Visioni (di molto) successive – La fontana dell'ammore
Aronofsky fa un cinema che mi ingrifa: non ha paura di fare un cinema lento, di trattare argomenti cerebrali, di incasinare un po’ la trama e di far credere alla gente che non sta capendo quello che vede. Poi decide di farlo con un paio di attori molto fighi: è fica Rachel Weisz, la moglie di Aronofsky, ed è figo Hugh Jackman che ogni tanto ci prova a far credere che non è tipo da X-men o da commediole melense.
L’albero della vita è un film che va approcciato con un certo rispetto, non aspettandosi The Wrestler: quello era un film che prebdeva allo stomaco e al cuore, questo è tutto cervello e pippe mentali. Tanta carne al fuoco, scienza, reincarnazione, religione, leggende maya, storia per, alla fine, essere un film fondamentalmente sull’ammore.
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la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti può capitare
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Per me, quando Aronosfki stava girando questo filmsi era "fatto" con lo "spic&span"!(come dice Stefano Disegni su CIAK)Dire "assurdo" è fargli un complimento!Peccato perche "Westring" non era male(anche se assomiglia a una versione "moderna" di Rocky(uguale, solo ambientato nel 2000 con il wrestling al posto della boxe)
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ma lol…
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