Il diritto di contare: migliori frasi e citazioni
Le citazioni e le frasi più belle di Il diritto di contare (Hidden Figures), un film del 2016 diretto da Theodore Melfi.
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Le citazioni e le frasi più belle di Il diritto di contare (Hidden Figures), un film del 2016 diretto da Theodore Melfi.
Con Weapons Zach Cregger torna dopo Barbarian e fa un film che vorrebbe essere Kubrick e finisce Massimo Boldi. E c’è pure Wong. Woke.
Belli i vestiti, bella la tecnologia, bella la Kirby, bello pure Johnny Storm, bella l’estetica anni ’60 stile I pronipoti di Hanna & Barbera, bella la cassapanca, bella la boiserie, ma la trama de I Fantastici 4 – Gli Inizi non è pervenuta: è così piatta che pare una serata su Rai Premium. La sceneggiatura sembra scritta col generatore automatico “cose-che-succedono-F4-basito”. Gli eventi si susseguono senza tensione né un vero scontro tra eroi e villain: succedono “cose” e i buoni vincono in modo fin troppo facile, senza nemmeno un autentico dubbio morale (non vorrei ora tirare fuori Il Cavaliere Oscuro o Logan, quando la lotta è etica, morale, di visione del mondo, non basta l’ossessiva ripetizione della canzone “We Are a Family”).
Si chiude con la protagonista che tuffa il viso dentro una torta di tofu bianco Lady Vendetta, a chiosare nel grottesco le montagne russe di visioni, inquadrature tra sogno, delirio e cambi di registro stilistico dei suoi 115 minuti. Uscito in patria il 29 luglio 2005, è il capitolo conclusivo della trilogia della vendetta firmata da Park Chan-wook.
ronheart è la nuova serie tv Marvel sbarcata su Disney+ a fine giugno, con tutta la grazia di un sequel non richiesto di Black Panther: Wakanda Forever – ma che comunque ti guardi perché ormai abbiamo la FOMo di perderci qualcosa del MCU e perderci un riferimento a qualche personaggio secondario nel prossimo film che ci pentiremo di aver visto –.
Squid Game 3 è tornato, e stavolta ha deciso di scrollarsi di dosso tutto quello che lo aveva reso interessante: la critica sociale, il capitalismo cannibale, la metafora politica. Ciao corea del Sud, benvenuti Netflix Studios™.
Scopri la recensione satirica del nuovo Superman di James Gunn: un film pieno di battute imbarazzanti, padroni di cani molesti e supereroi che sembrano usciti da una sitcom su Rete 4.
Dept. Q – Sezione Casi Irrisolti è il murder procedural che Netflix ha tirato fuori dal suo cilindro nordico-anglosassone per farci dimenticare per un attimo che abbiamo visto 857 serie su detective disturbati e che, nonostante tutto, le vogliamo ancora. Perché se il poliziotto non ha un trauma, non ha senso. E se non lo mandano nel seminterrato, nemmeno.
Dal 2010 il franchise Dragon Trainer (How to Train Your Dragon) ha contato tre film di animazione, cinque cortometraggi e una serie tv andata in onda tra il 2012 e il 2018 (Dragon), è ispirata alla omonima serie di libri della scrittrice Cressida Cowell. Cioè più spin-off che al pranzo di Natale di Beautiful. E proprio quando pensavi che avessero finito i draghi… zac! Ti tirano fuori il live action.
Tre epoche, tre guerrieri e un’arena aliena: Predator torna con un film d’animazione brutale e sorprendente. Ecco cosa sapere su Predator: Killer dei Killer, diretto da Dan Trachtenberg.
Benvenuti su PowerPoint: Impossible, ottavo episodio della saga a difesa del mondo libero, la NATO cinematografica di Tom Cruise – classe ’62, cuore da maratoneta e faccia da “non ho mai sentito parlare di assicurazioni INAIL” – impegnata a combattere la sua nemesi più temibile, una sorta di nemico interno: gli spiegoni.
Lavatrici volanti, pallottole che fischiano vicino alle orecchie come in una partita a Fortnite, tachicardia galoppante come dopo aver gargarozzato 7 Red Bull e i grugniti di Tom Hardy insonne da un mese e con indosso sempre la stessa camicia: ecco Havoc, nuovo titolo Netflix diretto da Gareth Evans (sì, quello di The Raid, l’uomo che non conosce la parola “pausa”), film d’azione che arriva, prende a testate la porta del genere e urla: “Avete ordinato caos extra-large?”.
Thunderbolts* inizia così: il logo Marvel si colora di grigio, sfuma nel nero e capiamo che no, non sarà uno di quei film pieni di battutine ogni tre minuti, ma piuttosto una roba in cui si affronta la depressione a cazzotti in slow motion. Bene. Thunderbolts* è esattamente questo: il gruppo di sostengo psicologico e armato per sicari solitari e supersoldati depressi, ma armato fino ai denti e con muscoli più gonfi dell’ego di Tony Stark. Piangiamo insieme ripensando al poro Tony e noi tutti sui orfani?
Paul Rudd, Jenna Ortega, un SUV e un unicorno morto: sapevamo che prima o poi sarebbe successo, a metterli insieme in Death of a Unicorn ci ha pensato Alex Scharfman, che dopo aver prodotto anche Ari Aster, decide che è giunto il momento di esordire alla regia. Tutto sotto il marchio A24, una delle realtà produttive più interessanti degli ultimi anni
Un Film Minecraft è l’adattamento del videogioco omonimo, diretto da Jared Hess con Jack Black, James Momoa, Emma Myers, Sebastien Eugene Hansen, Danielle Brooks e Jennifer Coolidge, ed è un disastro sconsiderato
A Different Man è un film che si basa sull’assunto “pensate un po’ cosa potrebbe accadere se foste brutti e una mattina vi svegliate e siete Sebastian Stan”. Esclamereste “oh mio dio dove è il mio braccio in vibranio?”… “Pamela-Anderson-anni-Novanta non è compresa nel desiderio?”. E così via
È molto difficile creare tensione solo con i dialoghi in un film in cui accade poco o nulla, ma è il miracolo compiuto da Scott Beck e Bryan Woods, registi e sceneggiatori di Heretic. La parola miracolo è quanto mai opportuna perché Heretic è un viaggio nelle convenzioni, pregiudizi e convinzioni riguardanti le religioni.
Follemente di Paolo Genovese si presenta come una commedia romantica che strizza l’occhio a Inside Out, ma quando il cinema italiano si avventura in territori già esplorati da colossi dell’animazione come Pixar, il risultato può essere un’arma a doppio taglio.
The Brutalist è il film biografico sul grande architetto ungherese László Tóth, diretto da Brady Corbet, candidato a 10 premi Oscar tra cui Miglior Attore per Adrien Brody, 22 anni dopo Il pianista.
Se non fosse che The Brutalist non è un biopic nel senso che László Tóth non è mai esistito.
Captain America: Brave New World aspira a essere un thriller fantapolitico con meno azione e più dialoghi, ma il risultato sembra scritto da un’IA per non distrarre chi guarda Disney+. Sam Wilson è di nuovo in crisi sul suo ruolo, Thunderbolt Ross (Harrison Ford) è presidente con uno slogan furbo e l’adamantio potrebbe scatenare una guerra tra superpotenze ma una domanda resta: perché non chiamarlo direttamente Hulk Rosso prende a pugni Captain America?