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Visioni successive – Se anche la Apple vuole fare product placement in Candidato a sorpresa vuol dire che la resa dei conti è vicina

Candidato a sorpresa non è un film di satira politica ma una satira di costume. Come accaduto con il mondo della televisione (Anchorman), lo sport professionistico americano (Talladega Nights) o i film polizieschi (The other guys), il duo Ferrell-McKay se la prende con i luoghi comuni.
In Candidato a sorpresa avviene lo stesso. La coppia è spalleggiata da un grandissimo Zach Galifianakis mentre alla regia c’è Jay Roach nella storia di due aspiranti membri del Congresso che incarnano altrettanti esponenti dei principali partiti americani ma mai, mai le loro idee politiche finiscono al centro della tenzone. A parte per l’apparente intercambiabilità dei rispettivi ruoli: Ferrell è un democratico che elogia continuamente le truppe e i reduci e con i compagni di partito sembra avere in comune solo la passione per le donne; Galifianakis si scaglia contro le corporazioni, una cosa assurda a pensare a certi repubblicani.
A parte ciò, Candidato a sorpresa è una travolgente commedia stracolma di gags divertenti.
Anche la premessa è irriverente. Il film si traveste da una sorta di Mr. Smith va a Washington ma sarà che quando vedo dei fratelli pazzi e miliardari che cercano di controllare il mondo io penso sempre ai Wachowsky e a Una poltrona nel due. E infatti c’è Dan Aykroyd a creare un link ideale tra quel film che prendeva di mira il crescente peso di Wall Street nella società americana e questo, che prende di mira un po’ tutto: la globalizzazione, la corruzione, il bacio ai bambini da parte dei candidati. Ne esce fuori un mondo fatto a pezzi, in cui chi la combina più grossa ottiene sondaggi migliori, che sia tradire la moglie, picchiare un neonato o un cane, essere arrestato ubriaco al volante, girare un porno clandestino con la moglie del rivale.
Sicuramente, il film di Jay Roach si è lasciato deragliare da funnyordie.com, sito che vede coinvolti proprio Ferrell, Galifianakis e McKay, in una parodia scatenata di un malcostume dilagante, talmente fuori le righe che perfino il monoespressivo Dylan McDermot di American Horror Story è riuscito a sfoggiare altre espressione oltre a quella “Mi è sembrato di vedere un fantasma” mentre non mi è chiaro per quale motivo Apple abbia scelto di fare product placement, forse lo stesso per cui lo fanno, di se stessi, Brian Cox e John Lithgow.

Il dialogo

Mitch: Quali sono le parole chiave?
Cam Brady: America. Gesù. Libertà.
Mitch: E cosa vogliono dire?
Cam Brady: Non lo so ma quando lo dico la gente va fuori di testa.

La battuta
Se il cesso dondola c’è chi gongola

**** La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare

3 pensieri riguardo “Visioni successive – Se anche la Apple vuole fare product placement in Candidato a sorpresa vuol dire che la resa dei conti è vicina Lascia un commento

    • non ridevo così tanto al cinema dal primo notte da leoni. c’è stato un momento in cui ho temuto per le mie coronarie, e anche mia moglie che era al mio fianco

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