letterario e spingono sulla violenza e l’uno contro uno buono-cattivo, può essere uno dei colpi dell’anno.
Cosa mi è piaciuto?
Lo dice il serial killer. Sta cercando di scrivere un sequel al suo primo libro e i personaggi in carne e ossa saranno i suoi protagonisti. E afferma: “Sarà una storia tradizionale stavolta, buoni contro cattivi”. Ecco , in effetti The Following è cosi: c’è il buono che deve proteggere le belle (Claire la moglie del serial killer e la testimone Maggie Grace) dal cattivo e i suoi adepti. Insomma, quasi un ritorno ai grandi classici della tv anche se in The Following c’è anche molto altro. Come la violenza e le scene crude che sicuramente catalizzeranno l’attenzione. C’è una sottilissima critica verso il web e i social network, strumenti che possono essere usati come un megafono da menti malate e carismatiche per influenzare menti malate e deboli. Un po’ come Zemanology.
Chi c’è?
Kevin Bacon, onestissimo mestierante che, come moltissimi altri, sta scoprendo il gusto del piccolo schermo. Forse lo ricorderete in Footloose, The Woodsman, Codice d’onore, Echi mortali e cento altri film. Lui ha iniziato con Animal House. Recentemente era nel reboot degli X Men diretto da Matthew Vaughn.
In The Following incontriamo anche Salomon Kane, alias l’inglese James Purefoy. Inutile dire che i due conferiscono carisma alla serie in un rapporto che potrebbe echeggiare implicazioni alla Clarisse-Hannibal.
La serie è stata creata da Kevin Williamson, uno passato alla storia per Dawson Creek e Scream. A me non sembra un granchè come curriculum ma c’è gente che se ne viene a sentire ‘sto nome. I primi due episodi sono diretti da Marcos Siega che, come suggerisce il nome, è un manovale della regia, per aver diretto un pacchetto di episodi di True Blood e Dexter.
C’è la gnocca?
C’è una milf niente male: Natalie Zea, una peperina che cerca di fare la mammina ma si vede che sotto il golfino H&M pulsano due tette calde e vogliose.
C’è l’iPhone?
Poteva mancare il re degli smartphone nella serie sul serial killer che mette su una comunità social? Kevin Bacon lo usa e in una scena risponde a una chiamata ma si vede che è attiva la schermata per mandare gli sms. Sì è una cosa da nerd.
Dove lo vedo?
È trasmesso sia da Mediaset Crime che da Sky.
Cosa puo andare storto?
Molte cose. Che i social vedano l’ennesimo tentativo di attaccare il loro mondo, facendo perdere alla serie quel sostegno da passaparola che sta sostenendo altri prodotti – prendete The Walking Dead in cui non c’è episodio in cui non sia lanciato l’hashtag o la pagina fbk. Che si cada nella sindrome di Superman? Ho una mia teoria: i film su Superman fanno cagare perché come fai a costruire una trama action avvincente su un eroe d’acciaio, imbattibile, con la vista a raggi x, che vola, il più forte di tutti e che, da alieno alfa, rimedia anche la figa? Sai che palla? Be, in The Following tutti possono essere i cattivi spingendo lo spettatore a diffidare di chiunque – cosa di per sè non è il male – ma anche a far sentite gli autori onnipotenti e liberi di tirare fuori qualsiasi coniglio dal cilindro. Quasi dei Superman.
Oppure di buttarla troppo sul citazionistico letterario. Ma di questo ne ho già scritto.

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