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Visioni (di molto) successive – Ombre rosse (ovvero il Pd)

ombre rosseBeccarsi l’influenza a 38 anni può essere davvero bello. Tua moglie ti costringe a letto, ti porta l’acqua e il succo di frutta, non ti chiede di mettere a posto la lavastoviglie o stendere i panni. Poi, se sei veramente, ma veramente fortunato, su Sky Cinema trasmettono Ombre rosse. Non lo vedevo dall’ultima che presi la febbre.

È un film che ti fa pensare sì perchè Ombre rosse è un western ma in realtà parla d’altro. Gli indiani ci sono ma li vedi solo alla fine; gli indiani sono una minaccia, un’eco lontana. Per John Ford gli indiani sono dentro di noi. Ombre rosse è la storia di una diligenza che deve attraversare le terre del profondo ovest dove gli indiani di Geronimo sono in rivolta. (Cioè non siete già arrapati?) La diligenza deve raggiungere Lordsburg. Al suo interno il postiglione, lo sceriffo, una prostituta, un giocatore d’azzardo, la moglie di un ufficiale incinta, un medico ubriacone, un banchiere,un rappresentante di liquori e Ringo ( che nome eh? Se penso a un film western il primo nome che mi viene in mente per il protagonista è Ringo, giuro). Ogni personaggio ha la sua storia e soprattutto le sue sfumature, ovviamente, e sono tutti perfettamente tratteggiati ma quello che interessa a Ford è il confine tra civiltà e mondo selvaggio, tra l’istituzione e l’uomo che viola l’etica condivisa, la pubblica morale. Ed è un confine che viviamo anche meno metaforicamente nel viaggio: più si addentrano nella terra di Geronimo e più i legami etici e di comunità si attenuano e viene fuori la vera natura dell’uomo, più la situazione si fa disperata più le normali relazioni sono sconvolte: alcuni perdono la loro umanità, altri la recuperano, e alla fine sono i personaggi “negativi” (il criminale, la prostituta) e tenere unito il piccolo gruppo e a rendersi protagonisti di atti di umanità. Alla fine, grazie alla complicità del medico e delle sceriffo potranno fuggire, e rifugiarsi in una fattoria nascosta nell’ovest, e il film si chiude sulla frase “e così si sono salvati tutti e due dalle delizie della civiltà”.

Senza dimenticare che un film con oltre 70 anni sulle spalle riesce ad essere così attuale e a raccontare così tanto di noi, della natura più profonda e nascosta dell’essere umano e come il deserto sia una dimensione al tempo stesso umanizzante e disumanizzante.

Ah, sì, alla fine ci sono gli indiani, e ne esce fuori una di quelle sequenze di guerra che certi sgallettati del XXI secolo non riuscirebbero a mettere in piedi neanche con il green screen, il 3D e tutte le delizie della nostra di civiltà.

Poi ci sarebbe la battuta finale sul Pd, e le sue di ombre rosse, ma ve la risparmio. Lasciamoci bene. Però so una cosa: non vedo l’ora di prendermi la prossima influenza.

5 buono*****
A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla…

3 pensieri riguardo “Visioni (di molto) successive – Ombre rosse (ovvero il Pd) Lascia un commento

  1. l'unica "ingenuità" che mostra il segno del tempo è il prepotente zoom sul primo piano di wayne quando appare ringo, tanto pe rfarti capire "lui è il figo della storia", una cosa che adesso nella fiction rai… per il resto che je voi dì?guarda a me ha impressionato la qualità delle scene d'azione… e pensavo "1939!!!"

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