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Visioni (di molto) successive – La commedia perfetta non fa ridere

ladridicadaveriIl motivo per cui John Landis abbia deciso di fare una commedia sugli omicidi commessi da William Burke e William Hare nella Scozia dell’Ottocento mi è ignoto. Ciò che c’è di buono è il ritorno dietro la macchina da presa di un maestro del genere come lui. Il risultato è un’amara presa di coscienza del tempo che passa, un modo di fare e intendere il cinema che mostra i segni del tempo, in modo non del tutto negativo, però. Il mondo del cinema non è preparato – ma soprattutto non lo sono più i suoi spettatori – a delicate commedie con sottotesto ambizioso.

Nel secolo dei lumi gli abitanti di Edimburgo si entusiasmano solo per le esecuzioni pubbliche, e due luminari della scienza medica si combattono a colpi di furti di cadaveri e attività di lobbying per garantirsi morti freschi su cui fare esperimenti. Su tutto ciò campeggia la frase di apertura: “Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono”. L’affare si ingrossa direbbe qualcuno. Perchè uno dei registi che ha girato alcuni delle pellicole più riuscite della storia del cinema (e che non fa film da una quantità spaventosa di anni) prende una vicenda dell’Ottocento di assassini e decide di farne una commedia per il nuovo secolo? Un film formalmente perfetto, recitato benissimo (con Simon Pegg e Andy Serkis nei panni di Burk e Hare), ma vecchio, una commedia anni Ottanta che ha perso da tempo il treno per arrivare in tempo sul grande schermo. Se non fosse che, a differenza di Una poltrona per due o Blues brothers o I tre amigos o Tutto in una notte (alcuni dei film che più amato in vita mia tra l’altro), è l’amarezza la chiave di un finale che lascia entrare la morte senza compromessi tra le righe di una sceneggiatura “da ride”, senza che sollevi un sospiro o una risata ma semplicemente facendo intrufolare la cruda realtà tra le righe della finzione cinematografica, proprio dove non te lo aspettavi. Ed ecco allora quella frase di apertura “Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono”. E ho capito perchè malgrado i tempi comici perfetti Ladri di Cadaveri non fa ridere, perchè è una grande riproduzione di quell’amaro teatro che è la vita, dove qualche volta sorridi ma spesso non fai che renderti conto dell’ironia e del paradosso e del peso di vivere ogni giorno tra i sogni che non si realizzano, le aspettative deluse, iul tempo che passa e lascia indietro anche i talenti limpidi, come quello di Landis. Deve essere una considerazione che forse ha cambiato John Landis da quelle indimenticabili commedie anni Ottanta, o forse, anzi, meglio, siamo cambiati noi. Irrimediabilmente.

3 e mezzo buono***½

Non hai mai sentito nominare il Millenium Falcon?

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